Autore: Mirella Montemurro
Titolo: “Il piacere è tutto mio”
Dati sul film: regia di Sophie Hyde, 2022, 97’
Genere: Commedia
Il tema de “Il piacere è tutto mio”, ultimo film della regista australiana Sophie Hyde, è di una immediatezza lampante. Non si possono non ricordare due omonimi libri sul piacere femminile: il più datato, pubblicato nel 2005, scritto dalla giornalista Sylvia de Béjar, è stato per molte settimane ai primi posti della classifica spagnola e quello della sessuologa californiana Keesling, nel 2013, viene definito un long seller ed è stato tradotto in dieci lingue.
“Il piacere è tutto mio” è un kammerspiel per il grande schermo, con una straordinaria interpretazione dell’attrice protagonista, Emma Thompson, per cui ha ottenuto la candidatura come migliore attrice ai Golden Globes. La sceneggiatura, firmata da Katy Brand, pur essendo stata scritta per il cinema, presenta tutte le caratteristiche di una perfetta pièce teatrale.
Con il nome di fantasia di Nancy Stokes, una vedova di sessantadue anni, Susan Robinson, insegnante bigotta di religione oramai in pensione, si rivolge a una agenzia di gigolo per lasciarsi andare ai piaceri del sesso e concedersi finalmente il suo primo orgasmo. Hanno inizio gli incontri – tre in tutto – in una camera di albergo con Leo Grande (interpretato da Daryl McCormack), un giovane aitante, dal corpo statuario e un volto ammaliante. L’incontro tra i due assume presto la forma di un percorso di conoscenza che acquisisce tonalità intime e profonde nella neutralità di una camera d’albergo. Gradualmente si mettono a nudo, lasciandosi andare a confessioni dolorose intervallate da intenti sessuali, a volte goffi ed esilaranti.
Seppur le immagini antinomiche dei due corpi sottolineino le contrapposizioni tra la disarmonia, l’appassimento della senescenza e l’armonia, la salute, la sensualità della giovinezza, Nancy riuscirà, con la sua vitalità esplorativa, a ridare freschezza a quel corpo diretto verso il declino. Emblematica è la scena in cui Susan, in piedi davanti allo specchio, con sguardo esplorativo, tipico dell’adolescente, osserva il proprio corpo e i segni degli anni trascorsi. “Il piacere è tutto mio” infatti affronta la complessa tematica del corpo. Man mano che il tempo avanza, l’aspetto fisico cambia. Di solito questo cambiamento non viene percepito perché la rappresentazione soggettiva del nostro aspetto è fissata a una fase precedente.
L’adolescenza e la vecchiaia, con i cambiamenti del corpo e dell’immagine di sé, rappresentano dei passaggi cruciali: crescere in un caso e tramontare nell’altro. Sono le età in cui maturare un nuovo sentimento di sé e della vita e separarsi da una rappresentazione e prospettiva precedente. La vecchiaia è una perdita che richiede una lunga elaborazione paragonabile a un lutto. De Ajuriaguerra sosteneva: “Si invecchia come si è vissuti” (Vecchi & Cesa-Bianchi, 1998, p. 185). Infatti a seconda di come siano state vissute le esperienze separative precedenti l’individuo riuscirà meglio o peggio a viversi la vecchiaia.
Sebbene la scelta di Susan non potrà riparare a ciò che non c’è stato nel passato, possiamo fantasticare che sancisca l’inizio di un cambiamento radicale, un nuovo modo di viversi quest’ultima fase della vita con slancio vitale e leggerezza.
Invecchiare bene infatti comporta cercare di preservare dentro di sé una buona dose di giovinezza: “Da vecchi bisogna mantenere giovane la mente, perfino più giovane e lieve e spensierata di quando si era giovani” (Lopez, 2011, p. 18).
Bibliografia
De Béjar, S. (2005) Il piacere è tutto mio. Milano, Tea.
Keesling, B. (2013) ll piacere è tutto mio –Tutto quello che le cattive ragazze sanno su uomini, amore, seduzione e che le brave ragazze devono imparare. Milano, Mondadori.
Lopez, D. (2011). La strada dei maestri. Costabissara (VI), Angelo Colla..
Vecchi, T., Cesa-Bianchi, M. (1998). Elementi di psicogerontologia. Milano, Franco Angeli.
Gennaio 2023