INTRODUZIONE DI GIORGIO BAMBINI
Il dibattito che sta per partire è stato sollecitato dalle tante riflessioni sul futuro della psicoanalisi e sulla sua posizione nella società e nella cultura di oggi. E’ comune sentire il disagio per il nostro progressivo essere messi ai margini, per essere a rischio di invisibilità nonostante la vitalità delle iniziative pubbliche di tanti di noi.
Fra i possibili vertici da cui guardare questo panorama, ci è sembrato che potesse essere interessante utilizzare quello dello “stato dell’arte” della nostra disciplina all’interno delle linee guida per il trattamento dei disturbi psichici nei Servizi Pubblici.
Ci è sembrata una proposta utile perché ci consente di osservare la situazione da una prospettiva “oggettiva”, che sta all’incrocio fra domanda ed offerta di salute, terapia, presa in carico della sofferenza. Alcune considerazioni che nascono da queste letture possono essere sconfortanti, ma è un confronto indispensabile. Per chi non ha mai fatto parte o non fa più parte dei Servizi per la Salute Mentale, può essere interessante confrontarsi con le modalità attraverso le quali viene percepito il ruolo e la funzione della psicoanalisi da coloro che stabiliscono l’idoneità dei trattamenti per i disturbi psichici nelle diverse età e fasi della vita. Per chi ancora si adopera per diffondere la cultura psicoanalitica nei Servizi, è questa l’occasione per condividere con altri colleghi esperienze, impressioni, possibili percorsi che consentano di riportare la nostra disciplina nei luoghi deputati al suo dispiegarsi: quello della clinica, della cura del disagio e del dolore delle persone. Laddove, cioé, continua ad essere il futuro della psicoanalisi.