Alessandra Tomasi Di Palma
Maestri della psicoanalisi italiana
A cura di Laura Lupo
Alessandra Tomasi Di Palma (Nizza, 1896 – Palermo, 1982)
Pioniera della psicoanalisi in Italia, ha partecipato attivamente alla costituzione della Società Psicoanalitica Italiana e alla sua successiva rifondazione negli anni del dopoguerra. È stata, ad oggi, l’unica donna a rivestire la carica di Presidente della Società Psicoanalitica Italiana. Ha avuto un ruolo attivo nell’organizzazione dei congressi nazionale ed internazionali. È stata Presidente onoraria del Centro di Psicoanalisi di Palermo.
La Vita
Alessandra Tomasi, Baronessa Wolff di Stomersee, Duchessa di Palma, Principessa di Lampedusa nacque a Nizza il 27 novembre del 1896. Trascorse i suoi primi anni di vita a Pietroburgo, nella sede del Palazzo d’Inverno, dove il padre, il barone baltico Boris Wolff Stomersee, era un alto dignitario dello zar Nicola II. La madre, Alice Barbi era un’apprezzata cantante lirica, di origini italiane.
Alla corte dello zar, insieme alla sorella Lolette, di due anni più piccola, la Principessa respirò un’aria colta e raffinata, sebbene all’ombra di uno splendore decadente della morente cultura zarista.
Nei primi del novecento, agli inizi della rivoluzione russa, la famiglia Wolff si trasferì al castello di Stomersee, nei pressi di Riga, dove nel 1918, all’età di 22 anni, un anno dopo la morte del padre, la Principessa sposò il barone Andrè Pilar.
Fu qui che la Principessa sentì parlare di Psicoanalisi, rimanendone subito attratta. Seguì la sua passione, arrivando a Berlino, intorno agli anni venti, dove iniziò a frequentare l’Istituto di psicoanalisi, fondato e diretto da Karl Abraham. Fece una prima analisi personale con Felix Boehm, una successiva analisi didattica con Max Eitingon, e una terza analisi di controllo (paragonabile, forse ad una supervisione) con Hans Liebermann.
Nel 1927, dopo una breve permanenza a Vienna, dove conobbe Freud, iniziò ad esercitare la psicoanalisi a Stomersee. Seguì alcuni pazienti anche a Londra, dove si recava in visita alla madre che, dopo la morte del marito, si era risposata con Pietro Tomasi della Torretta, nobile siciliano e ambasciatore italiano alla corte di S. Giacomo.
Fu qui che conobbe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, spesso ospite dello zio. Ottenuto il divorzio dal barone Pilar, i due si sposarono nel Castello di Stomersee nel 1932, per trasferirsi un paio di anni dopo in Italia, dividendosi tra Roma e Palermo e lunghi periodi di permanenza, lontana dal marito, nel castello di Stomersee che dovette però abbandonare nel ’39, quando la tenuta familiare sarà definitivamente confiscata ed adibita a sede governativa.
Al castello portò avanti, tra le altre, anche l’analisi di S., di cui presentò un resoconto, per discuterlo nel ’36 con Edoardo Weiss, per l’ammissione alla Società Psicoanalitica. Di quest’analisi resta, come unica testimonianza, una lettera del 1937, in cui la Principessa racconta al marito con considerevole dovizia l’andamento dell’analisi e da cui si può evincere anche il suo modo di lavorare con i pazienti.
A Roma, la Principessa strinse subito rapporti con lo stesso Weiss e con il piccolo gruppo dei fondatori della recentissima Società di Psicoanalisi Italiana, in particolare con Cesare Musatti, Nicola Perrotti ed Emilio Servadio, diventando Membro ordinario e, in seguito, Membro didatta della SPI.
Negli anni del dopoguerra, operò attivamente per la rinascita della Società Psicoanalitica Italiana e per la ripresa della pubblicazione della Rivista di Psicoanalisi.
Fu l’unica donna a rivestire, dal 1954 al 1959, la carica di Presidente della SPI.
A Palermo, la Principessa non fu ben accolta e dovette scontrare, oltre che con l’ostilità e la diffidenza di una terra che, in quegli anni, era divenuta un deserto culturale e morale, anche con la suocera, donna Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, imponente matriarca, possessiva e gelosa nei confronti del figlio. Sebbene ciò, la Principessa, insieme al marito, diede vita ad un’oasi culturale che lentamente si estese.
Dopo la morte di Giuseppe Tomasi, nel 1957, la Principessa si ritirò in parziale isolamento, continuando però a lavorare con i pazienti. Nel frattempo si occupò della pubblicazione e della diffusione dell’opera postuma del marito, riuscendo a far stampare il Gattopardo ed a sostenerne il successo divenuto poi mondiale. Seguì da vicino le riprese del celebre film di Visconti, tratto dal romanzo.
Si spense a Palermo il 22 giugno del 1982, all’età di 86 anni.
Solitaria, ombrosa e dai modi alteri, la Principessa fu una donna che si distingueva per la sua imponenza ed il suo temperamento, ma allo stesso tempo nostalgica e sofferente, generosa e disponibile con tutti, nutriva una passione smisurata per la Psicoanalisi e per i suoi pazienti. Alla Principessa va il merito di aver importato Freud in Sicilia e con esso un modello culturale e scientifico d’impronta europea. Francesco Corrao ne accolse l’eredità analitica, facendosi promotore nel 1978 della fondazione del Centro Psicoanalitico di Palermo, di cui la principessa fu, fino alla morte, Presidente Onoraria.
(1914) – La famiglia Wolff al castello di Stomersee, Da sinistra: il barone Boris, Alessandra, una sconosciuta, Alice, Lolette
(1931) – Giuseppe Tomasi e Alessandra al castello di Stomersee.
(1950) – La Principessa a Roma, al II Congresso della Società Psicoanalitica Italiana, con Nicola Perrotti ed Emilio Servadio.
(1952) – La Principessa a Roma, al Congresso degli Psicoanalisti di Lingue Romanze (alla sua sinistra, Cesare L. Musatti).
* (Le foto sono tratte dalla raccolta curata dalla D.ssa M. Vigneri – La principessa di Lampedusa: materiale iconografico)
Cronologia degli scritti
1. Tomasi di Palma A. (1936) Il caso S. presentato a Weiss nel 1936 e relazionato a Giuseppe Tomasi nella lettera del 25 settembre 1937.
2. Tomasi di Palma A. (1946). «Sviluppi della diagnostica e tecnica psicoanalitica». Psicoanalisi, 2.
3. Tomasi di Palma A. (1950). «L’aggressività nelle perversioni», lavoro letto al II Congresso della S.P.I., Roma 1950.
4. Tomasi di Palma A. (1956). «Le componenti preedipiche dell’isteria d’angoscia». Riv. Psicoanal., 2, 101-106.
5. Tomasi di Palma A. (1956). «Necrofilia e istinto di morte (Osservazioni su un caso clinico)». Riv. Psicoanal., 3, 173-186.
6. Tomasi di Palma A. (1960). «La spersonalizzazione». Presentato al XXI Congresso di Psicoanalisi di lingue Romanze (Roma 7-9 aprile 1960). Riv. Psicoanal., 1961, 1, 5-10.
Inediti
1. Tomasi di Palma A. (1975-1977). «Il caso del Licantropo». Dattiloscritto in originale, pubblicato (a cura di Malde Vigneri) nella Rivista di Psicoanalisi, 2/2008.
2. Tomasi di Palma A. (1980). «Uno spostamento e due meccanismi di difesa per il sorgere della nevrosi ossessiva», Presentato al Centro di Psicoanalisi di Palermo nel 1984, pubblicato (a cura di Malde Vigneri) con il titolo “Il patto con il diavolo” nella Rivista di Pasicoanalisi, 2/2008.
Bibliografia su Alessandra Tomasi Di Palma
Biancheri B. (2002). Il ritorno a Stomersee. Milano, Feltrinelli.
Caronia S., (a cura di) (1995). Licy e il Gattopardo. Lettere d’amore di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Roma, Edizioni Associate, 2004.
Corrao, F. (1982). Alessandra Tomasi di Lampedusa (1895–1982). Rivista Psicoanal., 28:455-459.
Gardona C. (1987). Lettere a Licy. Palermo, Sellerio.
Izzo S. (2005). La dama e il Gattopardo. Ed. Memori.
Orlando F. (1996). Ricordo di Lampedusa. Da distanze diverse. Torino, Boringhieri, 2001.
Petacchi G. (1985). Vita da Pionieri. In La cultura psicoanalitica, Trieste, Studio Tesi, 1987.
Tomasi Lanza G. (1998). Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una biografia per immagini. Palermo, Sellerio.
Vigneri M. (2003-2004). La Principessa di Lampedusa. Rivista Sicilia, Flaccovio, 10 (99).
Vigneri M. (2006). Alessandra Wolff Tomasi. In Marinella Fiume (a cura di), Siciliane. Dizionario Biografico, Emanuele Romeo.
Vigneri M. (2008). Le origini della Psicoanalisi in Sicilia. La principessa di Lampedusa. In corso di pubblicazione.
Vigneri, M. (2008). La principessa di Lampedusa. Rivista Psicoanal., 54:389-425.
Vigneri, M. (2008). Premessa a «Il caso del licantropo», inedito di Alessandra Tomasi di Palma. Rivista Psicoanal., 54:427-432.
Vigneri, M. (2008). Premessa a «Il patto con il Diavolo», inedito di Alessandra Tomasi di Palma. Rivista Psicoanal., 54:447-454.
Collegamenti in Spiweb:
– Breve storia del Centro di Psicoanalisi di Palermo
– Ricordo di Francesco Orlando
Contributo alla psicoanalisi
Alessandra Tomasi ha avuto un ruolo cardine agli albori della psicoanalisi in Italia.
I suoi lavori, sebbene non numerosi, sono un esempio di rigore di metodo e di apertura dell’orizzonte epistemologico e tecnico, essendo peraltro forte ed indiscutibile la sua fedeltà al pensiero di Freud.
Fra i suoi contributi, merita particolare attenzione il lavoro, dal titolo Sviluppi della diagnostica e tecnica psicoanalitica, presentato nel 1946 al I Congresso Nazionale di Psicoanalisi, che la stessa aveva concorso ad organizzare.
In questo scritto la Tomasi anticipa il concetto clinico di struttura borderline, dimostrando come le nuove acquisizioni tecniche della Psicoanalisi abbiano consentito di trattare le Psicosi, le Psicopatie, le Criminosi ed i Borderlines. Dedica anche alcune pagine di questo lavoro ad una sorprendente trattazione della Psicoanalisi di gruppo, che sarà poi ampiamente sviluppata da Francesco Corrao.
Nel 1950 al II Congresso della SPI presenta un lavoro dal titolo: L’aggressività nelle perversioni, nel quale, estendendo e isolando la concezione dell’istinto di morte, enuncia i fondamenti per una teoria del narcisismo aggressivo, con un resoconto attento di un caso di necrofilia, pubblicato qualche anno dopo nella Rivista di Psicoanalisi.
Sulla scia di questo filone di ricerca, si colloca anche il famoso lavoro Il caso del licantropo, presentato prima a Roma e poi al Centro di Palermo. Qui, l’autrice, persegue l’obiettivo di dimostrare come la licantropia rientri tra le nevrosi e, richiamando il concetto kleiniano di identificazione proiettiva, conia il neologismo introiezione identificatoria.
Prima di morire (1980), scrive Il patto con il diavolo, che l’Autrice stessa definisce: «compendio di una vita dedicata alla Psicoanalisi». Qui l’Autrice, partendo da un’affascinante e avvincente disamina letterale, culturale e mistica della figura del demonio, si addentra verso un’analisi accurata e scientifica dei meccanismi psichici che entrano in gioco in quelle nevrosi ossessive, dove vi siano riferimenti al divino, al sacrilegio, alla bestemmia, fino ad arrivare alla figura del diavolo.
Pioneer of psychoanalysis in Italy, she has actively participated in the establishment of the Italian Psychoanalytic Society and its re-establishment during the years after the War. She has been the only woman to hold the position of President of the Italian Psychoanalytic Society. She played an active role in the organization of national and international conferences. She has been Honorary President of the Center of Psychoanalysis in Palermo.
The Life
Alessandra Tomasi, Baroness Wolff of Stomersee, Duchess of Palma, Princess of Lampedusa was born in Nice on November 27, 1896. She lived in St. Petersburg , in the Winter Palace, where her father, the baltic baron Boris Stomersee Wolff, was a high dignitary of Tsar Nicholas II. Her italian-born mother, Alice Barbi, was a famous opera singer.
The Princess grew up in the cultured and refined environiment of the Tsar’s Court, with her younger sister Lolette, although under the shadow of the decaying magnificence of the dying Tsarist culture.
At the beginning of the Twentieth Century, during the Russian Revolution, Wolff family moved to the Castle of Stomersee, near Riga where, in 1918, one year after her father’s dead, the Princess married the Baron André Pilar, at the age of 22.
In here the Princess knew about Psychoanalysis for the first time, and remained immediately attracted. Following her passion, she went to Berlin where, during the Twenties, started to attend at the Institute of Psychoanalysis, founded and directed by Karl Abraham. She made a first personal analysis with Felix Boehm, a training analysis with Max Eitingon, and a third control analysis (perhaps comparable to a supervision) with Hans Liebermann.
In 1927, after a short stay in Vienna, where she met Freud, she began to practice psychoanalysis in Stomersee . She had some patients even in London, where she used to go visiting her mother, who, after the death of her husband, married Pietro Tomasi della Torretta, a noble Sicilian and Italian ambassador to the court of St. James.
In London she met Giuseppe Tomasi di Lampedusa, guest of his uncle. Once obtained the divorce from Baron Pilar, the Princess married Giuseppe Tomasi in the Castle of Stomersee during 1932, and two year later they moved to Italy. She spent her time moving from Rome to Palermo, and she used as well to stay in Castle of Stomersee for long periods, far away from her husband. Unfortunately she had to leave the Castle in 1939, when the Government confiscated it, and used it as a Government’s seat.
At the castle she continued, among others, also the analysis of S., and in 1936 she presented a report, discussing it with Edoardo Weiss, for the admission to the Psychoanalytic Society. The only thing that witnesses this analysis is a letter that she wrote to her husband, in order to describe to him, with considerable wealth, the progress of the analysis and her own way of working.
In Rome, the Princess met Weiss and the small group of founders of the Italian Psychoanalytical Society, especially Cesare Musatti, Nicola Perrotti and Emilio Servadio. She became a ordinary member and, later, Member teacher of SPI.
In the postwar years she worked actively for the rebirth of the Italian Psychoanalytic Society and for the resumption of the publication of the Journal of Psychoanalysis.
She was the only woman who has ever been President of the SPI, between 1954 and 1959.
In Palermo, the Princess was not well received, having to collide, as she had to face the hostility and the mistrust of a land that, in those years, had become a cultural and moral desert, even with the mother-in-law, Donna Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, imposing matriarch and possessive of her son.
Nevertheless she and her husband cultivated a cultural oasis that slowly grown.
After her husband’s death in 1957 she retired in partial isolation, continuing the clinical work with her patients. Meanwhile she managed to publish and release her husband’s work, the Gattopardo, supporting its global success. She followed the making of of the famous film by Visconti, based on the book.
She died at Palermo on June 22 , 1982 , at the age of 86 years old.
Solitary, shadowy and manner alter, the Princess was a woman known for her grandeur and her temper, but at the same time nostalgic and suffering, generous and helpful to all who, had a huge passion for Psychoanalysis and for her patients.
To the Princess goes the credit of importing in Sicily Freud and the European cultural and scientific model. Francesco Corrao accepted the analytic legacy, promoting in 1978 the foundation of the Psychoanalytic Center of Palermo, of which the princess was, until his death, Honorary President.
The contribution to psychoanalysis.
Alessandra Tomasi has played a pivotal role in the early days of psychoanalysis in Italy.
Her few works are an example of rigor and method and an opening to epistemological and technical horizon, with however a strong and indisputable loyalty to Freud’s thought.
Among her contributions, the work entitled Developments in diagnostic and psychoanalytic technique deserves special attention. It was presented in 1946 at the first National Congress of Psychoanalysis, that she had contributed to organize.
In this paper, Tomasi anticipates the clinical concept borderline, demonstrating how new techniques of psychoanalysis acquisitions have able to treat psychosis, the psychopathy, the criminal and the Borderlines.
She also devotes several pages to a discussion of the amazing Psychoanalysis of group, which will then be largely developed by Francesco Corrao.
In 1950, at the Second Congress of the S.P.I. she presents paper entitled: The aggression in the perversions, in which, isolating and extending the concept of the death instinct, placed the foundations for a theory of narcissism aggressive, investigating a case of necrophilia, published few years later in the Italian Journal of Psychoanalysis.
In the wake of this research, is placed the famous work The case of the werewolf, presented first in Rome and then to the Center of Psychoanalysis in Palermo. Here, the author aims to demonstrate how lycanthropy falls between neurosis and, recalling the Kleinian concept of projective identification, coined the neologism identificatory introjection.
Before her death (1980), she writes The pact with the devil, that she defined: “a compendium of a life dedicated to Psychoanalysis.” Here the author, starting with a fascinating and compelling examination literal, cultural and mystical of the figure of the devil, delves into a accurate and scientific analysis of the psychic mechanisms that come into play in the obsessional neurosis, where there are references to the divine, sacrilege, blasphemy, up to the devil.