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7 Aprile 2017, Giornata mondiale della salute 2017. Depressione: parliamone

6/04/17
7 Aprile 2017, Giornata mondiale della salute 2017. Depressione: parliamone

“DEPRESSIONE: PARLIAMONE” 

“Depression: let’s talk”: queste le parole chiavi della campagna lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la giornata del 7 aprile 2017 che la Società Psicoanalitica Italiana intende raccogliere e rilanciare nel nostro Paese, attraverso il suo portale, ad indicare l’attenzione della SPI verso un tema che suona come un’emergenza sanitaria.

La depressione è una delle malattie più diffuse nel mondo. Gli ultimi dati, riportati dall’OMS, parlano di circa 350 milioni di persone affette nel mondo con un incremento che supera il 18% tra il 2005 e il 2015. Nel 2020 la depressione sarà la seconda malattia più diffusa nel mondo subito dopo le patologie cardiovascolari.

La depressione è caratterizzata da tristezza persistente e una perdita di interesse nelle attività che le persone normalmente eseguono, accompagnato da un’incapacità di svolgere le attività quotidiane, per un tempo di almeno due settimane. La sofferenza riguarda la perdita di energia, l’aumento o la riduzione dell’ appetito e del sonno; ansia, concentrazione ridotta, indecisione, irrequietezza, sensazione di inutilità, senso di colpa o di disperazione, pensieri di autolesionismo o suicidio.

E’ un dato acquisito l’importante legame tra depressione e altre malattie. La depressione aumenta il rischio di disturbi da uso di sostanze e molte malattie come il diabete e le malattie cardiache; ma è vero anche il contrario e cioè che le persone con alcune malattie del corpo hanno un rischio maggiore di soffrire di depressione.

In Italia si stima che circa 1.5 milioni di persone soffrano di depressione e che circa 6 milioni di italiani, pari al il 10% della popolazione, abbiano avuto almeno una volta nel corso della loro vita un episodio depressivo.

Ridurre lo stigma che ancora accompagna la sofferenza mentale, con particolare riguardo per la depressione, significa consentire a un numero sempre maggiore di persone di avere accesso al trattamento e alla cura di questa malattia che comporta una grande sofferenza psichica e fisica.

La Giornata Mondiale della Salute del 7 aprile, vuole rappresentare per l’OMS, il punto più alto della campagna annuale “Depressione: parliamone”. L’obiettivo generale della campagna è che più persone con depressione, ovunque nel mondo, siano messe nelle condizioni di chiedere aiuto e di ottenerlo.

Margaret Chan, Direttore Generale dell’OMS afferma: “Questi nuovi dati sono un campanello d’allarme per tutti i Paesi a ripensare il loro approccio alla salute mentale e al trattamento con l’urgenza che la malattia merita.”

Uno dei primi passi è quello di affrontare le questioni intorno al pregiudizio e alla discriminazione: “Lo stigma continuo associato con la malattia mentale è stato il motivo per cui abbiamo deciso di chiamare la nostra campagna “Depressione: parliamone”, ha detto il dottor Shekhar Saxena, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di sostanze presso l’OMS. “Per qualcuno che vive con la depressione, parlare con una persona di cui si fida è spesso il primo passo verso il trattamento e il recupero.”

Gli investimenti governativi sul trattamento della depressione sono pochi a fronte di una incidenza così alta. In molti Paesi, manca o è insufficiente il supporto disponibile per le persone con disturbi mentali. Anche nei Paesi ad alto reddito, quasi il 50% delle persone con depressione non ha accesso alle cure. In media, solo il 3% dei bilanci sanitari pubblici viene investito in salute mentale, che varia da meno dell’1% nei Paesi a basso reddito al 5% nei Paesi ad alto reddito.

Eppure, investire nella salute mentale è economicamente molto vantaggioso. I dati dell’OMS parlano chiaro. Per 1 dollaro investito nel trattamento della depressione e dell’ansia si registra un ritorno di 4 dollari misurabili in miglioramento delle condizioni di salute e di capacità lavorative. Il trattamento prevede solitamente un trattamento psicoanalitico, o più in generale psicoterapeutico, o la terapia psicofarmacologica, o un trattamento integrato dei due con, in quest’ultimo caso, un aumento dell’efficacia e un miglioramento della prognosi.

Non intervenire è molto costoso. Secondo uno studio dell’OMS-LED, che ha calcolato i costi di trattamento e i risultati in termini di miglioramento della salute in 36 Paesi a basso, medio e alto reddito per il di 15 anni, 2016-2030, bassi livelli di riconoscimento e di accesso alle cure per la depressione e per l’ansia, si traduce in una perdita economica globale di un trilione di dollari ogni anno. Le perdite sono a carico delle famiglie, dei datori di lavoro e dei governi. Le famiglie perdono finanziariamente quando le persone non possono lavorare. I datori di lavoro soffrono quando i dipendenti diventano meno produttivi e non sono in grado di lavorare. I governi devono pagare più spese sanitarie e assistenziali più alte.

Vengono presentati, di seguito, alcune tracce di lavori che segnalano l’importanza delle ricerche in psicoanalisi sul tema della depressione.

APPROCCI PLURALISTICI ALLO STUDIO E AI RISULTATI NELLA PSICOANALISI. LO STUDIO DEPRESSIONE LAC: IL CASO IN QUESTIONE

Abstract

In psicoanalisi, la procedura di approccio e i risultati sono un argomento che riguarda questioni epistemologiche e metodologiche ambiziose e complesse. Come discusso nella prima parte del lavoro, in linea con considerazioni epistemiche impegnative, sembrerebbe appropriato descrivere la specificità della psicoanalisi come una disciplina scientifica specifica dell’inconscio (spezifische Wissenschaft des Unbewussten, vedi LIT). La psicoanalisi, nel corso della sua storia di oltre cento anni, ha sviluppato una serie di metodi di ricerca avanzati per investigare l’oggetto specifico della sua ricerca, vale a dire i conflitti inconsci e le fantasie. Quindi, come molte altre discipline scientifiche, la psicoanalisi contemporanea comprende una pluralità di teorie, metodi di trattamenti clinici, nonché una molteplicità di temi di ricerca. Questo impianto viene discusso con riferimento a un modello che illustra diverse forme di ricerca clinica ed extra-clinica in psicoanalisi. Un importante studio comparativo in corso sui risultati dei trattamenti psicoanalitici e cognitivo-comportamentali a lungo termine di pazienti con depressione cronica, il cosiddetto LAC-studio, serve a illustrare la ricchezza della ricerca contemporanea in ambito psicanalitico.

Da: Leuzinger-Bohleber M., Kallenbach L., Schoett M.J.S. Pluralistic approaches to the study of process and outcome in psychoanalysis. The LAC depression study: a case in point. Psychoanalytic Psychoterapy, 30, 1, 4-22, 2016 (www.tandfonline.com)

(Trad. A. Iannitelli)

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TRAUMA INFANTILE DI UN PAZIENTE E PUNTO DI VISTA DELLO PSICOANALISTA: DEPRESSIONE CRONICA COLLEGATA A TRAUMI RELAZIONALI MULTIPLI

Abstract

La relazione tra traumi multipli infantili, così come le avversità, e la depressione cronica è stata più volte evidenziata. Tuttavia, manca una differenziazione clinica di questi risultati. Abbiamo integrato i punteggi di autovalutazione del paziente, ottenuti attraverso il Childhood Trauma Questionnaire (CTQ), con la prospettiva degli psicoanalisti, al fine di fornire delle differenziazioni cliniche più fini del trauma alla base della depressione cronica. Queste differenziazioni collegano le scale del trauma con esperienze relazionali precoci. Abbiamo sviluppato uno strumento su misura derivato da concetti psicoanalitici del trauma. Dallo studio depressione LAC, è stato preso in esame un sotto-campione di 52 pazienti depressi cronici insieme ai loro 24 psicoanalisti, così da integrare la valutazione del paziente a quella dello psicoanalista. I nostri risultati confermano il legame tra traumi infantili multipli e depressione cronica. A parte i traumi relazionali, l’idea degli psicoanalisti è che il trauma da separazione e la trasmissione transgenerazionale del trauma siano significativamente importanti. Queste relazioni traumatiche sembrano precedere e accompagnare eventi di vita avversi e/o esperienze traumatiche. Esse possono addirittura prevenire un adeguato coping e/o il processamento di tali esperienze. Il materiale di intervista del paziente, dal momento dell’arruolamento ai successivi cinque anni di follow-up, fornisce inoltre una panoramica delle modifiche narrative del trauma che avvengono nel tempo. Questi cambiamenti sono emersi grazie a una ricostruzione congiunta del significato delle esperienze traumatiche nel corso del processo psicoanalitico.

Da: Negele A., Kaufhold J., Leuzinger-Bohleber M. Childhood trauma from a patient and a psychoanalyst perspective: linking chronic depression to relational multiple trauma. Psychoanalytic Psychoterapy, December, 30, 4, 300-28, 2016 (www.tandfonline.com)

(Trad. A. Iannitelli)

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