La Ricerca

24-26 Lug 2014, New York – 15° Congresso Internazionale di Neuropsicoanalisi “Current Neuropsychoanalytic Research”. Resoconto di Cristiana Pirrongelli.

21/08/14

24-26 Lug 2014, New York – 15° Congresso Internazionale di Neuropsicoanalisi “Current Neuropsychoanalytic Research“. Resoconto di Cristiana Pirrongelli

 

Quest’anno il Convegno si è svolto a New York al Tishman Auditorium della New School, con un’efficiente organizzazione e come sempre validi contenuti ma nulla a che vedere con l’intensità emotiva e la commozione che hanno pervaso il precedente Congresso, svoltosi a Cape Town, la città di Mark Solms. Il coinvolgimento dell’anno precedente, il discorso inaugurale del vescovo Desmond Tutu premio Nobel per la pace, Mandela ancora vivo, e la percezione degli sforzi comuni per una situazione ancora drammaticamente in bilico, faceva si che le più diverse emozioni e soprattutto la commozione, si insinuassero ovunque, dai discorsi scientifici agli eventi mondani.

Quest’anno, pur essendo presenti Mark Solms, Jaak Panksepp e Oliver Turnbull, Margaret Zellner, si è preferito dare molto più spazio ai giovani, peraltro accademicamente molto qualificati ma, un po’ per la giovane età, un po’ per la mancanza di chiarezza in merito, non sempre si è capito cosa intendessero per “fare psicoanalisi” e se, dove, come e quando fossero presenti le regole di una qualche ortodossia. Ovviamente non è ortodosso un setting in cui sia presente uno strumento d’indagine oltre all’analista stesso, o se la seduta d’analisi si svolge in ospedali pubblici, al capezzale di pazienti neurologicamente gravi tra un via vai di medici infermieri e familiari; ma comunque questo è un punto che, a parer mio, si dovrebbe chiarire meglio sia in linea generale che prima di ogni testo o intervento scientifico. Tutti gli autori , quando si parlava di psicoanalisi, si sono riferiti a Sigmund Freud tranne un accenno a Lacan per il concetto di “ Jouissance” e Bromberg e Storolow quando si è introdotto il tema della dissociazione.

Il primo giorno, giovedì 24, al mattino, “L’Educational day” è stato inaugurato da Arianne Bazan, grande protagonista del Congresso. Arianne, che ha un PHd in biologia e Psicologia, è professore presso la Libera Università di Bruxelles. E’ una “practicing psychoanalyst” e i suoi interessi vertono sulla “voce” in analisi, come fantasma che, sostenuto da un’ipotesi neuropsicoanalitica, può condurre in territori inconsci. Il suo interesse riguarda anche i concetti di processo primario e secondario e quello di “Jouissance” (Lacan). E’ editore della rivista “Frontiere in psicologia ( psicoanalisi e neuropsicoanalisi)” Arianne aveva il compito di introdurre concetti psicoanalitici per neuroscienziati mentre, Oliver Turnbull, ha cercato di spiegare agli psicoanalisti quel che può essere , al momento, di interesse psicoanalitico nel campo delle neuroscienze. Di Turnbull,eminente neuropsicologo e coautore con Mark Solms de “Il cervello e il mondo interno”(Cortina 2002),testo base per i neuro psicoanalisti, ricordiamo che è Professore del Centro di Neuroscienze cognitive all’Università di Bangor nel Galles e ha vinto numerosi premi tra cui il Clifford York Prize nel 2004.

Il pomeriggio dello stesso 24, Mark Solms ha inaugurato il Congresso con un breve discorso dopodiché si è passati subito all’esposizione di tre lavori di ricerca .

  1. 1)fMRI: two studies on the neurobiology of repression, Anna-Khristine Schmidt et all.

In due studi sono stati valutati attraverso

a) risonanza magnetica funzionale(fRM),

b)  test di conduttanza cutanea (SCR) e

c) l’OPD ( un tipo di intervista che mira a rilevare elementi di interesse psicodinamico), cosa accadesse a livello di difese come la rimozione. I risultati di entrambi gli studi hanno supportato l’ ipotesi che durante la rimozione, i sistemi di memoria esplicita siano “down-regulated” dalla corteccia cingolata anteriore.

  1. 2)Clinical: How the inconscious “exploits”, Zsofia Kovacs.

Il secondo, ambizioso lavoro, ha avuto come campione un gruppo di bambini con eventi neurologici acuti. Lo studio aveva lo scopo di mostrare come la psicoterapia analitica fosse un complemento importante per le normali tecniche riabilitative orientate neurologicamente e cognitivamente e come aumenti le probabilità di ripresa a livello emotivo e cognitivo e nel loro insieme. Un’enfasi particolare viene posta sull’attenzione ai processi inconsci e a come i processi primari evolvano, grazie alla psicoterapia, verso vie che utilizzano il processo secondario. Particolare attenzione anche ai vissuti aggressivi e all’interazione con il Super Ego, all’uso degli Oggetti Sé e, naturalmente, al diverso significato che l’evento ha per la storia di ogni singolo paziente.

  1. 3)Pharmacology: Role of oxytocin for affective subjectivity, Valentina Colonnello, Markus Heinrichs.

Sono stati presentati i risultati di una serie di studi sull’effetto di una singola dose di ossitocina su pazienti sottoposti a diversi tipi di scale, evidenziando l’importante ruolo del neuropeptide sia nelle interazioni quotidiane con “l’altro” che nella elaborazione di quel che si sente rispetto a se stessi.Un contributo alla comprensione della relazione mente cervello e alle basi della soggettività.

Il venerdì 25 la sessione plenaria introdotta da Maggie Zellner verteva attorno al tema di quanto i pazienti neurologici e non neurologici possano insegnarci riguardo al funzionamento del cervello.

  1. 1.Insights from psychosis clinic on the brain in repression – what I learned from Hervè, Ariane Bazan
  2. 2.L’osservazione di un paziente psicotico , il concetto di rimozione e i suoi correlati con vissuti sensoriali e senso motori, insieme alla conferma della prevalenza del processo primario a discapito di quello secondario nei pazienti psicotici, è stato l’oggetto di questa relazione, su un singolo caso in analisi(?).
  3. 3.Freud, the aphasias, and what patiens say, Diana Caine.

 

Si tratta di una riflessione sul libro “On Aphasia” (1891),libro trascurato di e da Freud ora divenuto una sorta di “oggetto perduto” della psicoanalisi.

  1. 4.Progress in the treatment of atipica Wernicke’s Aphasia,Ann Rose Simon. Qui viene descritta una psicoterapia di diciotto mesi su una donna colpita da afasia di Wernicke e una profonda depressione come risultato di un ictus all’emisfero cerebrale sinistro. Quattro erano gli obbiettivi di questo lavoro:

a-     comprendere l’esperienza che stava facendo questa paziente afasica

b-     descrivere i cambiamenti nel lavoro del terapeuta che ha a che fare con una paziente afasica

c-     mettere a punto tecniche terapeutiche da usare con pazienti afasici

d-     riflettere su cosa possiamo apprendere sul cervello da questo tipo di pazienti e le sequele relative

 

Alle 11 del venerdì 25   sono iniziate due sessioni parallele, la prima su “Depressione e conflitto” e la seconda su “Attaccamento e dipendenza”.Prima sessione parallela

 

                                                       Depressione e conflitto

 

 

Nella prima sezione Jaak Panksepp ha regalato un update sulle prospettive delle “Affective neuroscience” riguardo alla depressione. Ritiene che per comprendere la depressione si debba avere una miglior comprensione neuroscientifica di quanto riguarda i legami sociali e , parimenti, dello stress separativo legato al sistema del panico nei cervelli dei mammiferi. Da una prospettiva neuro scientifica, squilibri di questi sistemi sottendono il dolore psichico che promuove la depressione che diminuisce le risorse dei sistemi del gioco e del seeking. Vengono illustrate tre nuove strategie terapeutiche:

 

a- Stimolazione diretta del sistema emozionale del seeking a livello cerebrale profondo in pazienti depressi

 

b- Trattamento della depressione con oppioidi relativamente sicuri come la buprenorfina.

 

c- Sviluppo di nuove terapie che promuovono il gioco sociale, studiate a partire dall’analisi dell’ espressione genica sulla neocorteccia di giovani ratti dopo un’ora e mezzo di gioco sociale positivo.

 

 

Zurich depression Study: Psychodynamic Psychotherapy modulates brain activity during individualized and aversive stimulation in depression ,H. Himmighoffen, L. Bohleber.

 

Questo studio indaga la dimensione psicodinamica e il suo cambiamento in pazienti depressi prima e durante la psicoterapia psicodinamica. Gli strumenti usati sono diverse scale piuttosto sofisticate e la risonanza magnetica funzionale. Vengono esaminate le modificazione emodinamiche nel giro frontale inferiore e mediale, la amigdala e i gangli basali rispetto ai gruppi di controllo. In particolare, rispetto a precedenti studi, viene esplorata la risposta dei pazienti depressi a stimoli uditivi nocivi.

 

 

Dream and psychic transformations in psychoanalyses: a dialog between psychoanalysis and neurosciences, Tamara Fischmann.

 

Questo lavoro ha cercato di costruire un ponte tra la psicoanalisi e le neuroscienze nel caso di un paziente cronicamente depresso; focalizzandosi sui sogni ed utilizzando approcci clinici ed extraclinici. L’osservazione clinica dei cambiamenti è stata affiancata da alcuni tipi di osservazioni extracliniche:

 

a- il sogno manifesto è stato valutato con la cosiddetta Moser coding system, (un’ analisi guidata del contenuto)

 

b- i sogni riportati dallo stesso analizzando in laboratorio (svegliato dopo la fase rem) sono stati valutati applicando lo stesso sistema di codificazione Moser

 

c- con un gruppo di pazienti con depressione cronica, sono state studiate parole significative anche attraverso la risonanza magnetica funzionale, cercando di valutare i cambiamenti associati al processo psicoanalitico. I risultati hanno mostrato cambiamenti sistematici nel contenuto manifesto dei sogni durante l’analisi del singolo caso del paziente cronicamente depresso. Sia i sogni liberi che quelli in laboratorio, hanno mostrato indipendentemente un’ aumentata capacità di coinvolgimento e regolazione degli affetti dopo tre anni di trattamento. Dai risultati della risonanza magnetica funzionale sono emerse delle specifiche reazioni neuronali riguardanti l’area del conflitto ed altre aree che si sono ridotte significativamente lungo gli anni di trattamento. Questi risultati preliminari suggeriscono cambiamenti neuronali obbiettivi in corso di psicoanalisi.

 

 

The role of the amygdala in dreaming, Ivonne Blake.

 

Molti studi di neuroimaging hanno fortemente indicato il coinvolgimento dell’amigdala baso-laterale nei sogni. Esiste una rara condizione genetica che porta a una calcificazione dell’amigdala baso-laterale: l’Urbach Wiethe disease (UWD). Sono stati esaminati diversi sogni di pazienti con UWD paragonati a sogni di pazienti di un gruppo di controllo. I sogni dei pazienti del primo gruppo effettivamente mostravano emozioni più positive, più frequentemente emozioni legate al gioco e più raramente rabbia. Gli incubi erano molto più rari.

 

 

Demonstrating dynamic conflict with a neuropsychoanalytic paradigm: an fMRI study, Paul Siegel.

 

Questo studio mira ad illustrare la presenza di conflitti psicodinamici secondo uno strumento di ricerca neuropsicologico e neuropsicoanalitico: attraverso la risonanza magnetica funzionale. In realtà è uno studio che mette a confronto due gruppi di fobici e non fobici( rispetto alla tarantola) I due gruppi sono stati esposti più volte nel tempo alla VBE (Very Brief Exposure), immagini velocissime non registrate consciamente che sono però in grado di scatenare la fobia.. Viene rilevata attraverso la risonanza magnetica funzionale, la risposta dell’amigdala e della corteccia prefrontale. Sembra che il VBE sia in grado di indurre un processo inconscio adattativo nel ridurre la fobia.

 

 

Toward a neuroscience theory of psychoanalysis, Mark Fischer.

 

In questo lavoro si sostiene che la psicoanalisi tradizionale abbia creato più modelli che teorie. I modelli psicoanalitici, mentre sono molto preziosi nell’ambito della clinica e della psicologia sociale, sono stati tradizionalmente non in grado integrarsi con i rigidi criteri di una vera teoria. La mancanza di una genuina teoria psicoanalitica, ha seriamente limitato gli sforzi per costruire un ponte tra psicoanalisi e neuroscienze. La conseguenza è che l’attuale stato della neuropsicoanalisi ha portato a una psicoanalisi informata neuroscientificamente più che generare una vera teoria neuroscientifica della psicoanalisi. Nel lavoro vengono illustrate le potenzialità e i limiti della ricerca corrente e indicate alcune strade per superare tale situazione.

 

 

Seconda sessione parallela

 

Attaccamento e dipendenza

 

 

Neuronal correlates of subjective emphatic attunement, Moritz de Greck et al.

 

La “sintonizzazione empatica soggettiva” si riferisce alla capacità di realizzare una impressione conscia riguardo al livello di empatia sperimentato in una data situazione. Nel lavoro sono stati utilizzati 32 partecipanti sani, testati con fMRI allo scopo di valutare quali regioni cerebrali e in che modo queste siano interessate durante processi di tipo empatico. Le conclusioni portano a poter dichiarare che l’impressione soggettiva di coinvolgimento empatico è associata con una aumentata risposta emodinamica in quelle regioni coinvolte nei processi empatici di base (es. talamo e area motoria supplementare), capacità di attribuire stati mentali(es. giro temporale superiore) auto osservazione emotiva (es. giro frontale inferiore, giro frontale superiore, corteccia anteriore cingolata).

 

 

Integrating EEG-neurofeedback into psychodynamic treatment of substance dependance, Human-Friedrich Unterrainer.

 

Lo studio mira a valutare l’effetto di una psicoterapia psicodinamica, di un EEG- Neuro Feedback(NF-EEG) e delle due terapie combinate su un gruppo di pazienti alcolisti.

 

 

Prefrontal cortex function in addiction,   Samantha Brooks et al.

 

La memoria procedurale è una funzione esecutiva associata con l’attività della corteccia prefrontale ed una eccessiva tendenza alla ruminazione. Questo studio pilota, attraverso fMRI, indaga se un addestramento formativo sul controllo della memoria procedurale possa ridurre clinicamente i sintomi nei pazienti ossessivi, così come già osservato nei pazienti anoressici con condotte restrittive e pazienti dipendenti da metamfetamine.

 

Neuropsychoanalytic aspects of the vulnerability to addiction in borderline organization: an affective approach to anaclitic depression, Daniela Flores Mosri.

 

L’impatto dell’uso di droghe in un cervello disregolato come nella condizione borderline, viene qui descritto e paragonato con quello di un paziente con analoga patologia che non ha mai fatto uso di droghe. Il punto di vista utilizzato è quello delle “Affective Neurosciences”. I pazienti borderline si difendono costantemente dalla depressione anaclitica che non corrisponde del tutto a gravi esperienze traumatiche di stress separativo con alta attivazione del sistema del panico, bensì a relazioni d’oggetto confuse e ambivalenti basate sul trauma narcisistico : cosa che dà luogo a un tipo di depressione molto complesso. La depressione anaclitica ha a che fare con una disregolazione nei sistemi del Seeking e del Panico, ma secondo i dati clinici sembra includere anche i sistemi della Paura e della Rabbia, contribuendo a un sentimento costante di vaga ansietà che rende il paziente particolarmente vulnerabile alla dipendenza da sostanze a causa del cronico e conscio dolore psichico che prova. Vengono paragonati due pazienti borderline, l’uno dedito alle droghe e l’altro privo di qualsiasi esperienza in merito. I dati derivanti da questo approfondito lavoro suggeriscono che i ricercatori e i clinici debbano impegnarsi in entrambi i campi, psicoanalitico e scientifico, per costruire ipotesi che portino vantaggio al dialogo tra questi due approcci, al fine di alleviare il grave dolore psichico di questo tipo di popolazione.

 

 

Emphatic responses to video clips from the South African Truth and Reconciliation Commission: A cross-disciplinary investigation, Melike Fourie, Mark Solms et al.

 

Il presente lavoro è stato condotto dallo staff di Mark Solms in Sud Africa e riguarda l’argomento dell’empatia cioè della capacità di condividere esperienze emozionali con altri; esaminata questa volta però da un ventaglio di prospettive che include filosofia, psicologia, psicoanalisi e le più recenti neuroscienze. Se da una parte si vuole espandere la conoscenza di un costrutto interpersonale complesso come l’empatia attraverso i metodi di neuroimaging, tuttavia è importante andare oltre la natura rudimentale di questi steccati usati . Lo studio si svolge in quell’unico e peculiare contesto sociale post-apartheid in Sud Africa,usando entrambi gli strumenti psicoanalitici e del neuroimaging. Venti persone di colore e venti bianchi sono stati studiati per rilevare le principali differenze tra i gruppi. Con questo studio, si è voluto andare oltre la comprensione dei correlati neurali dell’empatia allargando l’indagine verso la complessa natura dell’empatia tra razze e i fattori storici impliciti che possono influenzarla. Qui ci riferiamo alla storica esperienza di essere bianco o nero durante l’apartheid in Sud Africa, cosa che si crede possa avere conseguenze durature trans e intergenerazionali nel modo in cui la popolazione risponde e risponderà in contesti razziali. Finora sono state rilevate chiare differenze nel comportamento ma adesso ci si sta applicando per capire meglio come aspetti impliciti di bias razziali influenzino le risposte empatiche al livello neurale.

 

 

 

Simposio plenario: attaccamento, neuroimaging e psicoanalisi

 

Attachment, psychophysiology and brain reactivity, using EEG and adolescents: review, Manuela Gander.

 

Questa presentazione è una review di quanto osservato tra un certo stato di attaccamento e la reattività della corteccia prefrontale, il sistema nervoso autonomo e l’asse ipotalamico-ipofisario-adrenocorticale in adolescenti.

 

Neural changes in the pressed patients during psychodynamic psychotherapy: an fMRI and EEG study using an attachment paradigm, Ann Buchheim.

 

In questo studio sono stati paragonati sedici pazienti depressi non medicati farmacologicamente a diciassette controlli, curati con psicoterapia psicoanalitica e sottoposti a fMRI e EEG nel corso di 15 mesi. Sono emersi dati che suggeriscono un impatto significativo del trattamento psicoterapico in diverse zone cerebrali ,associabili al miglioramento.

 

 

Neural correlates of attachment representation in healthy controls- an fMRI study, Karin Labek et al.

 

Le aree attivate selettivamente in questo studio osservando scene legate al tema dell’attaccamento, suggeriscono che tale esposizione attivi la rappresentazione di stati mentali come componente centrale della cognizione sociale umana. Il sistema utilizzato mette in mostra le differenze individuali ed è un ulteriore prova di funzioni affettive correlate all’attaccamento in popolazioni sane e malate.

 

 

Neural correlates of free association using an fMRI attachment paradigm, Roberto Viviani.

In questo lavoro si ipotizza che le libere associazioni siano in grado di reclutare il cosiddetto “default network system”

( una rete di strutture cerebrali, piuttosto attiva durante il riposo che, viceversa, si deattiva in genere quando è necessario svolgere un’attività esterna alla nostra mente. Il DNS è la rete cerebrale delle attività mentali coinvolte nei processi di pensiero introspettivi. Il DNS si attiverebbe proprio quando l’attività mentale non è rivolta a stimoli esterni ma verso il mondo interno. Si ipotizza che il daydreaming (il sognare ad occhi aperti), il ricordo di eventi passati o la pianificazione di progetti futuri  siano processi correlati al DNS. Il default mode network coinvolge sostanzialmente alcuni nodi principali: il lobulo parietale inferiore, la corteccia cingolata posteriore, la corteccia prefrontale ventro-mediale e la formazione dell’ippocampo (Raichie, 2001).

 

la cui attività è spesso più alta durante il pensiero spontaneo. Il DNS contiene aree semantiche e la sua attivazione durante le libere associazioni coincide con una grande mole di lavoro in neuroimaging che identifica attività di mentalizzazione legate a rappresentazioni interne che sorgono spontaneamente nel pensiero conscio. Questo substrato neurale comune e le ipotesi sulla sua funzione costituiscono un ponte potenziale tra i modelli della neuroimaging e quelli della psicoanalisi.

 

 

The Oxford-Style Debate

 

“This house believes that neuroscientific terms must never replace psychoanalytic ones”

 

Nel pomeriggio il cosiddetto dibattito stile Oxford in cui I “due contendenti” si fronteggiano per sostenere tesi opposte : in questo caso se I termini neuroscientifici avrebbero mai potuto prendere il posto di quelli psicoanalitici. Alla fine del confronto, per alzata di mano, ha vinto largamente il partito dei sostenitori di quanto sostenuto da Ariane Bazan : questa sostituzione non sarebbe mai potuto accadere.

 

 

La sera, una bellissima crociera sull’Hudson con ottima cena e musica per i partecipanti al congresso.

 

 

Sabato 26 luglio

 

Simposio Plenario: Bringing the “In-Depth Body” to the Surface: Interoception, Body And Self

 

Sessione plenaria molto interessante in cui ci si è interrogati sul ruolo del corpo come base della coscienza (in particolare il ruolo della enterocezione) e delle relazioni sociali primarie.

 

 

Blunted and Discordant Affect: Connections between Physiological Arousal and Affective and Bodily Awareness among Traumatized Individuals, Wendy D’Andrea.

 

Tre studi su pazienti traumatizzati, sono stati associati a una diminuizione dell’attività biologica e alla presenza di sintomi di diverso tipo come peggioramento nelle relazioni sociali, nella consapevolezza del proprio corpo e nelle performance in ambito affettivo. Lo studio dimostra l’importante ruolo delle esperienze primarie dell’individuo nell’influenzare le future difese e il tipo di affettività. I dati suggeriscono anche connessioni tra la reattività biologica e le emozioni inconsce in accordo a quanto desunto con la pratica psicoanalitica.

 

 

Reading the mind in the felt body: The Social Modulation of Interoception, Katerina Fotopoulou

 

Lo studio dimostra che fattori sociali come la presenza, l’empatia e la fiducia possono influenzare l’enterocezione ma che questi effetti sono modulati dallo stile di attaccamento. Allo stesso modo mentre l’ossitocina sembra aumentare la salienza sociale degli stimoli enterocettivi, questi effetti dipendono dalle differenze individuali sullo stile di attaccamento.

 

 

How many heartbeats away from one’s body? Interoceptive awareness and the bodily self, Manos Tsakiris.

 

Il presente studio tende ad esplorare una dimensione spesso ignorata nella ricerca ma non nella pratica clinica, che è la rappresentazione e la consapevolezza del corpo percepito “da dentro”. Vengono studiati sensazioni esterocettive e enterocettive che portano alla conclusione che l’Io corporeo non può essere studiato solamente al suo livello di superficie così come per ’Homunculus somatosensoriale. Il corpo enterocettivo , percepito in profondità, dovrebbe parimenti essere pensato come parte dell’ego corporeo. Segnali che originano dall’interno e dall’esterno del corpo, interagiscono a livello corticale per produrre congiuntamente un senso di specificità del Sé.

 

 

Dopo la sessione plenaria, sono iniziati delle sessioni di ricerca parallele fino al pomeriggio

 

 

Parallel research session

 

Sessione 1: “self” issue

 

 

Three theories of the self and consciousness, Todd Feinberg

 

Il dottor Feinberg ha presentato 25 anni del suo lavoro sulle basi neurologiche del Sé e la sua relazione con la coscienza. Propone tre teorie; una neurobiologica, una neuropsicoanalitica e una neuroevoluzionistica.

 

  1. a)Modello triadico neurogerarchico del Sé in cui le basi neuroanatomiche sono sorprendentemente ben definite e possono essere visualizzate come anelli concentrici.
  2. b)Un approccio neuropsicoanalitico alle neuropatologie del Sé in cui possono comparire disturbi corporei relazionali e narrativi del Sé. Il dottor Feinberg propone un modello a più livelli per spiegare le neuropatologie del Sé che include fattori negativi e positivi, bottom up e top down, neuropsicologici e fisiologici.
  3. c)Nel terzo punto descrive il suo recente lavoro in collaborazione con Jon Mallat, biologo evoluzionista, affermando di essere giunto alla conclusione che anche le specie vertebrate più semplici possono considerarsi capaci di stati di coscienza.

 

Inferring the self: neurological exaggerations of psychodynamic defenses, Katerina Fotopoulou Una questione molto critica è come integrare I vari e a volte conflittivi segnali da parte del corpo per formare un senso coerente del Sé corporeo. In questo lavoro vengono discussi insights psicoanalitici che fanno luce sulla relazione tra alcune presentazioni cliniche in neurologia e una cornice che si rifà alle neuroscienze computazionali chiamata “The Free Energy Framework”.( Un principio di energia libera è stato recentemente proposto , come teoria unificatrice del funzionamento cerebrale , che darebbe conto dell’azione, della percezione e dell’apprendimento. E’ legato al concetto di ottimizzazione. Karl Friston Nature Reviews Neuroscience 11, 127-138 February 2010).

 

Vengono descritti come i disordini neurologici del Sé corporeo, possono essere compresi come inferenze relative al Sé basate sulla presenza o l’assenza di segnali enterocettivi o esterocettivi da parte del corpo. Attraverso diversi esperimenti e referti di neuroimaging relativi a disordini neurologici del corpo, si arriva alla deduzione che tali disordini rappresentino inferenze difensive amplificate riguardo allo stato del Sé corporeo.

 

 

Dissociation: are we narrowing the gap between phenomenal experience and brain-body processes?, Oliver Lyttelton

 

Recente sviluppi nelle “Affective neuroscience” hanno messo in luci sistemi biologici cruciali per le risposte dissociative del corpo al trauma. Diversi circuiti vagali sono coinvolti nell’ “immobilizzazione difensiva” nello “svenimento”, nel comportamento sociale e in generale negli stati dissociativi, , che spingono l’individuo a comportamenti legati al trauma. Vengono citati gli studi di Storolow, Bromberg, Ogden e Levine. Diverse vignette cliniche vengono portate e correlate alle diverse ipotesi neuro scientifiche.

 

Implicit self-esteem in borderline personality and depersonalization disorder, Heather Berlin.

 

Lo studio mette a paragone la percezione di Sé in pazienti borderline (BPD) e pazienti con disturbo di depersonalizzazione (DPD). Mentre BPD e DPD abitualmente si sovrappongono in termini di sintomi dissociativi e irregolarità emozionali, differenze nell’autostima, nel comportamento e nel temperamento possono aiutare a identificare dove divergono in termini di consapevolezza, comportamento e in ultimo, identificare alcuni assetti neurobiologici sottostanti.

 

 

The affective modulation of motor awareness in anasognosia for hemiplegia: behavior & lesion evidence, Sahba Besharati.

 

Questo studio suggerisce che esiste una relazione dinamica fra l’emozione e la consapevolezza in questo tipo di pazienti anosognosici, mostrando che l’inferenza di stati affettivi top down, interferisce con la consapevolezza motoria e corporea.

 

Clinical and cultural implementation of Affective Neuroscience Personality Scale (ANPS)

  1. a)  On narcissism: A re-introduction from the perspective of ANPS, Keiichi Narita

In questo studio viene utilizzata la scala delle di personalità delle “Affective Neurosciensce ” (ANPS) un ottimo strumento che può servire da ponte tra le neuroscienze e la psicoanalisi. Tale scala, , che consiste di 42 items nella forma abbreviata e 112 in quella estesa focalizzati sulle emozioni di base, è stata applicata insieme alla NPI, che è la Narcissistic Personality Inventory, su 311 studenti universitari. I risultati hanno fornito un supporto empirico sia alla teoria freudiana della Cathexis che a quella Kohutiana sul narcisismo.

 

  1. b)  Affective colours off attachment and awareness: the relationship of ANP subscales with adult attachment style and mindful awareness, Jak Içöz

 

Questo studio si propone di esplorare la relazione tra le emozioni misurate con l’ANPS e gli stili di attaccamento adulti. Sono stati valutati 325 partecipanti tra i 17 e i 64 anni cui sono stati somministrati l’ ANPS, la relationship scales questionnaire, e la mindful attention and Awareness scale. L’attaccamento sicuro potrebbe essere descritto come avente elevati punteggi in GIOCO, SPIRITUALITA’ E CURA e bassi in TRISTEZZA, RABBIA E PAURA           , mentre l’attaccamento ansioso preoccupato, elevati in PAURA E CURA, e basso in TRISTEZZA. Entrambi, il superbo evitante e il pauroso evitante, mostravano bassi punteggi in GIOCO e CURA. Tutti i partecipanti che mostravano alti livelli di affetti negativi tendevano a mostrare livelli più bassi di consapevolezza mentale.

 

  1. c)  Cross-cultural prospects for personality researches: the relation of interindipendent and independent self-construals to ANP Trait and Big Five Personality Traits, Gökçe Özkarar Gradwohl

In questo studio vengono paragonati I risultati di due versioni di ANPS, una standardizzata per la Turchia e la versione Americana e vengono discusse le differenze alla luce delle influenze culturali.

 

 

Sessione 2, room 404: “Clinical focus”

 

“My home is filled with monsters”: A case of fronto-temporal dementia, Mirja Sinkkonen

 

Viene descritto il caso di una paziente in psicoterapia da molti anni per depressione il quale, ad un certo, punto sviluppa una demenza fronto-temporale. L’analista invece di interpretare come semplici allucinazioni quanto la paziente riferiva di vedere a casa sua, decide di andare a farle visita. Dopo tale bizzarro intervento del terapeuta le allucinazioni scompaiono e la coppia analitica, nonostante le ormai avanzate difficoltà neurologiche della paziente soprattutto a livello verbale, riesce a ricostruire la paura che la paziente provava a 5 anni quando veniva lasciata sola a casa. Ora come allora, a causa della demenza fronto-temporale, la paziente viveva la casa come un luogo pericoloso in cui viveva con paura lo stare da sola.Hanno deciso quindi congiuntamente il trasferimento in una struttura residenziale ove la paziente avesse compagnia e continuato il loro percorso analitico.

 

Psychotherapy for an elderly woman with anosognosia –images of trauma expressed in sandplay and Baumtest, Michiko Akimoto et al.

 

Viene presentato il caso di una donna reduce da un ictus, curata per la sua anosognosia con differenti tecniche riabilitative ispirate all’analisi. In questo caso sia gli atteggiamenti della paziente che i miglioramenti sono stati interpretati almeno in parte come una difesa contro la ferita narcisistica subita.

 

 

Autistic barriers in brain injuried patients. How the psychoanalytic treatment of psychosis may help in the neuropsychoanalytic treatment of patients with brain injury and vice versa, Rosanna De Angelis

 

Il trattamento analitico applicato a pazienti con danni cerebrali e bambini autistici si è mostrato utile se orientato in modo simile all’approccio psicoanalitico per pazienti psicotici, rivelando miglioramenti legati ad una supposta plasticità cerebrale.

 

Impairments in playfulness and social anhedonia, and social motivation deficit in autism, Arnaud Carré et al.

 

Le più recenti scoperte nel campo delle Affective Neuroscience” suggeriscono che disturbi psichiatrici potrebbero essere scatenati da un intergioco tra i sistemi motivazionali. Questi sistemi sono considerati come nuovi “endo-psico-fenotipi” correlati a dati biologici e comportamentali. 20 adulti con spettro autistico sono stati paragonati a 20 controlli, utilizzando la scala ANPS, e altre scale. I risultati supportano il coinvolgimento delle emozioni primarie e i sistemi motivazionali nello spettro autistico (ASD).

 

Le variazioni nel PLAYFULNESS            potrebbero essere al centro delle difficoltà sociali osservate nella ASD. Inoltre si suggerisce che bassi livelli dell’endo-psico-fenotipo PLYAFULNESS potrebbero portare al fenotipo dell’aneidonia sociale.

 

Redesigning the wheel: adaptation of therapy in neurological patients, Shanti Shanker et al.

 

Lo studio si focalizza su 4 pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo refrattari a psicoterapia e psicofarmacoterapia, che hanno optato alla fine per un intervento chirurgico a livello del cingolo anteriore. Questa presentazione enfatizza l’importanza di continuare l’intervento psicoterapeutico dopo l’intervento chirurgico e discute le differenze fra le varie tecniche utilizzate per questo gruppo di pazienti.

 

Turning portraiture upside-down – the role of prosopagnosia in Chuck Close’s art, Oren Kalus

 

Questo originale lavoro è uno studio dell’opera del ritrattista Chuck Close affetto da una prosopagnosia evolutiva e presenta riflessioni di tipo neuroestetico e psicologico sul decifit dell’artista

 

 

Simposi paralleli, Simposio 1, Auditorio principale:

 

Free Energy, complexity, dreams, and mental disorder

 

(Premetto che gli argomenti trattati in questa sessione, necessitano per me di uno studio e comprensione che, al momento, non mi hanno permesso di seguire con completa comprensione di quanto esposto).

 

Free Energy, complexity, and the two principles of mental functioning, Jim Hopkins

 

Nel “Free energy approach” il margine d’errore nel modello cerebrale è minimizzato attraverso l’ azione e l’ apprendimento durante le ore di veglia e anche attraverso un’ottimizzazione del modello che ne riduce la complessità durante la notte (Hobson e Friston 2012). Quest’ultimo ipotizza che tale ottimizzazione comprenda l’omeostasi sinaptica in parte influenzata dalla finzione dell’esperienza del sogno durante il sonno rem. Sembra probabile che questo accada con il consolidamento e riconsolidamento della memoria che si ipotizza accada anche durante il sonno SWS e REM e accada anche in parte perché influenzata dall’esperienza di sognare .Il fatto che il sogno sia parte del processo di consolidamento della memoria è in accordo con la terapia psicoanalitica.Dal momento che la teoria psicoanalitica delle fantasie e della realizzazione del desiderio fornisce un contenuto a sogni, sintomi, allucinazioni e deliri, questi possono essere anche visti in termini di un processo che riduce la complessità verso un modello di ottimizzazione quale quello del “Free Energy Approach”, attraverso il consolidamento della memoria.

 

 

Epistemic trust and generative models in severe psychopathology, Tobias Nolte

 

Free energy, angst, and narcissism, Christoph Mathys

 

 

La terza parte di questo simposio si sofferma sull’approccio del “Free Energy Approach” e su Modelli Generativi riguardanti l’ontogenesi e gli aspetti interpersonali

 

 

Simposio 2, room 404 4° piano:

 

Disorders of the Endogenous Opioid System

 

In questa sessione si è parlato degli oppioidi endogeni e dei loro recettori nelle aree cerebrale frontale e subcorticale , nella spina dorsale a livello ascendente e discendente,nell’ intestino e nel sistema immunitario. Si propone l’idea che gli oppioidi possono essere riclassificati come un sistema ormonale più che come neuro peptidi. Si propone l’ipotesi che la fibromialgia, la dipendenza da oppioidi e l’autismo siano malattie legate a questo sistema ormonale.

 

Painkillers that cause pain, Swati Shivale

 

Fibromyalgia, a dearth of opioid tone, Scott Ulberg

 

Disorders of the opioidergic system, Brian Johnson

 

 

 

Conclusioni

 

 

L’impressione generale è stata quella che, la cosiddetta neuropsicoanalisi, abbia di molto accellerato la sua evoluzione e che la psicoanalisi , quella vera, sia ancora ferma a guardare. Le strade sembrano divergere e i lavori di costruzione della prima, procedono in modo troppo veloce e autonomo rispetto alla psicoanalisi così come la si intende nelle istituzioni tradizionali. Ho sentito fortemente la necessità di un confronto serio e continuo tra le due discipline al fine di chiarire e mettere ordine su cosa intenda l’una e cosa l’altra quando si parla di psicoanalisi e degli elementi fondanti di questa.

 

Personalmente, anche se non tutti i colleghi concorderanno, ho avuto l’impressione e la conferma che le cosiddette “Affective Neuroscience” di Jaak Panksepp, siano ben integrabili e già fruibili dagli psicoanalisti che hanno familiarità con l’approccio di Heinz Kohut, di Alan Schore, di Daniel Stern,di Franz Alexander,di Regina Pally e che possano già nell’immediato sia arricchire che semplificare il lavoro in analisi. Il comitato scientifico del 14 °Congresso di N.Y.,ha accettato in quella sede un mio lavoro in forma di poster, dal titolo “ In the pursuit of a neuropsychoanalytical interpretation ”, in cui viene esplicitato e spiegato, anche a livello clinico, quanto sopra sostenuto.Il lavoro è a disposizione per chi fosse interessato.

 

Roma 20 Agosto 2014

 

Cristiana Pirrongelli  cristiana.pirrongelli@fastwebnet.it
Centro di Psicoanalisi Romano

 

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— vai al Poster presentato da C.Pirrongelli al Congresso “In the pursuit of a psychoanalytical interpretation“.

 

 

 

 

 

 

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