Disturbi somatici funzionali in adolescenza
A cura di Franco D’Alberton
Si tratta di una categoria di disturbi che si esprimono attraverso manifestazioni somatiche, che non hanno spiegazioni da un punto di vista medico e che, in età evolutiva, si presentano soprattutto nella prima adolescenza, sostanzialmente nell’età della scuola media, fra i 10 e i 14 anni (D’Alberton, 2004).
Sono quadri che prevalentemente afferiscono agli studi dei pediatri o ai reparti ospedalieri perché dolori muscolari e forme di astenia impediscono la locomozione e fanno temere forme complesse di patologie neurodegenerative; oppure perché dolori addominali, disturbi respiratori, episodi di tosse parossistica e persistente hanno effetti invalidanti di giorno mentre di notte misteriosamente scompaiono.
I pediatri hanno imparato a collegare questi sintomi a difficoltà emotive proprie di questo momento delicato dello sviluppo anche se a volte può essere sottovalutata la varietà sintomatologica con cui gli adolescenti, a fronte di una crescente pressione istintuale, usano il corpo come via d’ espressione della tensione (Blos 1962).
Ciò può accadere soprattutto in una prima fase del periodo adolescenziale durante il quale, in modo quasi impercettibile ad un osservatore esterno, si preparano le trasformazioni più marcate della pubertà, con un disequilibrio fra la qualità e l’intensità dei nuovi impulsi e le capacità di tenerli integrati in un sistema coerente di funzionamento mentale.
Non è facile infatti riconoscere l’impatto sulla mente in evoluzione del giovane adolescente dei cambiamenti dovuti allo sviluppo endocrino, somatico, cognitivo e psicosessuale. Tale complesse progressioni evolutive mettono sotto pressione gli equilibri delle istanze dell’Io, del Super Io e dell’ Ideale dell’ Io, influiscono sul processo di autonomia e di soggettivazione e sulla quantità di adattamenti che si richiedono alla mente (al fine di una loro integrazione nella rappresentazione di sé).
In questo periodo della vita l’evoluzione dell’Io e delle sue funzioni e lo sviluppo somatico psicosessuale sembrano prendere strade, ritmi e velocità differenti che, solo alla conclusione del percorso adolescenziale, potranno arrivare ad una nuova sintesi e ad una nuova sincronia nell’integrazione psichica del corpo sessuato.
Inoltre, la contrapposizione fra investimenti narcisistici e investimenti oggettuali (Jeammet, 1992), nodo cruciale dell’adolescenza, può portare alcuni soggetti ad avvertire l’investimento pulsionale come un rischio per la fragilità della base narcisistica e minare i processi di soggettivazione (Cahn, 1998).
Oltre ad episodi reattivi transitori, legati a condizioni specifiche dell’età, a particolari situazioni familiari e/o sociali di simulazione o di mitomania, le due principali categorie nosografiche che fanno da confine e sponda alle condizioni che stiamo affrontando sono la conversione nevrotica e i disturbi psicofunzionali della patologia psicosomatica.
In altre parole, torna attuale la differenza fra nevrosi attuali e psiconevrosi, trattata da Freud nei suoi primi lavori, che getta una luce chiarificatrice sul delicato passaggio dal corpo alla mente. Questa distinzione rappresenta un ideale punto di partenza per avvicinarci a tale sintomatologia dove la mente, con le sue nuove acquisizioni e alcuni suoi vecchi limiti, cerca di aprirsi faticosamente la strada nel mondo sconosciuto di un corpo attraversato da rapide modificazioni.
Secondo il modello di Freud del trauma in due tempi descritto nel “Progetto di una psicologia” lo sviluppo somatopsichico renderebbe traumatiche esperienze avvenute precedentemente nell’infanzia. Ogni adolescente ha tracce mnestiche che possono venir comprese solo con la comparsa delle proprie emozioni sessuali; ogni adolescente, di conseguenza, porterebbe con sé il germe dell’isteria” (Freud S., 1895, pag.256).
Vi sono pareri diversi sull’opportunità di utilizzare il termine di nevrosi e soprattutto di isteria in età evolutiva quantunque Semi e Campanile (2010) sottolineino l’incidenza delle le manifestazioni isteriche nella prima adolescenza e Campanile (2000) usi il nome di “isteria di transizione” per descrivere queste forme caratterizzate da un deficit delle capacità rappresentative.
Anche De Ajuraguerra (1974) sostiene la legittimità della diagnosi di nevrosi in età evolutiva circoscrivendola al quadro preciso dell’’isteria di conversione.
Lebovici, dopo un’ accurata disamina dell’evoluzione del concetto nosografico, individua una predisposizione alla nevrosi isterica come espressione di un anticipo libidico sulla maturazione dei meccanismi dell’Io. (Lebovici et al.,1985).
Cramer (1977) considera la conversione come espressione del tormentato percorso dell’investimento del corpo da parte dell’adolescente quando l’intensità della pressione istintuale avvertita a livello somatico fa percepire il corpo come estraneo.
Se la nevrosi fa riferimento alla possibilità di una rappresentazione psichica di conflitti o condizioni traumatiche e all’utilizzo di meccanismi psichici di difesa, l’espressione psicosomatica è dovuta a un sovraccarico o una carenza di eccitazione che, bypassando lo psichico, si manifesta nel corpo. Il problema si pone sulla qualità, sulla carenza o su una eccessiva quantità di stimoli, e sul modo in cui questa prenda direttamente la strada del corpo. La caratteristica dei disturbi psicosomatici colloca la loro origine ad uno stadio più precoce dello sviluppo all’interno di una relazione madre bambino nella quale è stata carente la gestione degli scambi sensoriali.
Kreisler sostiene che il sintomo di conversione, secondo una formulazione classica, si contrappone al disordine psicosomatico. Secondo una sua felice espressione In queste forme nevrotiche con un insufficiente livello di mentalizzazione “l’isterico parla attraverso il corpo, il paziente psicosomatico soffre nel corpo. Il corpo è, per l’isterico, uno strumento; per il paziente psicosomatico una vittima” (1981, pag. XII).
Bibliografia
Blos P. (1962) L’Adolescenza. Franco Angeli, Milano 1980.
Chan R. (1998) L’adolescente nella psicoanalisi. Borla, Roma 2000
Campanile P. (2000) Hystérie de transition – Le fait de l’analyse, 8
Campanile P., Semi A.A. (2010) Teoria dell’isteria e isteria della teoria. In Albarella C., Racalbuto A. Isteria, Borla, Roma.
Cramer F. (1977) Vicissitues de l’investissment du corps, symptômes de conversion en période pubertaire, Psichiatrie de l’enfant, 1977, XX, 1.
D’Alberton F. (2004) Disturbi emotivi ad espressione somatica in preadolescenza. Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza Vol. 71:127-142
De Ajuraguerra J (1974) Manuale di psichiatria del bambino. Masson, Milano 1979.
Freud S. (1894) Le neuropsicosi da difesa. In OSF 2, Bollati Boringhieri, Torino, 1968.
Freud S. (1895) Progetto di una psicologia. In OSF 2, Bollati Boringhieri, Torino, 1968.
Jeammet P. (1992) Psicopatologia dell’adolescenza. Borla, Roma
Kreisler L. (1981) Clinica psicosomatica del bambino. Raffaello Cortina Editore, 1993.
Lebovicì S. (1985), L’Isteria nel bambino e nell’adolescente In Lebovici S.,Diatkine R.,Soulè M. Trattato di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Edizioni Borla, Roma 1990.
Dicembre 2014