La Ricerca

Fornari Franco

28/02/17
Fornari Franco

Franco Fornari

Maestri della Psicoanalisi

Fornari Franco

A cura di Lidia Leonelli Langer

Foto d’archivio

…io amo la vita proprio come i suoi significati.

… ciò che mi appassiona

è scoprire gli inesauribili significati della vita. (1)

Franco Fornari (Niviano di Rivergaro, 1921-Milano, 1985)

Verso una nuova psicoanalisi.

NOTE INTRODUTTIVE

Medico, neuropsichiatra, psicoanalista con funzioni di training della SPI e dell’IPA, Presidente della Società Psicoanalitica Italiana (1974-78), ricercatore, scrittore e divulgatore, Franco Fornari ha vissuto immerso nella storia, nella piccola storia personale, relazionale, familiare, in quella culturale, sociale, politica, e nella grande storia mondiale, e su di essa si è costantemente interrogato.

Considerava la psicoanalisi  una scienza riparativa (2), dotata di  modalità scientifiche di comprensione della drammaticità della vita, ed era convinto che essa potesse costituire uno strumento potente per comprendere la natura umana in tutte le sue manifestazioni e  per favorire lo sviluppo della convivenza e il superamento dei conflitti.

La sua teorizzazione è tesa ad una psicoanalisi oltre le contrapposizioni, in funzione della ricomposizione dei contrari. Corpo-mente, biologico-psichico, ragione-affetti, innato-appreso, mondo interno-mondo esterno, istinto di vita-istinto di morte, natura-cultura risultano intrecciati in un continuum inscindibile.

Il suo stile di fare clinica è segnato dalla convinzione che  fare l’analisi rappresenti un’esperienza  privilegiata di libertà (2) e di conoscenza per l’analista e per l’analizzando, entrambi affettivamente coinvolti nel dispiegarsi del transfert e del controtransfert.

Il suo contributo originale alla ricerca psicoanalitica, radicato nel clima del dopoguerra, è nato e si è sviluppato anche come risposta al trauma inferto all’umanità intera dalla seconda guerra mondiale e dall’esplosione atomica, che lo ha posto di fronte alla pressante domanda sulla natura dell’uomo e sull’origine del male. A partire da lì, il suo pensiero si è sviluppato in varie direzioni e in teorizzazioni complesse e articolate, esposte in numerosi libri e numerosissimi lavori. E, proprio perché radicato nel fluire dell’esperienza storica, è stato un pensiero in continuo divenire, pronto a trasformarsi e a concretizzarsi nell’azione.

Nei suoi scritti, dal primo del 1955 a quelli cui stava lavorando al momento della sua morte nel 1985, pubblicati postumi nel 2005 sulla Rivista di Psicoanalisi (3), si vede come i temi siano in fondo sempre gli stessi e come siano andati sviluppandosi nell’arco di trenta anni, in una continua riflessione sull’origine della vita psichica, sulla psicosi e sulla guerra.

E’ però l’ultima teorizzazione, punto d’arrivo di un’intera vita di ricerca, che dà un senso nuovo e unitario a tutte le precedenti.  In essa Fornari individua la vita intrauterina ed il parto-nascita come fantasmi originari e chiave di lettura per accostarsi alla comprensione dei vari aspetti della vita psichica individuale e collettiva.

LA VITA E L’OPERA

Poiché Fornari traeva spunto di riflessione dagli eventi, nei suoi scritti troviamo tracce della sua vita, usate come esempi e metafore. Attraverso le sue opere quindi, conosciamo l’autore e apprendiamo qualcosa della sua vita. In esse troviamo infatti l’infanzia come nono di dieci figli, la campagna e la natura , la vita e la cultura contadina, il lavoro dei campi, la buona cucina, l’affresco di San Giorgio e il drago.  Troviamo anche le discussioni con insegnanti e  studenti, l’istituzione psicoanalitica, i nervosismi nel traffico,  l’affetto di nonno.

Dal racconto della figlia Gigliola Fornari Spoto (4), possiamo avere anche qualche quadro della vita nella famiglia fondata con Bianca.

Bianca Fornari, psicoanalista SPI e IPA, è stata moglie, compagna di tutta la vita e madre dei suoi cinque figli, tra i quali Gigliola e Silvia, a loro volta psicoanaliste. Bianca ha sempre condiviso e discusso con Franco, fin da quando erano ragazzi, i pensieri che gli si affacciavano, e ha letto e corretto i suoi scritti, fino agli ultimi giorni.  Le opere di Fornari portano traccia della presenza e del pensiero di Bianca, ma una in particolare, “Psicoanalisi e Ricerca letteraria” (1974) è frutto della loro feconda collaborazione e del reciproco innesto. In essa si coglie dal vivo la comune passione per la letteratura, per l’insegnamento e per la trasmissione dell’amore per il bello, oltre alla convinzione condivisa della necessità di trasformare l’educazione sessuale in educazione agli affetti. Ritroveremo l’evoluzione dell’interesse di Fornari per la letteratura, la musica e l’arte in “Coinema e icona” (1979), “Psicoanalisi della musica” (1984), “Carmen adorata” (1985).

Tra la prima e la seconda parte della vita di Fornari, sta la guerra con l’esplosione atomica.

Il romanzo giovanile “Angelo a capofitto”, pubblicato solo nel 1969, che contiene in nuce il suo pensiero e la sua teorizzazione futura, è una riflessione sui mali del mondo, visti attraverso il disperato tentativo di un giovane di riparare individualmente i disastri compiuti dalla follia collettiva.

morraPSICOANALISI e UNIVERSITA’

Da quando Franco Fornari, portandosi nel cuore il suo paese, si spostò dal piacentino a Milano per gli studi universitari, fu sempre legato a Milano e alla sua Università, in cui rimase fino alla morte. Fu il primo allievo di Cesare Musatti , del quale , studente di medicina, seguì nel 1946 il primo corso di psicologia tenuto presso l’Università degli Sudi di Milano. Con lui discusse la  tesi di laurea nel 1947 e da lui fu poi analizzato, divenendo membro della SPI e dell’IPA.

Nel 1962 ottenne la libera docenza in psicologia dell’età evolutiva ed insegnò nelle scuole di Specializzazione in Psicologia e in Psichiatria. Fu assistente di Musatti presso l’Istituto di Psicologia della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale da lui diretto e nel 1972  gli subentrò nella direzione di quello stesso Istituto.

Nel 1968, ebbe l’incarico di Psicologia Generale e Dinamica presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento, dove venne anche contestato in modo molto acceso dagli studenti, come del resto successe anche quando, dopo questo breve ed intenso intermezzo, tornò all’Università di Milano. Qui la contestazione era in parte innescata dalle sue posizioni sulla sessualità, poi illustrate in “Genitalità e cultura” (1975), che additavano il superamento della pregenitalità in funzione di una sessualità genitale, basata sul reciproco riconoscimento.

Alla scuola rigorosamente freudiana di  Musatti, da cui aveva ereditato la convinzione della necessità di inserire formalmente la psicoanalisi nell’insegnamento universitario, Fornari aveva imparato ad avvicinare la psicoanalisi anche con la mentalità del filosofo e dello sperimentalista oltre che del clinico  e ad applicarne il metodo nello studio dei fenomeni sociali e politici. Aveva imparato a confrontarsi con le altre discipline, a pensare liberamente e ad esprimere con coerenza e coraggio le proprie convinzioni, anche quando  controcorrente.

Fornari  era convinto che fosse necessario e possibile insegnare in Università i fondamenti della psicoanalisi. Come Presidente della SPI, cercava di convincere di questo i suoi colleghi psicoanalisti.  Pensava ad un Polipsichico, un centro clinico un po’ sul modello del Policlinico, all’interno del quale fosse possibile per gli studenti interessati, imparare a mettere in pratica la competenza psicoanalitica.   Non sappiamo se ce l’avrebbe fatta a realizzare questo sogno, non sempre compreso, se fosse rimasto più a lungo tra noi.

A PARTIRE DAL PENSIERO DI FREUD E DELLA KLEIN (1955-1970)

2Fornari Foto rivista

Fornari introdusse in Italia il pensiero di Melanie Klein, partendo dal quale portò avanti la sua prima ricerca sull’origine della vita psichica, sulla psicosi e sul fenomeno guerra.

In un confronto continuo e serrato con il pensiero freudiano e con il dibattito innescato dalle discussioni controverse con Anna Freud, contribuì alla diffusione della cultura psicoanalitica in Italia e all’estero, attraverso numerosi articoli e libri tradotti in varie lingue, in cui si preannuncia già lo sviluppo del suo pensiero originale.

Ne “La vita affettiva originaria del bambino” (1963), Fornari ipotizza che nel bambino ci sia da subito intenzionalità relazionale, tesa a “presentificare” nel mondo esterno, attraverso l’incontro con la madre, “la presenza buona originaria”.  Da qui arriverà alla teorizzazione della vita intrauterina come fantasma originario.

Nel libro “Nuovi orientamenti della psicoanalisi” (1966), tra i molti altri argomenti, afferma che l’essere umano è fin da subito “soggetto” non “oggetto” di tendenze contrastanti e generatrici di angoscia, e ipotizza la presenza  fin da subito di un Io che necessita della capacità di identificazione da parte della madre, per sviluppare la conoscenza e la capacità di vivere.

Sono quindi prefigurati il superamento della teoria degli istinti di vita e di morte, la presenza alla nascita di una competenza innata relazionale, affettiva e cognitiva tesa alla vita, la necessità della risposta relazionale perché questa competenza si sviluppi.

E’ soprattutto la riflessione sul fenomeno guerra nel periodo dell’era atomica, contenuta in alcuni libri, tra cui “Psicoanalisi della guerra atomica” del 1964 e “Psicoanalisi della guerra” del 1966  che, in questo periodo, fa conoscere Fornari in Europa e nel mondo (5).

Con le sue ricerche  Fornari contribuì alla nascita in Italia  di un vero e proprio movimento di impegno per la pace che si concretizzò nel 1965 nel Gruppo anti-H e nell’1967 nell’Istituto italiano di polemologia. Il  suo impegno lo portò anche, alla fine degli anni sessanta,  a partecipare alla conferenza dell’ONU sulla pace a New York e a diventare membro del comitato mondiale di ricerca sulla pace. La visione della guerra, qui vista come esportazione paranoica del lutto, evolverà attraverso l’introduzione della teoria dei codici affettivi e della paranoia primaria (6).

DA UNA NUOVA VISIONE DELL’INCONSCIO  A UNA NUOVA PSICOANALISI (1970-1985)

A partire dagli anni settanta,  Fornari diede impulso ad una intensa attività di ricerca scientifica in ambito clinico, istituzionale e sociale, che lo portò a sviluppare il suo pensiero originale, attraverso lo studio sui sogni in gravidanza, sulla simbolizzazione, sul linguaggio, sulle scelte decisionali, sull’ideologia.  Attraverso tappe successive quali quella della teoria psicoanalitica del linguaggio, della teoria coinemica, della teoria dei codici affettivi, ha così preso forma una visione innovativa dell’inconscio, illustrata in “La lezione freudiana” (1983).

Si tratta di un inconscio funzionale alla vita, dotato di competenza conoscitiva e decisionale innata, dominato dalla tensione a conoscere e a dare significato al mondo, per abitarlo. E’ un inconscio sempre presente e all’opera, che sottende e motiva ogni manifestazione umana in funzione della sopravvivenza.  Questa visione pone le basi per una teoria psicoanalitica del processo decisionale, attraverso la quale è possibile leggere il declinarsi delle scelte di vita individuali, istituzionali, sociali e politiche come tentativi di garantire la sopravvivenza del singolo e della specie. Fornari la applicò nelle istituzioni, come descrisse ne “Il Minotauro” (1977) e in “Psicoanalisi in ospedale” (1985) e, poco prima della morte, contribuì a fondare il Minotauro, Istituto di Analisi dei Codici Affettivi, il cui primo obiettivo era proprio quello di applicare lo strumento dell’analisi di codice in ambito istituzionale.

Sulla base di questa nuova teorizzazione vengono letti in modo nuovo anche i conflitti e le vicende che portano alla guerra, come radicalizzazioni ideologiche di scelte, che diventano pericolose nel loro porsi come assolute. Le ipotesi sull’origine del male e  della guerra mutano infatti con l’introduzione della teoria di codice, secondo la quale il male può originare da un eccesso di bene, dall’ assolutizzazione a fin di bene di una posizione, dal desiderio di difendere a qualsiasi costo il proprio ideale vissuto come bambino indifeso. E raggiungono la forma più complessa e compiuta attraverso l’ultima formulazione teorica, quella sul parto-nascita come fulcro della vita psichica.

NASCITA E VITA INTRAUTERINA
DALL’ELABORAZIONE PARANOICA DEL LUTTO ALLA PARANOIA PRIMARIA

Proseguendo nella ricerca iniziata molti anni prima sui sogni delle madri in gravidanza e sulle vicissitudini legate al parto, e portandola alle estreme conseguenze, Fornari arriva a formulare, negli ultimi anni di vita, la parte del suo pensiero che diventerà il fulcro di tutta la sua teorizzazione precedente.  Si tratta dell’individuazione della vita intrauterina e della nascita come fantasmi originari, da cui prende avvio, attraverso un continuo movimento di transfert, ogni conoscenza e ogni azione nel mondo (7).

Sulla scena del parto nascita incontriamo la violenza originaria e la cesura originaria, di cui la funzione paterna separante e simbolizzante si fa carico, dandole un senso e  additandola come necessaria e funzionale alla vita stessa. E’ questa la paranoia primaria, figura esplicativa originale  di grande portata, solo attraverso il cui buon funzionamento, può venire accettata la morte insita nella vita stessa, fin dal suo inizio, e può quindi essere superato il bisogno di esportarla all’esterno(8).

Da questa nuova prospettiva, unita al nuovo modo di intendere l’inconscio ipotizzato dalle teorie coinemica e dei codici affettivi, deriva una revisione radicale della teoria psicoanalitica, che Fornari stava sistematizzando nel “Trattato di Psicoanalisi”, a cui stava lavorando al momento della morte e di cui sono stati pubblicati due capitoli (3).

OLTRE LA STANZA D’ANALISI

Franco Fornari è stato fin da subito presente ed attivo come psicoanalista anche nelle istituzioni, di cui ha studiato la dimensione affettiva, traendone le sue teorizzazioni. Nelle istituzioni non ha mai lavorato da solo, ma ha sempre contato sull’aiuto di collaboratori, compagni di strada nel suo fare ricerca. Ha svolto, nella società civile, un intenso lavoro di divulgazione fatto di conferenze, dibattiti pubblici, articoli e interventi su riviste e quotidiani, e ha partecipato attivamente, come abbiamo visto, al movimento per la pace.

Nel corso della sua vita ha teorizzato e praticato

– una psicoanalisi clinica intesa come esperienza radicale e privilegiata di conoscenza e di libertà, che si dispiega tra analista e analizzando attraverso il coinvolgimento affettivo del transfert e del controtransfert

– una psicoanalisi delle decisioni affettive individuali, particolarmente adatta nei momenti di passaggio

–  una psicoanalisi delle decisioni affettive collettive, che  favorisca una convivenza di pace

– una psicoanalisi capace di usare molteplici strumenti  di contatto e di comunicazione per risvegliare il buon funzionamento gruppale e istituzionale

– una psicoanalisi in continuo dialogo con le altre scienze, con la cultura e con ogni componente sociale

– una psicoanalisi “pedagogica” tesa ad innescare momenti trasformativi in molti ambiti, dai più quotidiani e vicini, ai più lontani, fino alle Nazioni Unite

– una psicoanalisi “oltre il divano”, usata anche per comprendere la vita e la cultura umana nel suo vario manifestarsi, attraverso la lettura delle ideologie che ispirano i fenomeni culturali, istituzionali, sociali e politici, i conflitti e le guerre.

Le sue intuizioni sullo sviluppo della vita psichica  sono confermate dagli studi più recenti.

La sua lettura della vita istituzionale è oggi particolarmente attuale e utile.

Il suo impegno civile costituisce un esempio.

Autore di moltissimi scritti, ha pubblicato i seguenti libri:

La vita affettiva originaria del bambino (Feltrinelli, 1963); Psicoanalisi della guerra atomica (Feltrinelli, 1964); Psicoanalisi della guerra (Feltrinelli, 1966), Nuovi orientamenti nella psicoanalisi (Feltrinelli, 1966); Angelo a capofitto (Rizzoli,1969), Psicoanalisi e ricerca letteraria  (Principato, 1973, scritto con la moglie Bianca Fornari), Genitalità e cultura (Feltrinelli, 1975), Simbolo e codice (Feltrinelli, 1976), Il Minotauro (Rizzoli,1977); I fondamenti di una teoria psicoanalitica del linguaggio (Boringhieri,1979), Coinema e icona (Il Saggiatore, 1979), Il codice vivente (Boringhieri,1981), La malattia dell’Europa (Feltrinelli, 1981), La lezione freudiana (Feltrinelli,1983), La Riscoperta dell’anima (Laterza,1984) ,  Psicoanalisi della musica (Longanesi, 1984), Psicoanalisi in ospedale (Raffaello Cortina,1985, in coll. con L.Frontori e C.Riva Crugnola), Carmen adorata (Longanesi,1985), Affetti e cancro (Raffaello Cortina,1985).

Inoltre:

F.Fornari  (1985) La nascita psichica. In Rivista di Psicoanalisi, 2005, LI,1,pp 181-190

F. Fornari,  (1985) Il sogno durante la poppata e il transfert onirico. In Rivista di Psicoanalisi, 2005, LI,1 190-199

La bibliografia estesa si può trovare in Rivista di Psicoanalisi, 1986, XXXII,1, pp. 59-71

Note.

1.Faccia a faccia con uno psicoanalista. Intervista a F. Fornari di G.Minoli. In AAVV. La vicenda uomo tra coscienza e computer. Cittadella, Assisi, 1984
2.Cfr. F. Fornari, (1966) Nuovi Orientamenti della Psicoanalisi. Introduzione alla 2° edizione, Feltrinelli, Milano, 1970
3.Si tratta di due capitoli del Trattato di Psicoanalisi cui stava lavorando nel 1985: F.Fornari, La nascita psichica; F. Fornari, Il sogno durante la poppata e il transfert onirico pubblicati sulla Rivista di Psicoanalisi, 2005, LI,1 pp.181-190 e190-199
4.G. Fornari Spoto. Affetti e pensieri. In Conflitti affetti, cultura Franco Fornari 2005. Quaderni del Centro Milanese di Psicoanalisi, Milano 2007
5.Cfr. F.Fornari (1964) La psicoanalisi della guerra. Riduzione all’inconscio del fenomeno guerra e responsabilità individuali della guerra. Rivista di Psicoanalisi, 2005, LI,1 pp. 99-178
6.Cfr. L. Leonelli Langer Note per una rilettura del pensiero di F.Fornari sulla guerra. In Dossier Guerra. Spiweb, 2014
7.Cfr. F. Fornari La riscoperta dell’anima. Laterza, Bari, 1984
8.Cfr. F. Fornari. (1981) Il codice vivente. Bollati Boringhieri, Torino 2001

Chi ha letto questo articolo ha anche letto…

Leonelli Langer L.

Leggi tutto