Panksepp J. (2015). Human Brain Evolution: Preclinical Modeling of the Mind & the Search for New Antidepressants. Video della conferenza tenuta il 2 Mag 2015 al Pfeffer Center for Neuropsychoanalysis of the New York Psychoanalytic Institute.
In questo chiaro e incisivo video free access della conferenza tenuta il 2 maggio 2015 al Pfeffer Center for Neuropsychoanalysis di New York, Jaak Panksepp, ospite nei prossimi giorni al Congresso Nazionale della S.P.I. di Roma del 26-29 maggio 2016 con la relazione “The Neuroscience of Animal/Human Emotional Feelings” (venerdì 27 maggio), illustra il rapporto fra i sistemi emotivi primari, radicati nelle strutture sottocorticali mediali del cervello dell’uomo e degli altri mammiferi, e le funzioni cognitive «superiori» localizzate nelle aree della neocorteccia. Le indagini più recenti mostrano chiaramente che le estensioni neocorticali essenziali alle nostre menti cognitive nascono prive di contenuti o specializzazioni evolutive, e che in esse tutto è programmato dalle esperienze di vita. Viceversa, le specializzazioni evolutive inter-specifiche sono abbondanti nelle regioni sottocorticali del cervello, sostanzialmente simili fra i mammiferi, che controllano i nostri bisogni attentivi, motivazionali ed emotivi. Queste omologie permettono alla ricerca sul cervello animale di illuminare i fondamenti della mente umana. I sette sistemi emotivo-motivazionali primari individuati dalle «neuroscienze affettive», costituenti nel loro insieme interrelato il «sé nucleare», presupposto della costruzione filogenetica e ontogenetica del «sé idiografico», legato al linguaggio e specificamente umano, oltre a rappresentare la prima e fondamentale forma di coscienza, connessa a intense esperienze affettive, sono il principale sistema attivatore delle «superiori» ed evolutivamente più recenti funzioni cognitive neocorticali. Allo studio quasi esclusivo di queste ultime sono state rivolte, anche per motivi strettamente strumentali legati alla più difficile visualizzazione delle attività sottocorticali, le «neuroscienze cognitive», sottovalutando il ruolo fondamentale, nell’economia cerebrale, delle strutture più antiche e profonde dell’encefalo. Non solo i circuiti sottocorticali filogeneticamente più antichi svolgono un ruolo fondamentale nell’attivare e nel guidare le attività della neocorteccia, ma i sette sistemi emotivi primari della Ricerca, della Collera, della Paura, del Desiderio Sessuale, della Cura, del Panico e del Gioco, svolgono un ruolo di primo piano anche nel determinare la salute o, quando la loro funzionalità sia alterata, i problemi emotivi della vita quotidiana e le sindromi psichiatriche, come nel caso paradigmatico del disturbo depressivo. Tre sistemi sono in modo particolare coinvolti nella depressione. Il sistema del Panico media il dolore psichico dell’ansia di separazione producendo tristezza e sofferenza eccessiva, e può essere contrastato con basse dosi di “buoni” oppioidi come la buprenorfina. La disforia depressiva sorge anche dalla riduzione dell’attività del sistema della Ricerca-ricompensa e dei connessi bisogni mediati dal sistema del Gioco, con conseguente riduzione dell’entusiasmo e delle esperienze divertenti e piacevoli. La comprensione «preclinica» di tali fondamentali circuiti emotivi negli animali ha permesso lo sviluppo di tre nuove strategie antidepressive: 1) basso dosaggio di buprenorfina per ridurre l’attivazione del sistema del Panico e l’ideazione suicidaria; 2) stimolazione diretta dell’entusiasmo mediato dal sistema della Ricerca al fine di contrastare la disforia demotivante; 3) scoperta di molecole capaci di promuovere la gioia sociale derivante dallo studio del sistema del Gioco.
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