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Sulla Psicoanalisi – Cesare L. Musatti, Bollati Boringheri, Torino 2012

16/07/12

COPERTINA MUSATTIFRESCHICon la sua personalissima intonazione arguta, Cesare L. Musatti era solito ricordare come lui e la psicoanalisi fossero gemelli. Il 20 settembre 1897 Sigmund Freud passò in treno davanti alla casa di Dolo, sulla riviera del Brenta, in cui stava per venire al mondo il suo più eminente seguace italiano. Sarebbe nato il giorno successivo, quando Freud, di ritorno a Vienna, scriveva all’amico Wilhelm Fliess la lettera poi ritenuta l’atto inaugurale di una conoscenza sovvertitrice, pronta a sfidare i filisteismi annidati nella scienza dell’epoca. Il settimino gracile che non sembrava in grado di sopravvivere e l’inaudito scandaglio della psich, allora sogguardato dai più con sospetto, erano destinati entrambi a una lunga esistenza. Della gemellarità ideale Musatti fece una fratellanza di pensiero e di vita. E affratellato a lui si sentirà anche il lettore di questa raccolta di scritti dispersi o introvabili, che si dispongono con naturalezza centripeta nel libro rappresentativo di un intero percorso. Chi voglia incontrare il teorico, il clinico, l’interprete del proprio tempo, qui sarà colpito dall’affabilità di un vero Maestro che, senza montare mai in cattedra, dà lezione di misura innanzi tutto nel parlare di sé e dei pazienti, dal momento che ogni analisi è insieme autoanalisi. Lapsus, fobie, angosce, attacchi di panico, improvvisi stordimenti, addirittura paranoie: tenendosi lontano dall’esibizione dell’intimità, Musatti trova il modo di porgere la sua micropsicopatologia a riscontro della sofferenza devastante di coloro che ha in cura. L’uno e gli altri imparano a venire a patti con il «lupo cattivo» che li abita, e a mettere a frutto i sogni, le fantasticherie, le libere associazioni, là dove vige una realtà meno «ischeletrita e pietrificata» di quella del senso comune. Se è vero che l’inconscio «lavora de soto» – così, in dialetto veneto, sentenziò il suo primo paziente –, Musatti si conferma il miglior scenografo dei nostri fondali nascosti. L’unico psicoanalista della sua generazione a rivendicare a piena voce il talento teatrale quale dote necessaria all’esercizio della professione.

l’autore
Cesare L. Musatti (1897-1989) fu in Italia il più insigne rappresentante della psicoanalisi freudiana, a cui già a metà degli anni trenta dedicò un corso pionieristico presso l’Università di Padova. In seguito affiancò all’insegnamento ventennale di Psicologia (Università Statale di Milano, 1947-67) la pratica terapeutica, che esercitò fino alla fine della vita, e una vasta produzione specialistica e divulgativa. Tra i suoi ultimi saggi: Il pronipote di Giulio Cesare (1979), Mia sorella gemella la psicoanalisi. Pensieri, confessioni, memorie tra scienza e avventura (1982), Questa notte ho fatto un sogno (1983), I girasoli (1984), Chi ha paura del lupo cattivo? (1987), Curar nevrotici con la propria autoanalisi (1987) e Psicoanalisti e pazienti a teatro, a teatro! Con due commedie in tre atti (1988). Numerosi i libri pubblicati presso la Boringhieri: Psicoanalisi e vita contemporanea (1960) – parzialmente rifuso in Libertà e servitù dello spirito. Diario culturale di uno psicoanalista (1945-1971) (1971) –, Trattato di psicoanalisi (1962), Freud. Con antologia freudiana (1970), Riflessioni sul pensiero psicoanalitico e incursioni nel mondo delle immagini (1976), Leggere Freud (1989). La sua ineguagliata impresa editoriale resta la direzione delle Opere di Sigmund Freud (1966-80, 12 voll.), edizione integrale di riferimento tuttora nel catalogo Bollati Boringhieri.

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