Nel
Settembre del 1910 Freud intraprese un viaggio in Sicilia con Ferenczi,
passando da Roma e Napoli, e giungendo infine a quell’estremo sud verso cui il
suo cuore aveva sempre anelato, come aveva scritto fin dal Settembre del 1900
in una lettera da Lavarone.
{rokzoom title=|Cartolina inviata a Oliver Freud|}images/freud_italia/tempio_di_minerva.jpg{/rokzoom}{rokzoom title=|Cartolina inviata a Martha in cui si vede l’albergo dove Freud alloggiava|}images/freud_italia/palermo_piazza_marina.jpg{/rokzoom}{rokzoom title=|Cartolina inviata ad Anna Freud|}images/freud_italia/monte_pellegrino.jpg{/rokzoom}{rokzoom title=|Cartolina inviata alla famiglia|}images/freud_italia/siracusa_fonte_aretusa.jpg{/rokzoom}
Comincerò con queste parole di Sigmund
Freud: "[…] come si giustifica un simile
bisogno di conoscere le circostanze biografiche di un uomo, quando le sue opere
sono diventate così importanti per noi? Si dice in generale che è il desiderio
di accostarsi di più a un uomo simile anche sotto l’aspetto umano. Sia pure …
[…] Ma questo però significa restringere la distanza che ci separa da lui,
opera quindi nel senso di una diminuzione. […] E tuttavia, penso, noi
dichiariamo legittimi gli sforzi dei biografi. Ora, il nostro atteggiamento
verso padri e maestri è di tipo ambivalente, perché la nostra venerazione nei
loro confronti nasconde di regola una componente di ribellione ostile. È una
fatalità psicologica che non si può mutare […]".
E dunque riconosciamolo, se si tratta
di "una fatalità psicologica che non può mutare", come scrive lo stesso Freud
nel discorso di accettazione del Premio Goethe nel 1930, riconosciamo pure che
ci può essere una certa ambivalenza, nella curiosità con cui ci accingiamo a
sfogliare le sue lettere di viaggio. Facciamoci scudo della sua pur riluttante
autorizzazione, e avviciniamoci non solo al Freud viaggiatore, ma anche al
Freud turista, così come appare nella corrispondenza privata alla famiglia..
Sì, perché in questi resoconti
incontriamo certamente il borghese colto e illuminato, nutrito di cultura
classica, che sulle orme di Goethe e di tanti viaggiatori dell’ottocento vive
quel viaggio come occasione di conoscenza e formazione, di nutrimento spirituale
e di arricchimento conoscitivo. Ma nelle lettere ci imbattiamo anche nel
turista, alla ricerca di un alloggio comodo e accogliente o di un ristorante
dove mangiar bene, e che annota meticolosamente le spese. Intravediamo Freud
che scarpina tra musei e rovine lamentandosi della torrida calura estiva, e che
beato descrive il refrigerio di una nuotata in mare. Ce lo possiamo immaginare
precipitarsi su, nella sua stanza d’albergo, e scrivere a casa che proprio lì,
sulla terrazza dell’ Hotel Subasio di Assisi, dove lui alloggia, ha potuto
vedere da vicino la grande Eleonora Duse in carne e ossa!
E cosa dire di Freud, che come ogni
padre e marito in viaggio da solo, forse si sente un po’ in colpa, e va a
caccia di souvenir e regali per moglie e figli lasciati a casa? Non
necessariamente a casa, riconosciamolo, magari in villeggiatura da qualche
parte dove lui, per un po’, ha condiviso con loro l’ameno soggiorno. Ma tra
agosto e settembre, d’abitudine, Freud si separava dalla tribù familiare per
due, tre, quattro settimane, e prendeva la strada verso il Sud. Non proprio da
solo. Assai raramente Freud viaggiava da solo. In Italia venne spesso con il
fratello minore, Alexander. Spesso con Minna, la cognata, da cui certe
maliziose insinuazioni di Jung. Dalla figlia Anna, Freud si fece accompagnare
due volte, e anche con Ferenczi condivise vari viaggi, tra cui proprio quello
in Sicilia – per inciso, in quell’occasione discussero del caso Schreber,
pubblicato l’anno successivo. Martha, la moglie, dal 1900 non compare più fra i
compagni di viaggio di Freud: disturbi femminili, la cura dei figli, la
preferenza per vacanze tranquille senza dover arrancare dietro l’infaticabile
Sigmund, … che intendeva assolutamente non perdersi niente, visitare proprio tutti
i luoghi su cui si era meticolosamente preparato prima di ogni viaggio
compulsando guide, cartine, libri d’arte e di storia, … insomma, era troppo
per lei!
Ma da dove nasceva in Freud quella
passione per i viaggi? Lui stesso, in una lettere del ’36 a Romain Rolland, riferì
una interpretazione di Victor Tausk sull’impulso a viaggiare che ben poteva
applicare a sé, individuando: "[…] due
tipi di viaggi dedotti dall’analisi, che nel primo caso avevano per motivo
recondito la fuga dal confronto decisivo con il padre, e nell’altro il
desiderio intenso di superare le condizioni miserande della casa dei genitori".
Dunque la passione del viaggiare come simbolo di emancipazione dal padre, ma
anche come rivalsa, sfida e conquista del nuovo e dell’ignoto, come accesso al
proibito. Ricorderete i tanti sogni su
Roma presenti nell’Interpretazione, quel desiderio di
visitare la città eterna riconosciuto da Freud come "mantello di copertura e simbolo di molti altri desideri". Di quali
desideri, viene da chiedersi? Molti studi biografici, e in parte lo stesso
Freud, hanno ipotizzato possibili risposte. Roma come simbolo del contrasto tra
ebraismo e cattolicesimo, come umiliazione paterna da riscattare. Roma e il Sud
come passato archeologico da riportare alla luce, territori dell’inconscio da
conquistare, luoghi ove l’arte, la natura, il piacere sensuale del vivere,
rimandano come ad un’esperienza totalizzante di immersione e possesso del corpo
materno. Andare verso Sud equivarrebbe ad osare un’impresa eroica ed erotica, dunque, rispetto alla
quale si erge il fantasma paterno. Non è un caso che Freud visitò la prima
volta Roma nel 1901, solo dopo la morte del padre e dopo la fine della propria
autoanalisi, anche se nei suoi precedenti viaggi italiani era giunto fino al
Trasimeno. Ma lì si era fermato, come Annibale, e non aveva potuto proseguire.
C’è una famosa lettera a Martha da Lavarone del primo settembre 1900. Freud è
lì con la figlia Anna, sono rientrati da una passeggiata nel bosco con un cesto
ricolmo di funghi, e lui sente che forse è finalmente arrivato il momento di
affrontare quel viaggio: "Perché dunque
abbandoniamo questo posto ideale di bellezza e tranquillità e ricco di funghi?
Solo perché ci resta ancora una breve settimana e il nostro cuore, come si è
visto, volge al Sud, verso i fichi, i castani, l’alloro e i cipressi, le case
con balconi, gli antiquari …". Ma, per vicende familiari, non fu possibile
realizzare il progetto, e dovette rimandarlo all’anno successivo.
Il viaggio in Sicilia fu intrapreso
nel 1910. Freud aveva allora 54 anni, e poteva ritenersi abbastanza
soddisfatto: l’interesse per la psicoanalisi si era ormai rapidamente diffuso,
era circondato da un numero crescente di allievi, e l’estate precedente era
stato addirittura invitato negli Stati Uniti a tenere una serie di conferenze.
Inoltre si era ormai lasciato alle spalle la sua piccola superstizione privata
– per intenderci, quella che secondo i calcoli dell’antico amico Fliess fissava
la data della morte di Freud a 51 anni. Forse, della paura della morte, restava
solo il disappunto di invecchiare. A questo proposito c’è una piccola,
significativa confessione malamente mascherata in Psicopatologia della vita quotidiana. Freud si propone di
illustrare "come un complesso personale
che domina qualcuno in un dato momento, provochi una dimenticanza di nome in
una connessione lontana". E introduce un episodio che ha come protagonisti:
"Due uomini, uno piuttosto anziano e uno
abbastanza giovane, che sei mesi prima avevano viaggiato insieme in Sicilia".
Nell’interrogarsi sul perché della dimenticanza del nome di un luogo visitato
insieme – la località è Castelvetrano,
in Sicilia appunto – "l’anziano"
così ragiona: "Evidentemente [è] perché
la seconda metà della parola, Vetrano, suona come veterano. Lo so bene,
non mi piace pensare che invecchio, e reagisco in modo strano quando altri mi
ci fanno pensare".
Del viaggio in Sicilia, Freud Scrisse
a Jung: "La Sicilia è la parte più bella
dell’Italia e ha conservato pezzi della tramontata grecità assolutamente unici.
La prima settimana sull’isola è stata di alto gradimento, la seconda in seguito
a un persistente scirocco una difficile prova per il povero Konrad. Alla fine
si ha la sensazione che tutto sia stato superato, lo scirocco e il pericolo di
colera e malaria. Settembre non è il mese giusto per poter godere di queste
bellezze. Il mio compagno di viaggio è
persona molto amabile, ma un po’ maldestramente trasognato e con un
atteggiamento infantile nei miei confronti".
Ecco il suo itinerario:
Roma, Napoli, Sicilia
Itinerario di viaggio
Dal 6 al 26 settembre
1910
6-8.9 Roma
8.9 Roma – Napoli
8-9.9
Trasbordo in nave Napoli –
Palermo
9-13.9
Palermo
13.9
Palermo – Segesta –
Castelvetrano
14.9
Castelvetrano – Selinunte – Palermo
14-15.9
Palermo
16.9
Palermo – Girgenti
17.9
Girgenti – Siracusa
17-20.9
Siracusa
20.9
Palermo
21-22.9
Trasbordo in nave Palermo –
Napoli
22.9
Napoli – Roma
23-24.9
Roma
26.9
Vienna
E allora scendiamo finalmente in
Sicilia e seguiamo Freud e il suo compagno dalla tappa romana all’imbarco a
Napoli sul Siracusa, per iniziare poi da Palermo il giro dell’isola.
LETTERA
A MARTHA
Roma
6 settembre
Amata
moglie,
[…]
A
Roma fa un caldo piacevole, questa sera farà fresco, per la calura non abbiamo
ancora sofferto neppure un momento. Questa mattina abbiamo girovagato per due
ore fra i resti del Foro, che già da solo merita un viaggio. Fra le h. 2 e le
h. 4, ossia mentre ti sto scrivendo, ci tratteniamo nelle nostre confortevoli
camere – è la miglior re-gola igienica al sud, benché impedisca di fare molte
cose. Ad essa ci atterremo però anche in Sicilia. Il colera sembra interessare
più da vicino noi Austriaci degli Italiani. […]
Stammi
bene, renditi tutto piacevole, saluta cordialmente i marmocchi che spero non ti
disturbino e scrivi regolarmente
al
tuo Sigm
CART.
POST. A MARTHA
Roma
7 settembre
Domani
mattina alle h. 10.45 partiamo per Napoli, arriviamo alle h. 3 e di notte
proseguiamo per mare per Palermo. Non ci si impiegherà di più che per l’America
[ ci volevano circa 11 ore. N.d.A.] e sarà molto più bello. Il tempo qui è
stato favoloso. Roma poi come sempre un prodigio. Noi stiamo entrambi molto
bene. Oggi in verità per la prima volta senza riserve. Qui non solo mangiamo
all’aperto, ma anche per strada in Piazza Colonna. Ne saresti estasiata. […]
Oggi ho ritirato la lettera di Annina e attendo con gioia notizie domani.
Cord saluti
pà
CART. POST. A
MARTHA
Napoli
8 settembre
Dopo
un viaggio cocente scambiata la nostra elegante Roma con una Napoli rumorosa e
vissuto ogni sorta di divertente avventura. Ma qui nella Villa Nazionale sul
mare sotto le palme con vista su Capri è cosi bello e possiamo ristorarci qui
fino alle h. 11 di questa sera, quando la Siracusa salperà per Palermo. Se i
nostri bagagli avranno resistito ai vari cambiamenti di oggi, sarà tutto in
salvo.
Cord
saluti
pà
A
bordo d. Siracusa
8
settembre
h.
10 di sera
Miei
cari
Di
nuovo su una nave dopo l’America. Piroscafo grazioso e pulito e assai poco
spazio per due nella cabina. Il silenzio ci fa bene. Napoli è stata
naturalmente di nuovo uno spettacolo infernale, ma grazie a un viaggio in
carrozza a Posillipo abbiamo goduto della vista indimenticabile su tutto il
panorama circostante, da Ischia fine a Capo Miseno. […] La nave salperà
soltanto alle h, 11.
Cordialissimi
saluti
pà
LETTERA
A MARTHA
SU
CARTA INTESTATA DELLO "WEINEN’S HOTEL DE FRANCE", che si affacciava
su Piazza Marina (N.d.A. vedi foto)
9
settembre
Amata
moglie,
Arrivati
questa mattina, trovata solo la lettera di Sophie per la quale porterò qualcosa
di bello. Il mare era tranquillo e azzurro. L’arrivo di lunga durata come tutti
gli attracchi. Dapprima attraversata una zona portuale non bella verso il
nostro hotel in bella posizione, dove abbiamo occupato un intero appartamento,
3 camere con in mezzo il bagno, per 14 L. in tutto. Pensione per due, se
vogliamo a 30 L. Poi attraverso Corso Vittorio Emanuele nel centro della città
che diventa sempre più grandiosa e magnifica fino al Duomo normanno e al
Castello reale. Ma oggi non vogliamo lavorare. Dopo il buon pranzo riposeremo.
F[erenczi]non ha dormito sulla nave e adesso sta recuperando. Nel pomeriggio
poi faremo una passeggiata, il lavoro comincerà soltanto domani. […]
Qui
e in generale in Sicilia c’è da viaggiare tremendamente tanto, tanto che o
resto qui un mese intero oppure dovrò limitarmi moltissimo. Le piccole
escursioni in campagna sono rese impossibili dalla stagione, il nostro
programma consterà di alcune grandi città e di alcuni antichi templi.
Palermo
è una città elegante, pulita, estremamente ricca di edifici e dotata di tutto
quanto si possa pretendere, quasi come Firenze. lo qui per esempio mi compererò
un contenitore per le mie cravatte. Solo ora ci rendiamo conto della
magnificenza dei giardini pubblici, uno dei quali dà sulla nostra piazza. La
guida Baedeker dice che l’acqua è buona. Grande è il nostro benessere. Mi è
solo chiaro che né lavorerò né conoscerò molto della Sicilia, ma di sicuro
spenderò ancor più denaro di quanto abbia fatto finora. Forse l’effetto
appagante si verificherà in un secondo tempo.
La
lettera di Sophie sulla ostilità del mare settentrionale giustifica il mio
desiderio di sud che qui viene appagato. […]
Cordialissimi
saluti
a
tutti
papà
CART.
POST. A MARTHA
Palermo
10 settembre
Ricevuti
lettera e telegramma. Mi fa molto piacere che stiate così bene al W[itteburg].
[…] Qui oggi piove per cui non è affatto caldo; non ci si bagna quasi neanche.
Il temuto scirocco non è ancora arrivato. Quindi stiamo splendidamente. Questa
mattina museo con magnificenze uniche. Nel pomeriggio programmata gita in
carrozza a Monreale.
Saluti
molto, molto cordiali
Papà
CARTOLINA
ILLUSTRATA AD ANNA (1)
Palermo
10 settembre
Cara
Anna
Qui
una prova del nostro paesaggio. Cerco un cavallo per te e ti saluto
cordialmente
papà
LETTERA
A MARTHA
11 settembre
Amata
moglie
[…].
Qui è una dovizia di piacevolezze, il tempo piovoso, un po’ tutti i giorni, il
che disturba poco e rinfresca molto. Speriamo che non arrivino presto le forti
piogge autunnali. Settembre non è neppure in Italia il periodo migliore. Quello
inizia a ottobre. Ma si può essere molto soddisfatti. Non ti so dire quanto
oggi ho visto e annusato di belle cose. La magnificenza e il profumo dei fiori
nei parchi fa dimenticare di essere in autunno. Quanto agli acquisti va
malissimo, proprio nulla che si desidera portarsi con sé. Forte imbarazzo.
Domani faremo la prima gita fra le rovine, ma solo per mezza giornata. Martedì
13 e mercoledì 14 li trascorreremo visitando in un giro più lungo due templi a
Segesta e Selinunte. Quest’ultima si trova sul limite meridionale dell’isola.
La sera poi ritorniamo a Palermo e il mattino seguente, il 15, ripartiamo per
l’ultima tappa, Girgenti.
Da lì parte la strada per Catania e Siracusa,
ossia per la parte orientale dell’isola. A Siracusa, dove ti ho pregato di
indirizzarmi le lettere, faremo probabilmente la sosta più lunga. Fra Palermo e
(Siracusa o) Catania saremo dispersi per qualche giorno, due al massimo; non si
può fare altrimenti. I nostri bagagli restano qui fino al 15. In genere abbiamo
mantenuto l’abitudine di viaggiare con piccole valigie.
Devo
vivamente contraddire l’impressione, che nutrivo bensì pure io, che qui in
Sicilia si sia per cosi dire fra selvaggi ed esposti a straordinari pericoli.
Si hanno le stesse sensazioni e le stesse condizioni di vita che ci sono a
Firenze o a Roma. Per lo meno a Palermo è così, e in campagna e nelle città più
piccole sarà di certo tutto più primitivo, ma non più sconvolgente.
Ferenczi
si diverte molto ed è alquanto amabile, trova la situazione forse ancora più incredibile di
me. Abbiamo persino l’atmosfera e la
comodità per lavorare un po’. […]
Cordiali
saluti a tutti
Tuo
Sigm
CART.
POST. A MARTHA FREUD
Alcamo-Catlatafimi
13 settembre h. 6
Stazione
dove per errore siamo arrivati un’ora prima e aspettiamo il treno per
Castelvetrano, dove trascorreremo Ia notte; domani andremo a Selinunte e nel
pomeriggio torneremo a Palermo. –
La
Sicilia più profonda qui non ancora con toponimi arabi, seria e sporca, ma il
caffè era ottimo. – Il tempio di Segesta, da dove veniamo è stato una stupenda
visione in uno spazio profondamente romito e solitario.
Valeva
davvero la pena di compiere il viaggio
di h. 2 1/2 di andata e altrettante di ritorno su un miserando carretto. Gli
altri templi non saranno cosi spossanti. […]
Cord
saluti
Papà
CART.
ILL. DA SELINUNTE A OLIVER FREUD
Selinunte
14 settembre
Ti
ricorderai certo che nel 409 Annibale ha provveduto alla conservazione di
questo tempio. (3)
Cord
saluti a tutti
papà
CART.
POST. A MARTHA
Palermo
14 settembre
[…]
Anche il nostro viaggio ha avuto un prolungamento per via di Girgenti, dove
andremo domani, così che arriveremo solo sabato 17 di sera a Siracusa. Tempo di
una magnificenza incredibile. […]
Cordialmente
papà
[Sul
margine sinistro]
saremo
invece venerdì a Siracusa! Difficile
trovare la data.
LETTERA
A MARTHA
Palermo
15 settembre
Amata
moglie
[…]
Palermo é stata una goduria inaudita che per la verità non ci
si dovrebbe concedere da soli.
Prometto solennemente che per quanti guai
prossimo anno ci riserverà, io penserò che ho già avuto e consumato la mia parte. Un
tale splendore di colori, profumi, vedute e benessere non li ho mai avuti tutti
in una volta. Ora è passato, viene messo sotto chiave e riaperto solo per altri. Ma forse a Siracusa
mi aspetta qualcosa di ancor più bello.
Mi
dispiace tremendamente non poterlo proporre anche a voi. Per poter godere di
tutto questo in 7, in 5 o anche solo in 3 – insomma in undici, dodici, tredici
– non avrei dovuto diventare psichiatra e a quanto fare il fondatore di un
nuovo indirizzo in psicologia bensì un produttore industriale di qualcosa di
generale utilità, come carta igienica, fiammiferi, fibbie da scarpe. Per
cambiar mestiere è ormai troppo tardi e quindi continuo a godermela io
egoisticamente da solo, ma in fondo con rammarico.
Solo
gli acquisti presentano grosse difficoltà. Non c’è molto da portare che non ci
sia anche altrove, che solleciti con un pack me now, carrozze e muli sono
esclusi, i fiori non si conservano – cosi che davvero vi prego di considerare
annullate le richieste in questo senso e di accettare in compenso a Vienna il
controvalore in denaro. Robert soltanto riceverà lo zolfo ambito – lui infatti
ha espresso un desiderio concreto, adatto alla regione. Date che è molto più
semplice interessarsi a ciò che è noto piuttosto che a ciò che è ignoto, ti
comunico che con l’acquisto di un portafogli nuovo ho reso utilizzabile il mio
abito di seta e oggi l’ho indossato per la prima volta. La calura era tanto
poco fastidiosa, soltanto raggi di sole uniti a una bella brezza, che prima non
ne ho sentito la necessità.
Qui
si comprendono i versi che fanno più o meno cosi:
"
Che soave zeffiretto …
Questa
sera spirerà!
Sotto
i pini del boschetto". (2)
Per
non dipingere tutto in toni rosa su rosa e suscitare così l’invidia degli dei,
accenno al fatto che oggi abbiamo letto delle voci sul colera a Napoli.
Seguiremo la vicenda e agiremo di conseguenza. In Sicilia finora non se ne è
riscontrata traccia alcuna, dunque meno che a Vienna a Budapest. A proposito, a Vienna con questo
bel tempo non avete nulla da temere. Un po’ di cautela mangiando la frutta non
è controindicata.
E
ora a conclusione e come commiato da Palermo cordiali saluti a tutti voi di
nuovo riuniti a casa da
papà
CART. ILL. A SOPHIE FREUD
Girgenti
16 settembre
Oggi
c’era scirocco. Perlomeno questa notte per la prima volta non ho dormito
neppure a Palermo. Fer[enczi] nemmeno. L’Africa ma prodigiosamente bello.
Papà
CART.
POST. ALLA FAMIGLIA
Siracusa
17 settembre
[…]
Qui albergo tedesco, camera con bagno – pensione 11 L., pulitissimo ecc.
Arrivati tardi da Girgenti, fatto un rapido bagno e ora intenti a un’ottima
cena. Siracusa pare sia bellissima, forse anche caldissima, benché sia ubicata
in mezzo al mare e puzzi molto chiaramente di pesce. Oggi niente decisioni. Ci
deve essere scirocco da due giorni. In tutto questo però stiamo, io di più, particolarmente bene. F[erenczi]
non ha ancora superato del tutto il primo giorno di scirocco a Palermo. Io bevo
di nuovo vino e ho cominciato con un succulento vino di campagna a
G[i]rg[en]ti, continuo con il Moscato di Siracusa. Voglia Dio che non ci siano
brutte conseguenze. Del resto qui c’è ovunque un’eccellente acqua potabile
stando a tutte le testimonianze. Il viaggio con un piccolo bagaglio si e
rivelato molto opportuno, in questo mamma aveva ragione. Finora tutto è andato bene. Qui vogliamo restare almeno 4
giorni, forse una settimana. Voi in ogni caso scrivete qui fino a che io non
telegrafo altrimenti. A Palermo c’era un caso sospetto che si e già risolto.
Pare che qui si prenda molto sul serie tutto quanto riguarda il colera.
Cordiali
saluti
papà
18
SETTEMBRE 1910
LETTERA ALLA FAMIGLIA
Siracusa
18 Settembre
Miei
cari
[…]
Siracusa doveva appunto essere la meta principale del nostro viaggio ed è
considerata la città più greca d’Italia Noi siamo arrivati qui soltanto ieri
sera tardi, come ormai dovreste sapere da due cartoline postali consecutive, e
questa mattina – sto scrivendo durante la pausa meridiana – abbiamo visto i
resti di due templi in città e visitato una parte del museo. La città è
alquanto insulsa, angusta e maleodorante, quanto ad estensione ricopre ora
soltanto un quinto dell’antica Siracusa. Corrisponde all’antica isola di
Ortigia, tutti i resti dei grandiosi e bei monumenti antichi si trovano sulla
terraferma, dove non siamo ancora stati. Il nostro albergo si trova su una
terrazza murata sopra l’antica Fonte Aretusa che ora è racchiusa in uno stretto
recinto che contiene cespugli di papiro e pesci sacri. Da lì prende avvio
un’affascinante passeggiata lungo il mare profumata d’oleandri. Dalla mia
finestra ho una vista completa sul mare, solo una palma da dattero ostacola un
po’ lo sguardo libero. Come a Palermo sono diviso da Ferenczi dal bagno in
comune con arredamento moderno; nel complesso dunque non c’è molto di cui
lamentarsi.
Purtroppo
imperversa il previsto scirocco. Non che la calura sia eccessiva, i raggi del
sole da soli io li sopporto egregiamente, ma c’e un’atmosfera un po’
paralizzante e qualcosa di opprimente nell’aria, il cielo non è terso, tutto è
attutito, un po’ perturbante. Perciò ho dormito male e sono stanco. Per
Ferenczi non é molto diverso. Fra i tesori del museo abbiamo dimenticato tutto;
ora ci siamo detti che se non cambia, resistiamo qui solo 3 o 4 giorni e poi
procediamo. Non è dunque possibile stabilire nulla. […] Le probabilità di
portare qualcosa sono sempre più ridotte. Resta soltanto Catania, se facciamo
tappa lì. Con i più cordiali saluti – Ferenczi mi prega di aggiungervi anche i
suoi
vostro
papà
LETTERA AD ANNA
Siracusa
18 settembre
Mia cara Anna
Ti
ringrazio di cuore per la tua lettera giunta oggi, scritta nel periodo in cui
eri sola che oggi è ormai superato. Non vale quasi la pena di rispondere, se
nel frattempo tutto è cosi radicalmente cambiato, eppure mi rimprovero di non
averti scritto una volta più a lungo. Ma il viaggio, le molte novità e
difficoltà mi scuseranno presso di te. Forse avevo la coscienza sporca anche
perché troppo avventatamente avevo fatto la promessa di portare per te qualcosa
di particolarmente bello e non riesco affatto a mantenerla.
Tu, con il talento che hai di stupirci con i
tuoi desideri, non saresti in imbarazzo neppure nella metropoli di Palermo, nel
desiderare per te qualcosa di trasportabile. I prodotti di Sicilia che noi
teniamo in considerazione sono zolfo, papiro e antichità. Di tutti e tre
posseggo già dei saggi, ma purtroppo, come vedi, tu di questi non potrai avere
nulla. A Vienna bisognerà prendere una decisione. Visto che io me la sono
goduta tanto, voglio concedere qualcosa anche a voi.
La
Sicilia era ed è stupenda, ma – da due giorni imperversa qui lo scirocco e
quello è difficile da reggere, sminuisce le capacita edonistiche e non permette
di verificare l’illusione di essere in un eccezionale stato paradisiaco. Le
notizie sul colera a Napoli sono anch’esse contraddittorie; non si sa quali
difficoltà potrebbero derivarne in viaggio, e quindi è possibile che questo bel
viaggio si concluda prima del previsto.
[…].
Anch’io sono molto curioso di vedere come saranno le innovazioni in casa. Dì
alla mamma che se la copertura della mia scrivania è troppo macchiata, la deve
far rinnovare in fretta da Spitz ancora prima del mio arrivo, e far anche
aggiustare un po’ la scrivania. […]
Come
vedi col pensiero sono già più a casa che presse Archimede, che ha un monumento
qui sotto accanto all’Aretusa sotto la mia finestra.
Saluto
te e tutti gli altri
cordialmente
il tuo
papà
CART.
POST. A MARTHA
Siracusa
19 settembre
[…]
Siracusa è stata ancora stupenda, ma il mio talento edonistico è appagato. Ho
visto talmente tante cose belle, grandiose, uniche. A Roma ci riposeremo, ma
non a lungo, tornerò a casa alcuni giorni prima del previsto. […] Domani
mattina partiamo per Palermo, possiamo proseguire però solo mercoledì sera per
Napoli, poi direttamente per Roma.
Cord saluti
pà
CART. POST. A MARTHA
Siracusa
19 settembre
Ti
ho appena telegrafato che torniamo indietro: Palermo, Roma, dove restiamo un
po’. Per bella che sia Siracusa, adesso per via dello scirocco non è adeguata
per un lungo soggiorno, a Catania, Taormina ecc. la situazione non sarà diversa
e la notizia che a Roma controllano i viaggiatori provenienti da Napoli ci
rende smaniosi di aver Napoli alle spalle.
Cord
saluti
papà
[Aggiunta
sul bordo sinistro della cartolina:]
Stiamo
bene entrambi!
CART.
POST. A MARTHA
Roma
22 settembre
Appena
arrivato e contento di essere qui. Negli ultimi 8 giorni di scirocco abbiamo
molto sofferto, ma veniamo a sapere qui che oggi é finito. […] – A Napoli ci
siamo trattenuti pochissimo, c’era decisamente poco traffico in città. All’arrivo
a Roma c’era una visita medica; noi potemmo passare perché venivamo da Palermo.
A Roma siamo già molto vicini. […]
Cordiali
saluti
papà
CART.
POST. A MARTHA
Rama
23 settembre
[…]
abbiamo preso biglietti con vagone letto, partiamo domani sabato alle h. 11 1/2
di sera e saremo a Vienna lunedì mattina. A Roma fa un freddo autunnale, ha
piovuto, il cappotto pesante di taffettà torna in auge. È molto bello fare
ancora qualche giorno di ferie a casa. Per ogni ulteriore domanda sono
disponibile solo da sabato. Sono
anche contento di poter partecipare a tutte le innovazioni di casa. Questa
dunque l’ultima lettera. Segue ancora o forse precede un telegramma.
Cord
saluti
Papà
(1) È una
cartolina con l’immagine del Monte Pellegrino, da dove Amilcare, il padre di
Annibale partì per assediare la città. Ricordando che egli ha fatto giurare al
figlio odio eterno contro i Romani, e la giovanile identificazione di Freud con
Annibale, questa gita deve aver certamente sollecitato qualche associazione a
Freud. Vedi foto. (N.d.A.)
(2) Duetto dalle
Nozze di Figaro (N.d.A.)
(3) … e dunque
Annibale era ben presente nei pensieri di Freud! (N.d.A.)