( A cura di Ivana Pozzoli e Marijan Parini )
La cultura psicoanalitica genovese ha trovato nella Clinica Neuropsichiatrica dell’Università di Genova, diretta da Cornelio Fazio, un primo riferimento istituzionale. Franco Giberti, allora Aiuto della Clinica stessa, sin dai primi anni ’60 valorizzò il contributo della psicoanalisi e ne incoraggiò la formazione; sostenne e caldeggiò alcuni giovani medici a prendere contatto con Cesare Musatti a Milano. La strada era fatta! I primi candidati della SPI a Genova furono, nel 1968, Liliana Vannucci e Romolo Rossi; furono loro ad aprire la strada agli altri.
Quando, qualche anno dopo, si trasferì a Genova da Milano Roberto Speziale Bagliacca, si venne a costituire un piccolo gruppo di tre persone che si incontrava con periodicità e discuteva su temi clinici e teorici, partecipando alle attività scientifiche del Centro milanese.
Collateralmente, in sede Universitaria, si sviluppò, con gli studenti di Medicina e con gli specializzandi, presso la Cattedra di Psichiatria ormai diretta dallo stesso Giberti, una attività clinica e formativa centrata sul “Gruppo”; ne furono i promotori Speziale Bagliacca e Carmelo Conforto e, con l’aiuto e il supporto di Giberti, si costituirono gruppi clinici con i pazienti ricoverati e gruppi centrati sulla lettura di testi teorici e letterari.
Nel 1979 Carla Preve si trasferì a Genova da Torino, pur mantenendovi ancora per circa due anni parte del lavoro clinico. La Preve ricorda come già nella sua epoca torinese avesse avuto un interesse specifico per gli autori inglesi di orientamento kleiniano: una volta trasferitasi a Genova, la sua formazione continuò e venne arricchita dalla frequenza di seminari e supervisioni con psicoanalisti kleiniani; a questi partecipavano anche altri psicoanalisti genovesi. La Preve e la Vannucci ricordano con commozione quel periodo di grande impulso formativo e l’entusiasmo dei continui viaggi a Milano e a Torino. Furono gli anni di R.Meltzer, H.Rosenfeld, B.Joseph, I. Brenman Pick, E. Brenman, K.Grinberg, tutti analisti che tennero per anni seminari e supervisioni a Milano.
In quegli anni il Centro genovese non esisteva, ma esisteva un gruppo animato da interesse per l’approfondimento e lo scambio delle conoscenze e delle esperienze cliniche e teoriche. L’attività scientifica degli analisti genovesi si organizzava con riunioni informali, inizialmente nelle case dei vari membri, ed in seguito in un albergo cittadino. Il gruppo era costituito da Liliana Vannucci, Romolo Rossi, Roberto Speziale, Carla Preve, Carmelo Conforto, Franco Giberti, Mario Muzio e gli allievi erano: Carlo Baconcini, Riccardo Brunacci, Claudia Cionini, Gianni Grillo, Emilio Maura, Silvana Paganini, Roberto Peraldo, Gianluigi Rocco.
Nel 1984 si trasferì da Buenos Aires Giovanni Massidda, e il gruppo si aprì alla conoscenza e allo studio della psicoanalisi argentina, in particolare dei Baranger, Bleger, Lieberman.
Mano a mano che a Genova la cultura psicoanalitica si espandeva, alcuni psicoanalisti furono chiamati a tenere lezioni e a condurre gruppi di supervisione e di studio nell’Università, nelle USL e nel Tribunale dei Minori. Il gruppo degli psicoanalisti cresceva e si arricchiva con continui arrivi da fuori. Gli incontri scientifici che già da tempo erano diventati una evenienza stabile, vennero arricchiti da psicoanalisti di altri Centri che portarono il loro contributo di esperienza e di conoscenza scientifica.
Nel 1987 arrivò a Genova da Londra Mauro Morra.
Egli apparteneva alla generazione successiva a quella dei pionieri; si era formato a Milano, ed aveva poi allargato la sua formazione didattica su un piano internazionale, prima a Ginevra, poi a Londra, dove aveva vissuto lavorando in varie Istituzioni ospedaliere, e, in particolare, in Centri per adolescenti e per bambini autistici.
Al suo arrivo a Genova, preceduto da contatti professionali con l’Ospedale Gaslini e con un gruppo di professionisti interessati alla psicoterapia analitica dell’infanzia, diede inizio al Corso di Osservazione psicoanalitica, modello Tavistock, che perdura tuttora.
Didatta e già vice- presidente della SPI, Morra era interessato a tornare a Genova, sua città natale, intenzionato, per l’amore verso l’oggetto psicoanalitico e per il suo forte carattere, a perseguire l’idea di costituire un Centro genovese. Lui, sostenuto dalla saggezza, dallo spirito collaborativo e dall’equilibrio di Carla Preve, fu lo stimolo e l’animatore, e il gruppo genovese rispose positivamente.
Si costituì così nel Novembre 1988 il Centro Psicoanalitico di Genova, di cui furono soci fondatori tutti i soci SPI residenti a Genova. Il primo Direttivo era presieduto da Morra stesso con la Preve segretario scientifico, Massidda segretario amministrativo, Brunacci tesoriere, la Vannucci consigliere.
L’11 Marzo ’89, presso l’Hotel Miramare di Santa Margherita, avvenne l’inaugurazione, con relazione introduttiva di Morra, discussa da .F. Flegheneimer e da Lina Generali Clements; Speziale Bagliacca ne fu il moderatore; era presente l’allora Presidente della SPI, Giovanni Hautmann. Parteciparono come invitati anche Laura Tognoli e Gabriele Pasquali, che ricordano: “E’ molto viva in noi l’emozione di quella giornata ed in particolare l’espressione felice di Morra, che vedeva finalmente realizzarsi un sogno perseguito da anni!”.
Morra e la Preve si impegnarono molto per costruire un gruppo, consapevoli dell’importanza dello scambio scientifico e del senso di appartenenza. In particolare Morra sviluppò l’esperienza della psicoanalisi infantile, così alcuni soci poterono approfondire l’esperienza dell’Infant Observation, peraltro già iniziata a Milano con la Generali Clements e altri iniziarla con soddisfazione grazie alla conduzione dello stesso Morra. Favorì, per la sua precedente esperienza istituzionale, il dialogo con gli altri Centri italiani e mantenne nello stesso tempo un continuo collegamento con il gruppo kleiniano londinese.
Fu in quello stesso anno che si trasferì da Milano, e precedentemente da Londra, la stessa Generali, che, esperta didatta e pioniera dell’analisi infantile e dell’Osservazione del neonato, collaborò all’attività scientifica del Centro, contribuendo, anche come Segretario scientifico, ad organizzarla. Tenne gruppi di studio teorici e clinici e di “Infant Observation” ed è tuttora vivo in molti colleghi l’apprezzamento per la sua straordinaria capacità di risonanza emotiva ed elaborazione fantastica.
Nel 1991 arrivarono a Genova Laura Tognoli e Gabriele Pasquali.
“I Pasquali”, come solitamente vengono chiamati, compirono il loro training analitico a Londra dove lavoravano nelle Istituzioni; nel ’78, una volta eletti membri associati della British Society, si trasferirono a Milano dedicandosi esclusivamente all’analisi e parteciparono attivamente alla vita del Centro milanese. Ma l’amore per la natura e il mare li attrasse in Liguria, e a Sori trovarono il luogo ideale in cui vivere. Nel Centro di Genova si integrarono rapidamente e trovarono persone molto dedite al lavoro analitico, sempre presenti alle riunioni scientifiche. Ricordano che le discussioni erano franche e aperte e, nonostante a volte assumessero toni decisamente duri, tuttavia non veniva mai perso di vista lo scopo fondamentale della riunione e, sia pure tra toni accesi, il lavoro analitico procedeva. In quegli anni, per una strana coincidenza si trovavano a far parte del gruppo genovese ben quattro kleiniani di formazione londinese (i Pasquali, Morra e Lina Generali), che salirono a cinque, per un anno, con l’arrivo di Gabriella Grauso, trasferitasi in quel periodo da Londra. Ma se i Pasquali al Centro genovese si trovavano bene e si sentivano integrati, non altrettanto buono era il loro rapporto con la SPI. Era il periodo della cooptazione dei Didatti, del blocco delle nomine dei Didatti e della Site Visit Committee dell’IPA. Per questo nel ’93 decisero, insieme a Lina Generali, di dimettersi dalla SPI e di entrare a far parte della nuova Società che si stava formando, l’AIPsi. Ma rimase in loro la nostalgia e la mancanza delle riunioni genovesi, e,quando decisero di tornare nella SPI, nel ’98, si sentirono molto ben accolti e aiutati dai colleghi genovesi, proprio in quel difficile periodo di passaggio: “Fu come se fossimo ritornati a casa!”.
Da allora il Centro è molto cresciuto e non solo in senso numerico ( ha ora 34 soci e 20 candidati). E’ diventato più maturo, si è fatto più consapevole di quello che può offrire alla città, più fiducioso di potersi confrontare con altri campi del sapere. Le proposte degli Esecutivi che si sono avvicendati hanno trovato un gruppo interessato e attivo che le ha fatte proprie e che ha stimolato a sua volta con il suo interesse e la sua partecipazione. Ci sono e ci sono stati anche differenze e confronti, a volte accesi e tesi, e, purtroppo, distacchi, e alcune dolorose partenze; Lina Generali è rientrata a Londra e Morra ci ha dolorosamente lasciati; muore nel dicembre 2004, improvvisamente, durante una escursione con sua moglie Milvia, sui monti. Lascia un grande vuoto.
Da allora siamo andati avanti negli anni e negli avvicendamenti istituzionali, nello spirito sostanziale dell’interesse comune per l’oggetto psicoanalitico e nella consapevolezza dell’importanza dell’appartenenza a un gruppo dove è preminente la ricerca della verità e lo scambio scientifico.
Dopo Morra, fu presidente la Preve e con lei, come segretario scientifico, Conforto. La Preve mise a disposizione la sua casa e, con la collaborazione della Vannucci, organizzò i seminari e le supervisioni condotte da Elisabeth Bott Spillius e successivamente da John Steiner. Invitò anche i candidati e i soci dei Centri milanese e torinese e aprì il Centro a ospiti genovesi interessati alla materia. Questi seminari si ripeterono con regolarità per diversi anni, e costituirono un capitolo importante per la formazione scientifica e per l’aggregazione del gruppo che permise il coinvolgimento dei candidati e il sostegno di esterni, interessati e vicini alla psicoanalisi.
Quelli erano anche gli anni, dal ’93 al ’97, in cui si lavorò molto con l’Esecutivo nazionale per l’elaborazione del nuovo Statuto.
La Vannucci, come presidente, e Brunacci, segretario scientifico, diedero molto impulso alla ricerca di una sede ufficiale al Centro, che venne trovata e inaugurata, in pieno centro cittadino, nel 2000. Venne creato subito dopo un Centro di Consultazione e ne venne favorita la pubblicizzazione: un altro passo verso l’ apertura alla città. Si strinse inoltre un rapporto di collaborazione con il “Centro Studi e Documentazione” della ASL genovese, nell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto con la collaborazione e l’impegno di Cosimo Schinaia, che ne era Direttore. Un certo numero di psicoanalisti italiani vennero invitati a presentare il frutto della loro riflessione teorica e clinica. Al Centro, oltre alla Spillius e a Steiner, venne invitato anche Jean Michel Quinodoz.
Successivamente Brunacci presidente e Gabriele Pasquali, segretario scientifico, misero al centro dell’impegno l’apertura alla città, con iniziative scientifiche e di consulenza. Svilupparono la consulenza a importanti soggetti istituzionali quali il Tribunale, l’Istituto G. Gaslini e l’Ordine dei Medici con i medici di base. Vennero inoltre organizzati e istituiti da Pasquali i Seminari di apertura e chiusura dell’anno scientifico del Centro: da allora ogni anno sociale viene iniziato e concluso con due Seminari aperti al pubblico, tenuti da uno o due psicoanalisti del Centro insieme a uno o più studiosi di un’altra disciplina, su argomenti di reciproco interesse. Questi Seminari hanno assunto un significato culturale e sociale per noi e per la città, rivelando una efficace potenzialità di diffusione capillare della psicoanalisi, sia per l’apertura con spirito multidisciplinare a campi di interesse vario e profondo, sia per la scelta di un luogo di prestigio della città, una chiesa romanica nel cuore della città antica.
Nel 2001 viene poi organizzato da Pasquali e da Brunacci il Colloquio Italo-Francese sul tema dell’Omosessualità: un evento importante sia per la qualità delle presentazioni prodotte, sia per gli
psicoanalisti presenti: è la prima volta che Genova è sede di un evento scientifico nazionale.
Durante la sua attuale presidenza, Pasquali e Rocco, segretario scientifico, si sono prodigati per continuare l’opera di apertura del Centro con iniziative di diffusione della teoria e della clinica psicoanalitica.
Pasquali ha progettato e istituito due cicli di Seminari a iscrizione, effettuati da psicoanalisti del Centro riguardanti temi specifici e riservati a cultori della materia psicoanalitica.
Inoltre si è impegnato a coinvolgere i soci del Centro nell’approfondimento delle tematiche del recente dibattito nazionale, valorizzando il gruppo come indispensabile catalizzatore di una maturazione scientifica e societaria.
Continuando l’impegno di apertura e di approfondimento clinico, in questi ultimi anni altre iniziative spontanee si sono aggiunte.
Brunacci ha condotto un gruppo di soci e candidati nella lettura di testi teorici e di discussione prima sul tema dell’Identificazione proiettiva e successivamente su Bion, tali gruppi si sono svolti per due anni.
La Tognoli e Pasquali hanno organizzato seminari clinici di supervisione in collaborazione con Peter Wegner: dal 2001 sino al 2005 un gruppo misto di soci e candidati di Genova e di Tubingen si sono incontrati 2 volte all’anno, a Genova e a Tubingen..
In preparazione del Congresso della SPI sul Transfert, su proposta di Rocco, si sono formati due gruppi di studio e di supervisione clinica centrati su quell’ argomento; il primo condotto dallo stesso Rocco e il secondo da Roberto Speziale, che dura tuttora.
Attualmente su proposta di Pino Ballauri si sta svolgendo un ciclo di film presentati dallo stesso Ballauri e da un collega a turno sul tema: “Le relazioni umane e le nuove tecnologie nell’immaginario cinematografico e nella psicoanalisi”. I seminari sono aperti agli interessati del campo psicologico e psicoanalitico.
Queste note sintetiche, centrate su dati di fatto, non rendono pienamente ragione della natura del Centro in questi suoi vent’anni di vita. Come dice Brunacci, c’è un elemento di continuità, un ideale filo rosso che ha caratterizzato il succedersi degli Esecutivi e che ha accomunato l’impegno dei vari detentori di cariche e dell’intero gruppo in un obiettivo condiviso, al di là delle particolari caratteristiche individuali e delle diverse situazioni storiche.
Si tratta dell’attenzione alla specificità scientifica collegata alla qualità emotiva dell’oggetto psicoanalitico, e, insieme, la considerazione del gruppo degli psicoanalisti come una realtà in cui promuovere, non senza errori o contraddizioni, libertà, crescita, scambio.
A conclusione del nostro lavoro, vorremmo aggiungere una impressione personale; l’interesse per gli eventi che non abbiamo vissuto in prima persona e con cui sentiamo un forte legame e una eredità, ci ha catturato. Consci della complessità del compito che ci è stato affidato abbiamo cercato di tenere conto dei fatti e dei vissuti emotivi di ciascuno: questa è la nostra sintesi, tuttavia siamo consapevoli che ne possono essere fatte altre versioni, forse più problematiche.
Questa relazione è stata possibile grazie alla collaborazione di Lina Generali Clements, Milvia Morra, Carla Preve, Laura Tognoli, Liliana Vannucci, Riccardo Brunacci, Gabriele Pasquali, che
ringraziamo.
Ivana Pozzoli
Marijan Parini
Genova, 25 febbraio 2008