Ma nessuno avrebbe potuto salvare la psicoanalisi se nel frattempo fossero scomparsi gli analisti. Gli analisti nel mondo, in Europa e in Italia hanno resistito alle incerte fortune della psicoanalisi, hanno continuato a lavorare nei loro studi con i pazienti che continuano a chiedere di fare “una psicoanalisi”, quella “sul lettino”. Il nostro lettino, il nostro setting, i nostri studi sono la nostra arca. Da Parigi il giovane Freud scriveva a Martha: Tornerò a Vienna, ci sposeremo e aprirò lo studio per curare gli incurabili. Aveva trent’anni, i primi pazienti erano due o tre al giorno, e non pagavano. A poco più di quarant’anni, scendevano dall’Orient Express e si affollavano all’Hotel Regina, vicino alla Bergasse, pazienti e allievi che arrivavano dall’America e da tutte le città europee. Aveva una fede sicura su “i successi terapeutici del nuovo trattamento” e un altrettanto sicuro presentimento che le sue idee avrebbero suscitato i sospetti del mondo accademico. Infatti la sorprendente teoria che andava spiegando i risultati delle sue esperienze cliniche non piacque affatto alla Società Medica di Vienna, che cercò di isolarlo. Il riconoscimento del mondo della cultura fu tardivo ma prestigioso: nel 1930 ricevette il premio Goethe. Il riconoscimento del mondo scientifico arrivò nel 1935 dalla Royal Society: l’onorificenza più ambita cui uno scienziato potesse aspirare. Gli recarono in casa il libro delle firme, con fierezza immaginabile appose la sua accanto a quelle di Newton e Darwin. Scrisse: “Spero che questi onori all’inventore gioveranno nel futuro alla psicoanalisi e agli psicoanalisti”Sapeva che ogni analista avrebbe incontrato enormi difficoltà, e non solo per via di una tecnica molto complessa da apprendere e da applicare alla cura. Il futuro analista deve essere capace di mantenersi indipendente dal potere delle istituzioni, del sapere e della cultura dominanti.Freud definì la psicoanalisi:1) un metodo per l’indagine di processi mentali pressocchè inaccessibili per altra via.2) un metodo terapeutico fondato su tale indagine per il trattamento dei disturbi nevrotici3) una serie di concezioni psicologiche acquisite per questa via e che gradualmente convergono in una nuova disciplina scientificicaQueste furono anche le tappe della sua ricerca. A Parigi, nei mesi trascorsi alla Salpetrière, ebbe la prima folgorazione: “Ritenevo che collegare l’isteria con la sessualità fosse una specie di insulto”. Riconobbe in se stesso una resistenza. La stessa dei futuri pazienti. Da quel momento l’etiologia sessuale delle psiconevrosi sarà l’obiettivo della sua indagine; e le sue prime scoperte saranno proprio quei processi psichici che ostacolano il riconoscimento dei contenuti sessuali: la rimozione e la proiezione. Ma la data davvero significativa fu il 1899, la pubblicazione dell’Interpretazione dei Sogni. Nello stesso anno Max Planck tenne la prima conferenza sulla teoria dei quanti. Per la storia delle idee è una data memorabile. Al paradigma scientifico classico fu affiancato un nuovo paradigma: probabilità, postdittività, relatività osservazionale, permisero di avventurarsi oltre i confini tradizionali della scienza. Con l’Interpretazione dei Sogni “il significato” entra ufficialmente nel dominio della scienza. Freud scompose il sogno nei suoi elementi (analisi), osservò nella ramificazione delle libere associazioni reti pluridimensionali di nessi. Il campo del significato si estendeva vertiginosamente. Scoprì che i significati del soggetto inconscio erano sottoposti a trasformazioni (spostamenti, condensazioni, inversioni logiche e temporali) e scoprì che le stesse trasformazioni sottendevano il linguaggio, il comportamento, i sintomi.Ancora oggi la differenza tra una psicoterapia e la cura analitica sta nell’importanza attribuita ai sogni, al metodo delle associazioni libere, all’interpretazione del transfert: grazie al quale l’analisi si differenzia da ogni terapia semplicemente cognitiva; l’analista può curare il paziente in quanto questo immancabilmente lo investirà delle sue spinte affettive, amorose e ostili, ripetendo le complesse relazioni che hanno caratterizzato la sua storia infantile.Dal 1915 in poi Freud costruisce la teoria della psicoanalisi, la metapsicologia. E’ singolare che a ogni passo di questa elaborazione si accompagnino importanti scritti di interesse culturale e sociale. Il risultato di questo livello alto di speculazione consegnerà ai futuri analisti un nuovo orizzonte: “In questi anni ho costruito l’edificio teorico della psicoanalisi… ho sentito anche il dovere di applicarmi a temi che vanno oltre il mio abituale campo di attività…infine mi sento autorizzato a menzionare le nuove acquisizioni cui ho personalmente recato un contributo determinante, la scoperta del narcisismo, e della applicazione della psicoanalisi alle psicosi”. Freud dimostrò che la rimozione non è l’unico meccanismo di difesa, che non esiste soltanto l’inconscio rimosso. I meccanismi di difesa della parte psicotica della personalità, gli stessi che garantiscono la sopravvivenza dell’individuo, possono tentare di distruggere l’apparato stesso che produce i significati e le relazioni portatrici di significato, comprese quelle con l’analista e con la realtà esterna. E’ questo il campo che ha oggi i più interessanti sviluppi nella ricerca psicoanalitica italiana: esso include, oltre alle psicosi, le nuove patologie dell’adolescenza, i nuovi disagi della civiltà, ma anche i rapporti con le scienze cognitive e con le neuroscienze.