Basilea

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28/02/13

che evoca quelle aree psichiche relativamente non strutturate in cui ci imbattiamo sempre più spesso e che ci richiedono, come psicoanalisti, un lavoro paragonabile a quello dell’artista.
L’assenza di forma non è un concetto psicoanalitico ma pone questioni che erano già presenti nel pensiero di Freud a proposito del calderone dell’Es, così come negli scritti clinici e teorici di molti altri psicoanalisti quali Winnicott, Bion, Milner,Tustin, Matte Blanco, Bleger, Fedida, Anzieu, Roussilion, Ogden. Nel nostro lavoro clinico come psicoanalisti abbiamo sempre a che fare con pazienti con strutture psichiche instabili, vaghe, indistinte o incomplete, elementi di cui la censura e le resistenze fanno uso. Come possiamo lavorare con questo tipo di sofferenza e con il fallimento nel comprendere quelle aree psichiche trascurate o abbandonate delle quali i pazienti possono anche non essere consapevoli?

Abstact dei lavori italiani presentati

http://www.epf-fep.eu

 

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