Parole chiave: Freud, Psicoanalisi, Italia
La rievocazione storica relativa all’avvento della psicoanalisi in Italia per molto tempo ha collocato appena nel Novecento la conoscenza nel nostro paese del nome e delle opere di Sigmund Freud.
Gli storici della psicoanalisi, tra cui Michel David, fanno risalire al 1908 «i primi veri articoli dedicati a Freud», riferendosi ai lavori «abbastanza tardi» di Baroncini e di Modena, limitandosi – «per puro dovere di erudizione» – a segnalare in nota «un’altra apparizione precoce di Freud», in un appunto clinico del medico catanese, Salvatore Lavagna, (Nevrosi d’angoscia o malattia di Freud), peraltro pure essa pubblicata nel 1908 (David, 1966/1990, 144).
La versione di David è stata largamente ripresa, ad esempio da Vegetti Finzi, nella sua Storia della psicoanalisi (1986, 256). Ma già nel 1978, Carotenuto, nell’opera dedicata a Jung nella cultura italiana, affermava che se per la prima citazione di «Jung bisogna risalire alla data del 1903», nel caso del padre della psicoanalisi, «la data potrebbe essere addirittura il 1892» (1978, 12), stilando un elenco di 15 riferimenti a Freud nella letteratura scientifica precedenti al 1907. Si trattava essenzialmente di scarne citazioni bibliografiche, alcune recensioni e sintetici cenni apparsi sui periodici scientifici Il Manicomio Moderno, la Rivista Italiana di Filosofia, gli Annali di Freniatria e Scienze Affini, la Rivista di Scienze Biologiche e, soprattutto, la Rivista di Patologia Nervosa e Mentale (Carotenuto, 1978, 12, n.3).
In un nostro recente saggio abbiamo dimostrato che in realtà esse furono assai più numerose, individuandone almeno altre 10, collocate fra il 1897 e il 1907, in cui veniva menzionato soprattutto il Freud neurologo. Abbiamo inoltre evidenziato come ancor prima, già nel 1885, in un articolo monografico sulla cocaina, fossero comparsi espliciti riferimenti al coevo studio su quella droga dell’allora ventinovenne medico viennese (Corsa e Martucci, 2022, 416-417).
Nelle nostre ricerche sulla storia della psicoanalisi italiana (Rita Corsa) e sulla storia della criminologia e della scienza (Pierpaolo Martucci), condotte per archivi cartacei e digitali, nazionali ed esteri, ci siamo imbattuti abbastanza fortunosamente in alcuni materiali del tutto inediti relativi alle prime citazioni dei lavori di Freud nel nostro paese. Siamo così in grado di fornire nuovi elementi, che ci permettono di rivedere alcune date che sinora parevano consolidate.
Se ci si riferisce, in termini assoluti, al primo richiamo al nome e all’attività scientifica di Sigmund Freud, esso, nella letteratura italiana, va retrodatato addirittura al 1877. In quell’occasione, l’Annuario della Società dei Naturalisti (e Matematici) di Modena – associazione emiliana fondata nel marzo 1865 con «lo scopo di promuovere lo studio delle Scienze naturali» -, sotto la rubrica “Cronaca scientifica” riportava «alcuni pochi dati sull’attività di alcuni Istituti scientifici di Vienna e d’altre parti durante i sei mesi dell’anno corrente (…) Lo studente di Medicina Freud presentò un lavoro sull’origine della radice posteriore dei nervi nel midollo spinale del Petromyzon Planeri e venne al risultato che una parte delle fibbre (sic) radicali ha origine da grandi cellule gangliari, dalle quali ne ascendono delle altre verso il cervello» (1877, XXXXII) (figg. 1-2-3).
Il lavoro in questione, che verteva sul sistema nervoso della lampreda minore (un tipo di pesce simile all’anguilla), si era certamente giovato dell’esperienza svolta nel 1876 a Trieste, dove lo studente Sigmund Freud, ancora incerto sul suo futuro, aveva trascorso alcuni mesi destinati allo studio dell’apparato riproduttivo delle anguille, presso la Stazione Zoologica Sperimentale, fondata l’anno precedente come sezione distaccata dell’Istituto di Zoologia di Vienna (fig. 4). Da quelle ricerche avrebbe tratto spunto per condurre importanti indagini sulla neuro-istologia degli animali, nell’istituto di fisiologia viennese, sotto la guida di Ernst von Brücke.
Un dettaglio suggestivo: il presidente onorario e fondatore della Società dei Naturalisti in Modena era il biologo Giovanni Canestrini, massimo divulgatore nonché primo traduttore delle opere di Charles Darwin in Italia. Ciò che convinse Freud a scegliere gli studi scientifici fu proprio l’entusiasmo per le teorie di Darwin sull’evoluzione, che offrivano la speranza di straordinari progressi nella comprensione del mondo (Jones, 1953, vol. III, 367; Roudinesco, 2014, 24).
Nel corso degli anni Ottanta del XIX secolo, nella letteratura medica italiana iniziano a comparire molti altri richiami agli studi neurologici di Freud, accanto a quelli sulla cocaina e sulla colorazione dei tessuti nervosi con il cloruro d’oro. Nel 1886, in una ricerca clinica sulle paralisi isteriche, una nota segnala una comunicazione sul tema fatta dal “dott. Freud” durante una seduta della Società Imperiale a Vienna (Lumbroso, 1886, 483).
Ma il primo vero articolo in qualche modo legato al percorso che, dopo l’incontro con Charcot e successivamente con la Scuola di Nancy, stava avviando Freud a porre i fondamenti della psicoanalisi viene pubblicato nel giugno 1892, sulla rivista La Riforma Medica (fig. 5). Questo giornale, creato dal medico Gaetano Rummo nel 1885 a Napoli, ebbe un ruolo di rilievo nel panorama scientifico nostrano e, grazie all’attività di corrispondenti in inglese e tedesco di alcuni suoi redattori, contribuì a diffondere il sapere medico italiano in Europa.
Prima di questa nostra trouvé, si ricordava che lo psichiatra Gustavo Modena aveva pubblicato nel decennio iniziale del Novecento l’articolo Psicopatologia ed etiologia dei fenomeni psiconevrotici. Contributo alla dottrina di Sigmund Freud (1908-09), che fu apprezzato da Freud. Questo piccolo lavoro presenta interesse storico, in quanto si contende con quello ben più famoso di Luigi Baroncini, Il fondamento e il meccanismo della psico-analisi (marzo 1908), la primogenitura di uno scritto italiano di psicoanalisi. Il saggio dello psichiatra Baroncini è comunque considerato l’originario, più organico contributo italiano al pensiero freudiano. Nel 1908 Baroncini aveva anche curato la prima traduzione italiana di un saggio di Jung, Le nuove vedute della psicologia criminale: contributo al metodo della diagnosi del fatto (1908). Ancora secondo David, però, il primo scritto scientifico dedicato a Freud in Italia potrebbe essere una lettera di Modena, datata 1908, al Giornale di Psichiatria e Tecnica Manicomiale (1966/1990, 144).
Lo scritto comparso sul vol. II, n. 133, de La Riforma Medica del 1892 rappresenta, dunque, il primo lavoro compiuto riservato in Italia agli studi freudiani in tema di suggestione e ipnosi, quindi quelli più propriamente pre-analitici e post-neurologici (figg. 6-7-8-9). L’articolo, dal titolo Ipnosi e Suggestione, che si presume steso dalla Redazione non essendo stato firmato, è una ricca sintesi delle
relazioni, Ueber Hypnose und Suggestion, discusse “dal dottor S. Freud, docente all’Università di Vienna”, all’Associazione Medica viennese (Wiener medizinischen Klub) il 27 aprile e il 4 maggio 1892. Le lezioni freudiane erano state pubblicate in due tranche sulla rivista austriaca Internationale Klinische Rundschau, n. 20 e n. 21 del 1892, e non compaiono nell’opera omnia in italiano, curata da Cesare Musatti per Boringhieri. Sebbene il volume I raccolga un’ampia rassegna di saggi, datati 1888-1892, dedicati da Freud alla materia e riuniti da Musatti nel capitolo Ipnotismo e Suggestione, tra di essi non appare il resoconto in esame.
Tornando alle pagine de La Riforma Medica, esse contengono un riassunto molto fedele delle lezioni tenute da Freud all’Associazione medica viennese e riportate in due parti sul periodico austriaco. Spiegate brevemente le dottrine di Charcot, apprese nel suo soggiorno alla Salpêtrière nell’inverno 1885-1886, Freud passa a parlare della Scuola di Nancy, che ben conosce avendola frequentata qualche settimana nel 1889, e di cui si dichiara «senza riserva partigiano» (Redazione, 1892, 685). Egli si addentra poi a descrivere le caratteristiche del pensiero di Liébault e Bernheim sulla pratica ipnotica e la suggestione e sull’intimo legame tra i due fenomeni, che definiscono la «suggestibilità ipnotica». Lo studio di tali esperienze induce il ricercatore a rilevare che «i processi psichici hanno sulle funzioni somatiche altissima influenza». Fatto, questo, «di grandissima importanza per intendere le nevrosi (…) appunto per la neurostenia può dirsi che ora spesso è necessità ammettere una azione della psiche sul fisico, mentre per l’addietro si ammetteva come certo il contrario» (ibid., 686). Nell’ultima parte del contributo, vengono individuati i casi clinici in cui è indicato il trattamento ipnotico e quando sconsigliato e, in conclusione, non si manca di sottolineare le eventuali criticità, «le obbiezioni alla terapia ipnotica» (ibid., 688).
Il transito attraverso l’applicazione dell’ipnosi e il seguente «procedimento catartico» condiviso con Breuer costituì «lo stadio preparatorio della psicoanalisi», come Freud stesso asserisce in Per la storia del movimento psicoanalitico (1914, 382). Ma per far nascere la psicoanalisi, Freud doveva abbandonare lo strumento ipnotico, di cui mantenne «solo la posizione del paziente, posto a giacere supino su un divano», mentre lui stava «seduto dietro di lui, in modo da vederlo senza essere visto» (Freud, 1924, 96).
*P. Martucci docente di criminologia nel Dipartimento IUSLIT dell’Università degli Studi di Trieste
Note bibliografiche
BARONCINI L. (1908). Il fondamento e il meccanismo della psico-analisi. Riv. di Psicologia Applicata, 4, 211-231.
CAROTENUTO A. (1978). Jung e la cultura italiana. Roma, Astrolabio Ubaldini.
CORSA R., MARTUCCI P. (2022). Freud e Lombroso. Tracce inedite di un confronto mancato. Riv. Psicoanal., 2, 411-431;
DAVID M. (1966). La psicoanalisi nella cultura italiana. Terza edizione riveduta e ampliata. Torino, Bollati Boringhieri, 1990.
FREUD S. (1888-1892). Ipnotismo e suggestione. O.S.F., 1.
FREUD S. (1892). Ueber Hypnose und Suggestion. Internationale Klinische Rundschau, 21, 814-818; 22, 853-856 [prima traduzione italiana, Relazione su una conferenza “Su ipnosi e suggestione” (1892). Complementi 1885-1938. Milano, Bollati Boringhieri, 1993].
FREUD S. (1914). Per la storia del movimento psicoanalitico. O.S.F., 7.
FREUD S. (1924). Autobiografia. O.S.F., 10.
JUNG C.G. (1908). Le nuove vedute della psicologia criminale: contributo al metodo della diagnosi del fatto. In: Opere. Ricerche sperimentali. Vol. 2**, Torino, Bollati Boringhieri, 1987, 371-384 [prima traduzione italiana di Luigi BARONCINI, Riv. di Psicologia Applicata, 1908, vol. 4, 285-304].
JONES E. (1953). The life and work of Sigmund Freud. London, Hogarth Press [Vita e opere di Freud. Vol. III. Milano, Il Saggiatore, 1962].
LUMBROSO G. (1886). Contributo alla diagnosi ed alla cura delle paralisi isteriche. Lo Sperimentale. Giornale Italiano di Scienze Mediche, XV, 483-581.
MODENA G. (1908-09). Psicopatologia ed etiologia dei fenomeni psiconevrotici. Contributo alla dottrina di Sigmund Freud. Rivista Sperimentale di Freniatria, vol. 45, n. 34, 657-670 (1908) e vol. 46, n. 35, 204-218 (1909).
REDAZIONE (1892). Ipnosi e suggestione. La Riforma Medica, 2(133), 685-688.
ROUDINESCO E. (2014). Sigmund Freud en son temps et dans le nôtre. Paris, Éditions du Seuil [Sigmund Freud nel suo tempo e nel nostro, Torino, Einaudi, 2015].
VEGETTI FINZI S. (1986). Storia della psicoanalisi. Autori opere teorie 1895-1990. Milano, Mondadori.
Fonti archivistiche
Per l’Annuario della Società dei Naturalisti di Modena:
Biblioteca Universitaria di Bologna – Bologna (BO)
Per la rivista La Riforma Medica:
Biblioteca di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia – Brescia (BS)