da Rossella Valdrè
Nato, su iniziativa di Robert De Niro nel 2001, come immediata risposta degli artisti all’attentato alle Torri Gemelle, il TFF ogni anno cresce in importanza, presentando quest’anno 32 Paesi, 102 registi di cui più di 30 esordienti. Il Tribeca nasce quindi da un grave lutto collettivo, a ulteriore conferma di come l’arte, e il cinema in particolare, sia sempre un tentativo di trasformare, elaborare le perdite, di sublimare le mancanze, le tragedie. Prende nome, come forse è noto, dal quartiere che prevalentemente lo ospita (ma non solo, come detto), e non credo sia un caso: Tribeca, attiguo a Chelsea, sono esempi di straordinarie riconversioni urbane, quartieri quasi destinati all’abbandono e rinati oggi come poli culturali, artistici e paesaggistici della città, soprattutto, a mio avviso, dopo la costruzione dell’High Line, magnifica passeggiata sopraelevata nata dalla ristrutturazione della vecchia ferrovia, in un intreccio di vecchio e nuovo, conservazione e innovamento davvero perfetto. Il cinema Chelsea, forse il più abitato dal Festival, si trova a fianco al mitico Hotel Chelsea, anch’esso ristrutturato, dove hanno vissuto Bob Dylan, Leonard Cohen, Andy Warhol con la sua factory e molti altri, ritrovo di artisti bohèmiens che, pur passati, restano nell’immaginario di noi tutti. Molto, insomma, vi sarebbe da narrare sulla storia, la vita, il senso di rinascita, recupero, ridare vita, che il Tribeca festival e la parte della città che prevalentemente lo ospita, significano per i newyorkesi, e non solo. Leggi di più…