ALBERTO BLASI
Parole chiave: Psicoanalisi, Teoria Psicoanalitica, Ricerca, Bion, Winnicott, Klein
dalla Redazione (Anna Migliozzi)
Il video, qui proposto, è la registrazione della Lectio Magistralis, dal titolo, Perché una Ricerca Assiomatica. Conseguenze per il lavoro clinico, tenuta dal prof. Fernando Riolo, Psicoanalista con funzione di Training della SPI, presso il Centro Adriatico di Psicoanalisi, il 22 Ottobre 2022. L’incontro, che fa seguito alla pubblicazione del lavoro, Teorie psicoanalitiche a confronto. Un’indagine assiomatica a cura di F. Riolo*, sul numero IV 2021 della Rivista di Psicoanalisi, è stato organizzato in collaborazione con i Centri Psicoanalitici di Bologna, Firenze, Veneto e Adriatico nell’ambito dell’attività InterCentri.
La ricerca, a cui si fa riferimento, si è svolta tra 2014-2021 dal gruppo di Ricerca della SPI e ha avuto come obiettivo quello di identificare e confrontare gli assunti di base delle principali teorie che si contendono lo scenario attuale della psicoanalisi, e si propone quale strumento di lavoro per quegli psicoanalisti che volessero, “…avviare un’indagine sistematica sulla teoria (791:2021).”
La ricerca ha tentato di mostrare come nella psicoanalisi attuale coabitino concezioni psicogenetiche, patogenetiche e della cura, da cui discendono pratiche cliniche, diverse e incompatibili. Queste diversità di teorie e pratiche, da non confondere con un ‘vero pluralismo scientifico,’ si traducono, secondo gli autori, in una, “…forma di commensalismo, nel quale le diverse scuole e correnti convivono le une accanto alle altre, senza falsificarsi né modificarsi (791:2021).” Per questa via, risulterebbe difficile poter realizzare un vero confronto, in cui le teorie possano essere validate o confutate, che faciliterebbe un vero avanzamento delle conoscenze psicoanalitiche.
De Masi (2022), in una breve risposta a Riolo, però, afferma che la psicoanalisi non può essere considerata al pari di altre discipline scientifiche perché ha come oggetto la dimensione soggettiva dell’esperienza umana che può essere colta in un setting specifico da un’altra soggettività, quella di un osservatore emotivamente coinvolto, l’analista. Per questo sarebbe più utile parlare di modelli o paradigmi, piuttosto che non di teorie. Aggiunge come la mente umana sia un oggetto talmente misterioso e i modelli, che rappresentano ipotesi in relazione a quanto è conosciuto in quel dato momento, potrebbero coesistere, senza annullarsi, man mano che la conoscenza si allarga. I modelli, inoltre, non vengono superati o sostituiti completamente ma possono coesistere, senza escludersi vicendevolmente,“…a patto che non si pretenda che uno di loro assurga al ruolo di teoria omnicomprensiva.” Inoltre, le teorie tenderebbero a chiudere piuttosto che aprire,“…mentre il modello si presta di più a un confronto possibile con l’oggetto da investigare e può essere messo da parte quando si rivela non idoneo a contenere le nuove acquisizioni (De Masi, 2022).”
Mattana (2020), in accordo con Riolo quando afferma quanto sia necessario un confronto che favorisca un aumento delle nostre conoscenze, auspica che sia proprio il confronto fra modelli ciò che potrebbe aumentare l’ordine e il rigore della psicoanalisi, senza alterarne il metodo, con l’introduzione di parametri a esso estranei. Ma aggiunge che la psicoanalisi è scienza a statuto speciale in quanto, “… capace secondo modalità proprie e irriducibili di fondarsi criticamente sull’esperienza, intesa in primo luogo come esperienza clinica, non solo come base euristica per la formulazione di ipotesi, ma anche come banco di prova della loro validità.” Attraverso un falso pluralismo, “…eventualmente declinato come «strumentalismo […] rappresenta un ostacolo allo sviluppo di una dinamica analoga a quella di altre discipline.”
Riolo, nella relazione che presentiamo, cerca di dare conto delle ragioni della ricerca e invita, attraverso l’uso della metodologia che propone, a favorire il confronto come unica strada percorribile per produrre sviluppi della nostra disciplina. Aggiunge che quando parliamo di statuto epistemologico della psicoanalisi, ci troviamo di fronte due orientamenti: quello che assume che la psicoanalisi, “… è partecipe dello stesso orizzonte conoscitivo delle scienze della natura; o l’altro che ritiene che la psicoanalisi non abbia molto a che fare con esse e non possa farne parte; o anche che non sia proficuo che ne faccia parte.”
Nel primo caso, la ricerca dipenderà dalla nostra capacità di rispettare le procedure che sono proprie del metodo scientifico; nell’altro intenderemo il nostro lavoro come un’ars ermeneutica o terapeutica, rinunciando con ciò alla costruzione di una scienza della mente. Aggiunge, “… penso che si debba proprio alla reciproca tensione e cooperazione tra quelle due dimensioni la peculiarità del metodo psicoanalitico e la sua fecondità; ma a patto di preservare le distinte funzioni di entrambe nel rendere non solo possibili, ma generalizzabili e confrontabili le nostre osservazioni e le nostre spiegazioni. “Ci auguriamo che la relazione qui presentata, diventi un ulteriore occasione di confronto e dibattito.
Ringraziamo il Centro Adriatico per averne autorizzato l’utilizzazione.
* Fernando Riolo (Chair, Editor), Patrizio Campanile (co-editor), Diego Bongiorno, Claudia Bruno, Paola Camassa, Mariagrazia Capitanio, Milena Cappabianca, Eleonora Cutaia, Amedeo Falci, Fausta Ferraro, Amalia Giuffrida, Angela Iannitelli, Laura Lupo, Giuseppe Moccia, Eleonora Natoli, Daniela Rao Camemi, Andrea Rapisarda, Cristiano Rocchi, Sarantis Thanopulos, Gemma Trapanese, Sisto Vecchio, Geltrude Verticchio.
Articolo citato
Rivista di Psicoanalisi 2021/4
Teorie psicoanalitiche a confronto – Un’indagine assiomatica (a cura di Fernando Riolo)
Codice DOI 10.26364/RPSA20210670787
I PARTE Fernando Riolo. Perché una Ricerca Assiomatica. Conseguenze per il lavoro clinico.
II PARTE Fernando Riolo. Perché una Ricerca Assiomatica. Conseguenze per il lavoro clinico.