La Ricerca

“Rotture evolutive” di A. Nicolò. Recensione di G. Giustino

9/09/21
"Rotture evolutive" di A. M. Nicolò

Rotture evolutive

Psicoanalisi dei breakdown e delle soluzioni difensive

di Anna Nicolò 

(Raffaello Cortina ed, 2021)

Recensione a cura di Gabriella Giustino

Stati sensoriali della mente

In questo contributo Anna Nicolò grazie alla sua vasta esperienza psicoanalitica con gli adolescenti gravi, spesso trattati anche in contesti comunitari e familiari,  colma una  mancanza- nel panorama psicoanalitico italiano- di contributi  teorico-clinici specifici su questo tema.

La ricchezza di casi clinici, seguiti direttamente o in supervisione, è il primo elemento che colpisce nella lettura. Non è facile trovare una disamina così particolareggiata di pazienti difficili descritti in dettaglio e con grande passione. La linea evolutiva che sin dal titolo è annunciata consiste nel tentativo ben riuscito di differenziare le forme di crolli/rotture adolescenziali passibili di evoluzione da quelle più difficilmente trattabili che annunciano o, per meglio dire, svelano un’organizzazione psicotica che viene da lontano.

Questa distinzione è molto utile perché permette un approccio analitico  senza memoria e senza desiderio a questi giovani pazienti, pur mantenendo la consapevolezza della gravità della crisi e della necessità di svolgere un lavoro contenitivo e analitico poderoso. Operazione non facile che richiede un’integrazione di modelli psicoanalitici diversi e che Anna Nicolò riesce ad articolare creativamente dentro di sé grazie alla sua esperienza pluriennale, sia a livello nazionale che internazionale.

Il libro di Anna mi ha fatto riflettere sulla duttilità della mente adolescente e sulle possibili sfumature diagnostiche che possono impegnare lo psicoanalista, e che richiedono un approccio specifico e informato degli elementi in gioco durante questa fase di vita. Il libro aiuta, infatti, a distinguere i vari livelli di funzionamento mentale del paziente adolescente,  spesso confusi e sovrapposti.

Nei casi più gravi questi funzionamenti, nascosti  e ignorati durante lo sviluppo, possono slatentizzarsi in adolescenza svelando un processo psicotico che viene da lontano: da un ritiro sensoriale   onnipotente ricco di sensazioni piacevoli e gratificanti  dove il bambino coltiva  l’illusione di potersi ritirare e proteggere dalle frustrazioni che provengono dal contatto con la realtà (De Masi, 2018),  oppure da un rifugio difensivo dall’angoscia depressiva o schizoparanoidea, come nella teorizzazione di J. Steiner sui rifugi della mente (1993).

Nei casi meno gravi e maggiormente collocati in una dimensione di riorganizzazione mentale legata alla fase di vita, mi pare invece che le componenti  problematiche legate all’intenso mutamento  corporeo sensoriale  possano coincidere, sovrapporsi o mimare la  predisposizione o l’esito nella  psicosi.

Una parte corposa del libro è dedicata alla valutazione diagnostica psicoanalitica, intesa come costruzione progressiva nell’incontro col paziente dei funzionamenti mentali in gioco, del peso del mandato intergenerazionale e degli assetti familiari prevalenti e patogeni. L’autrice attribuisce una capacità di cura alla fase di consultazione considerata terapeutica fin dall’inizio dell’incontro perché permette di stabilire un’alleanza di lavoro e comprendere, nel vivo della relazione analitica, come si stabiliscono le difficoltà principali del paziente. Ecco allora comparire distinzioni importanti tra rotture evolutive (termine originale coniato dalla Nicolò e inteso a segnalarne il potenziale trasformativo), breakdown e break through, esordi psicotici veri e propri, psicosi brevi e perversioni temporanee. Una costellazione ampia e dettagliata di casi clinici permette di individuare le specificità di questi funzionamenti mentali complessi  nel tentativo di approntare una cura analitica il  più  possibile specifica  e flessibile  con possibili  estensioni alla famiglia e /o  in collaborazione con altri terapeuti .

Non mi soffermo ulteriormente su questo aspetto importante del libro già affrontato esaustivamente in altra sede (vedi C. Riva Crugnola, su questo sito).

Vorrei invece procedere seguendo il filo rosso che attraversa tutto il libro sull’importanza della sensorialità  tempestosa e poco integrata tipica dell’adolescenza  come possibile fattore patogeno e  scatenante le rotture evolutive anche a causa dell’impatto  sulla psiche delle prime esperienze sessuali.

L’integrazione tra sensorialità (disorganizzata e disorganizzante) e sensualità è per Anna Nicolò un punto cruciale che può prevenire o attenuare -quando è possibile- l’evoluzione negativa di questi pazienti. L’adolescente a rischio di rottura evolutiva parte spesso da difficoltà precoci nell’incontro con la sensorialità dell’oggetto primario: talora deprivante, talvolta disorganizzante o invasivo. Com’è noto l’incontro somato-sensoriale col primo oggetto e quindi con l’oggetto/soggettivo, pone le basi per un’integrazione  complessa che avviene nel corso dello sviluppo e può restare irrisolta o nascosta dalla  latenza  riemergendo poi prepotentemente in adolescenza.

La sensorialità si integra con la sensualità,  dice l’autricese l’incontro corporeo ed emotivo con il primo oggetto è stato sufficientemente buono. Situazioni ambientali di deprivazione emotiva e sensoriale, o di eccesso intrusivo nel corpo del bambino possono preludere a una scissione tra questi due elementi  poiché non si stabilisce,  nella relazione con l’altro, l’elemento dell’ intimità  emotiva che  è cruciale per questa integrazione. Assistiamo allora, come scrive Anna, a operazioni mentali di smontaggio sensoriale o confusioni zonali (Meltzer, 1973), a cui conseguono pericolosi aspetti  di  scissione corpo- mente, di uso perverso, delirante talora persino allucinatorio  del corpo. In molti dei casi clinici ben descritti del libro s’illustra, proprio  a partire dalla sensorialità corporea non integrata del paziente, un’importante distinzione tra  aspetti dissociativi- che Winnicott definirebbe  dissociazione primaria nella fantasticheria- e la presenza di un vero e proprio rifugio sensoriale  che sin dall’infanzia ha catturato la mente del paziente. L’evoluzione clinica positiva di alcuni casi prevede, ci dice l’autrice, uno sviluppo da questa sensorialità primitiva, autarchica e disorganizzata a un poter immaginare  anziché solo sentire confusamente il proprio corpo o parti di esso.

A questo proposito l’autrice fa riferimento alla  distinzione che Gaddini concettualizza tra fantasie nel corpo e fantasie sul corpo, che è molto utile in questo senso perchè individua quel transito cruciale tra un funzionamento della mente a dominanza sensoriale (tracce dell’ esperienza  cenestesica e  multisensoriale  nell’incontro con gli oggetti primari), e l’avvio di potenzialità rappresentative innescate dall’ immagine (Giustino 2017).

Su questo punto è molto interessante la ricca testimonianza clinica di alcuni sogni tipici di questi pazienti, densi  di sensorialità cruda e allucinatoria, che segnalano un emergere  delle tracce di un inconscio  somato-sensoriale primitivo e-nei casi più gravi- la comparsa di vere e proprie allucinazioni in sogno (Giustino, 2019).

Un libro  molto utile dunque per la nostra disciplina e per le nuove generazioni di analisti che si cimentano con adolescenti gravi.

Bibliografia

De Masi F. (2018). Svelare l’enigma della psicosi. Mimesis, Milano.

Giustino G. (2017). Further developments on the concept of fantasy. International Journal of Psychoanalysis 98(3):831-839.

Giustino G. (2019). “Psicosi e sensorialità”. Relazione presentata al Convegno della Società Psicoanalitica Italiana: “Allucinatorio/allucinazioni: psicosi e oltre”, Bologna.

Meltzer D. (1973). Stati sessuali della mente Tr.it  Armando, Roma , 1975.

Steiner J. (1993). I rifugi della mente.  Boringhieri, Torino.

Vedi anche:

“Rotture evolutive”di A. M. Nicolò. Recensione di C. Riva Crugnola

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Anoressia

De Masi F., Davalli C., Giustino G., Pergami A. (2015). Hallucinations in the psychotic state: Psychoanalysis and the neurosciences compared. Int.J.Psychoanal. 96: 293-318. Sintesi di G.Giustino

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