Parole chiave: Trieste, Psicoanalisi, Freud, Joyce, Svevo
Trieste, gli anni della psicoanalisi
Recensione di R.Corsa
Soggetto e regia: Giampaolo Penco
Fotografia: Mauro Zocchi, Alessio Bozzer
Montaggio: Christopher Scherlich
Produzione Videoest
Il film prende spunto dai busti di pietra e bronzo che si trovano all’interno del Giardino Pubblico di Trieste, e si immagina che all’interno del giardino siano rimaste le voci di chi ha parlato di Trieste. Sono protagonisti gli anni del primo dopoguerra e i conflitti, le nevrosi e le lacerazioni identitarie di cui gli abitanti della città giuliana e gli intellettuali di quel periodo sentivano di essere afflitti. Attraverso le voci e le testimonianze provenienti dal passato, analizzate da un punto di vista psicoanalitico, entriamo nella coscienza della città, nei suoi dubbi, nelle sue divisioni. Cosa fare se la città non era quella che pensava di essere? Passata dall’Impero austroungarico all’Italia, Trieste doveva ricostruire l’edificio narrativo della sua esistenza, e molti cittadini, che prima della guerra erano abbagliati dalla speranza dell’italianità, scoprono che una volta raggiunta la situazione si rivela diversa dalle aspettative. Così una parte della città, accecata dai propri istinti e dai propri fantasmi, finisce per rivelare il suo volto più pericoloso, un’italianità ostentata finché fa comodo, una fucina di opinioni opposte spesso inconciliabili. In questo contesto Vienna torna a Trieste con la diffusione della psicoanalisi, che assomiglia a una forma di panacea ai mali dell’anima, una cura dello smarrimento identitario, che fa balenare qualche speranza di guarigione dalle proprie sofferenze. E come racconta Cesare Musatti, attraverso dei triestini che avevano studiato a Vienna e Graz, Edoardo Weiss, Ferruccio Banissoni, Vittorio Benussi, la diffusione della psicoanalisi arriverà in tutta Italia.
Nel film, tra i vari interventi ci sono quelli degli psicoanalisti triestini Rita Corsa, Paolo Fonda e Vlasta Polojaz, che raccontano degli interpreti di quell’epoca tormentata, che ha aperto la via alla psicoanalisi italiana.
VOCI fuori campo (in ordine di apparizione): Franco Basaglia, Franco Giraldi, Omero Antonutti, Fulvio Tomizza, Livio Rosignano, Giampaolo De Ferra, Letizia Fonda Savio, Paolo Rumiz, Renate Lunzer, Giani Stuparich, Boris Pahor, Philippe Daverio, Claudio Grisancich, Umberto Galimberti, Andrée Ruth Shammah, Elsa Anzellotti, Anna Anzellotti, Giorgio Voghera, Umberto Saba