Rossella Valdrè (2014)
Sulla Sublimazione:un percorso del destino del desiderio nella teoria e nella cura
Karnak edizioni
Questo libro esplora e rivisita il concetto di sublimazione, nei suoi vari aspetti e implicazioni sia nella teoria sia nella clinica psicoanalitica, nonché nei suoi aspetti, sempre di confine, socio-culturali. L’assunto di base che ha suscitato l’interesse dell’Autrice al tema, è una certa sorpresa nell’osservare come si parli meno in generale, in psicoanalisi, della sublimazione: è dunque un concetto superato, una specie in estinzione? Appartiene all’archeologia della psicoanalisi? O, al contrario, è così insita nella pratica analitica e così ben collocata e implicita nella teoria da non renderne necessario discuterne ancora? E’ prevalente opinione dell’Autrice che la sublimazione si esprima oggi differentemente e abbia subito una sorta di mutazione antropologica, come accaduto a diversi concetti freudiani cambiando il contesto storico e culturale.
Il libro guarda alla sublimazione da varie angolature: conduce il lettore attraverso la storia del concetto, dalla sua nascita con Freud e gli sviluppi post-freudiani; le sue implicazioni e controversie nella teoria psicoanalitica e nell’idea in sé del trattamento analitico; e il suo ruolo centrale nella creatività e nell’arte, esplorando come esempi le “grandi” sublimazioni di Leonardo da Vinci ed Emily Dickinson.
Al cuore del libro sta la contemporaneità e le sue contraddizioni: qual è il posto della sublimazione nella cosiddetta cultura ‘post-moderna’ o ipermoderna? La domanda, secondo l’Autrice, non è una semplice o vana speculazione: l’esistenza della sublimazione non sembra più coincidere con la teoria psicoanalitica come pensata da Freud, ma coinvolge il destino stesso dell’uomo contemporaneo, la sua possibilità di sopravvivere e di vivere psichicamente, non appiattito nel consumismo, nella soddisfazione immediata dei bisogni o destinato alla rassicurazione della gregarietà e della massa. Tesi centrale del libro è che sublimazione e creatività, anche in forme minime o personali, siano essenziali alla vita psichica e alla soggettività. Ciononostante, come il libro suggerisce nelle conclusioni, lo stesso Freud riteneva che la sublimazione, per la sua stessa difficile natura, non fosse mai completa: ci sarà sempre un “resto”, uno scarto, qualcosa che manca, poiché il soggetto è spinto, per tutta la vita, alla ricerca del soddisfacimento pulsionale.
Vediamo così che oggi il clima culturale contemporaneo contribuisce a impoverire la nostra capacità di sublimare a causa del mutato scenario rispetto ai primi del ‘900, mentre la sublimazione freudiana è più che mai attuale e necessaria. Nell’idea dell’Autrice, sia nella teoria sia nella pratica psicoanalitica, il concetto deve essere ripreso e rivitalizzato, forse rivisitato alla luce del tempi in quanto cruciale al destino della psicoanalisi.
Recensioni e copertina
L’umanità “sublima meno”? La psicoanalisi utilizza oggi con apparente minore interesse, nella teoria, nella clinica e nella tecnica, il concetto di sublimazione?
In questo testo straordinario e ben documentato internazionalmente, uno dei più acuti e stimolanti che mi sia capitato di leggere in questi ultimi anni, una psicoanalista attenta e sensibilissima ai grandi cambiamenti in corso esplora l’evoluzione e le alterne fortune di un concetto parzialmente dimenticato che – assai più di quanto si immagini – rivela una connessione segreta e potente con le trasformazioni del modo di essere nella contemporaneità.
Cultura, stili di vita, assetti di personalità, modelli educativi, percorsi terapeutici, dimensione estetica e contratti sociali sono riesaminati alla luce delle vicissitudini della sublimazione: l’ennesima prova di come l’ottica psicoanalitica, se rigorosa e approfondita, sia in grado di contribuire alla lettura della realtà più complessa, oltre che a una costante messa a punto dei propri stessi cardini teorici e clinici.
Stefano Bolognini
Presidente dell’International Psychoanalytic Association
Freud aveva in progetto nel 1915 di scrivere un saggio sulla sublimazione nei suoi Scritti di Metapsicologia. Questo attesta come, per Freud, la sublimazione fosse un concetto fondamentale della metapsicologia.In questo libro, Rossella Valdrè ci incoraggia nuovamente a raccogliere i vari aspetti della sublimazione, attribuendole lo stesso valore essenziale. Valdrè esamina le vicissitudini del concetto, segnato fin dall’inizio da periodi di alterna fortuna e oscuramenti, e ci offre uno studio affascinante sulle ipotesi che possono oggi indebolire il destino della sublimazione.
Evelyne Sechaud, former President of the French Psychoanalytic Association and of the European Psychoanalytical Federation (FEP)
Rossella Valdrè è psichiatra e psicoanalista e membro della SPI (Società Psicoanalitica Italiana) e dell’IPA (International Psychoanalytical Association). Laureatasi all’Università di Genova, si è formata a Genova e Milano. Dopo i primi anni di lavoro istituzionale, si è in seguito dedicata alla pratica psicoanalitica privata, contribuendo anche ad alcune supervisioni di gruppi istituzionali e come Consulente Tecnico d’Ufficio per il Tribunale dei Minori. Per alcuni anni, ha tenuto laboratori di teoria psicoanalitica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Genova. Il suo interesse per il cinema e la psicoanalisi l’hanno portata alla pubblicazione di numerose recensioni (ww.spiweb.it) e presentazioni di film in diversi centri psicoanalitici. E’ Autrice del libro La lingua sognata della realtà. Cinema e psicoanalisi nell’esplorazione della contemporaneità (Antigone, 2013). Oltre al cinema, i suoi campi d’interesse includono l’estensione della psicoanalisi nel mondo della cultura, dell’arte, letteratura e società, sempre connesse e rilette alla luce del pensiero psicoanalitico, con particolare attenzione alla metapsicologia freudiana. E’ Autrice di articoli e recensioni su Rivista di Psicoanalisi, film essays in the International Journal e recensioni su Revue Francaise de Psychanalyse, vive e lavora a Genova.