Valentina Nuzzaci
Maria Grazia Gallo
Gli adolescenti e la psicoterapia agevolata – Una nota dal XII Congresso SPR-Italia (a cura di Giorgio Mattana)
Il 5-6 ottobre si è svolto a Palermo il XII Congresso Nazionale della Società per la Ricerca in Psicoterapia SPR-Italia, che ha visto la partecipazione di importanti nomi del settore come Wilma Bucci, Antonello Colli, Francesco Gazzillo e Girolamo Lo Verso. Nell’ambito del Congresso le colleghe Valentina Nuzzaci e Maria Grazia Gallo hanno presentato i risultati di un’interessante ricerca svoltasi per un decennio presso il Centro Milanese di Psicoanalisi: «Sense and forms of payment with the teenager. The experience of the facilitated therapy group for adolescents in the Milan Center for Psychoanalysis (CMP)». Lo studio ha comportato l’osservazione di un gruppo di adolescenti con gravi difficoltà psichiche riferibili all’area del trauma e della deprivazione, ai quali era stata offerta una terapia a prezzi agevolati. L’esperienza si è svolta nell’ambito del gruppo «Terapie Agevolate per Adolescenti» con Giuseppe Pellizzari come coordinatore e responsabile scientifico. L’adattamento del setting e delle modalità di pagamento, che andavano dalla riduzione dell’onorario alla completa gratuità, ha permesso l’osservazione di una fascia di età e di disagio che altrimenti ben difficilmente sarebbe giunta all’attenzione dei colleghi. L’obiettivo della ricerca, perseguito tramite la compilazione da parte dei terapeuti di un questionario ad hoc, era stabilire se e in quale modo la riduzione o l’assenza del pagamento influissero, attraverso le dinamiche transferali e controtransferali, sulla relazione terapeutica. Lo studio ha preso in esame un totale di 70 trattamenti condotti da 30 terapeuti seguiti in supervisione da analisti di training, prevedendo inoltre la periodica discussione in gruppo dei casi. L’età media dei pazienti era di 16,8 anni (49% maschi e 51% femmine), la frequenza prevalente è stata di una seduta settimanale e la durata media del trattamento di 23,2 mesi. Il 46% dei pazienti è stato seguito gratuitamente, il 24% pagava 5-10 euro a seduta, il 14% 15-20 euro e il rimanente 14% più di 25 euro. Nella maggioranza dei casi il contratto di pagamento è stato definito sulla base di un accordo diretto fra il paziente e il Centro Milanese di Psicoanalisi. Gli interrogativi cui la ricerca si prefiggeva di rispondere riguardavano: 1) l’esistenza o meno di controindicazioni al trattamento gratuito; 2) le modalità in cui l’assenza o la riduzione del pagamento influiscono sulla relazione terapeutica. Relativamente al primo quesito è stato unanimemente stabilito che è opportuno che la terapia abbia un costo, da fissarsi sulla base delle possibilità economiche del paziente e/o della famiglia, pena l’esasperazione delle difficoltà evidenziate dalla risposta alla seconda domanda. L’assenza o la riduzione del pagamento può favorire: 1) la svalutazione del trattamento e l’attivazione di modalità parassitarie; 2) la sua idealizzazione come redenzione sociale e/o quella del paziente come soggetto speciale; 3) la negazione di più profonde forme di impotenza e deprivazione; 4) la confusione fra il terapeuta e la struttura di appartenenza e la comparsa di atteggiamenti rivendicativi; 5) la persecutorietà legata all’idea di essere oggetto di una curiosità indebita e intrusiva; 6) oppure, viceversa, la valorizzazione del trattamento come unica possibilità di costruzione di una relazione e di un percorso terapeutico nonché come riconoscimento del paziente. La conclusione unanime è stata che la terapia agevolata è l’unico modo di venire a contatto con aree di disagio psichico in un contesto di marginalità, deprivazione, trauma e abuso che altrimenti non sarebbe possibile contattare. Si è però osservato che essa ha sempre un costo in termini di fantasie e atteggiamenti potenzialmente in contrasto con la relazione terapeutica, che devono pertanto essere sistematicamente individuati e analizzati affinché questa possa svolgersi senza eccessive interferenze.
(a cura di Giorgio Mattana)