La Ricerca

“Neurowaves” e “Neuropsychoanalysis” di G. Northoff. Recensione di R. Spagnolo

9/10/23
"Neurowaves" e "Neuropsychoanalysis" di G. Northoff. Recensione di R. Spagnolo

Parole chiave: Psicoterapia spazio-temporale, Sè dinamico, Progetto per una psicologia scientifica, inconscio dinamico, Trauma e Dissociazione, Meccanismi di difesa

Recensione di “Neurowaves”  e “Neuropsychoanalysis” di G. Northoff

Recensione di R.  Spagnolo

G. Northoff – Neurowaves: Brain, Time, and Consciousness

McGill Queens Univ, 127 p, May 2023.

G. Northoff – Neuropsychoanalysis: A Contemporary Introduction

Routledge, 168 p, February, 2023.

Il volume Neurowaves, si apre con una considerazione riguardante il tempo a  partire dalla mitologia greca.  Kairos e Cronos rappresentano il tempo nella sua doppia dimensione: la continuità ed il momento;  di cui Kairos, il momento, non possiede l’estensione del primo, cioè il dispiegamento temporale di Cronos. Kairos e Cronos, forse fratelli, forse padre e figlio,  segnano dunque il tempo in maniera differente. Questa prima parte del libro include, oltre la filosofia dei due secoli scorsi,  anche  la fisica classica che ha inteso il tempo come contenitore, come teatro in cui i momenti si svolgono. Per giungere alla fisica moderna, in cui dal tempo come “contenitore”  prende corpo il concetto di tempo come “costruttore”. E’ questa  una visione più dinamica del tempo in quanto è visto come dimensione spazio-tempo in continuo cambiamento, più che come rapporto fra contenitore e contenuto, entrambi  indipendenti e statici.

L’autore ci invita a immaginare il tempo come le onde dell’oceano, sempre in movimento, con onde lunghe, lente, ma potenti,  che interessano grandi porzioni dell’oceano e onde più brevi e frequenti, meno potenti, contenute nelle prime. Lo stesso avviene per il cervello la cui dinamica neuronale è costituita da onde lente e onde rapide che si susseguono incessantemente. E’ questo il tempo interno del cervello che rivela la nostra mente. Per questo siamo interessati al tempo, perchè è alla base della nostra vita mentale, intesa come relazione con il mondo. Il mondo costituisce per il cervello quell’ambiente che gli permette di produrre la mente.

Il cervello costruisce attivamente il suo tempo interno, attraverso la correlazione fra diverse lunghezze d’onda e frequenze nidificate. Come avviene? L’attività spontanea cerebrale, sempre presente in tutte le regioni, e non solo in quelle legate al circuito della DMN, attivamente configura il processamento degli stimoli provenienti tanto dall’esterno  quanto dall’interno.  E questa modalità di funzionamento spontaneo (Scale free activity) che ha permesso all’autore di avanzare l’ipotesi di modello attivo del cervello, differenziato dai modelli passivi fondati sul  funzionamento stimolo-risposta / sensori-motorio.

Un esempio, per meglio comprendere l’organizzazione temporale cerebrale, deriva dalle sindromi legate alla perdita di coscienza  totali o parziali. Nelle prime non vi è alcuna differenza fra i vari tipi di neurowaves (spettro delle frequenze piatto), nelle seconde vi è la difficoltà di includere frequenze rapide ed i ritmi lenti prevalgono (a differenza delle sindromi psicotiche dovute, ad esempio, all’uso di psicostimolanti in cui prevalgono ritmi rapidi). Quindi il linguaggio comune (moneta corrente di scambio) fra cervello, ambiente interno ed esterno, è la struttura spazio-temporale delle onde cerebrali capaci di allineamento sia verso l’interno (interocezione) che verso l’esterno (esterocezione, allineamento al mondo).

Qualcuno guida questo allineamento? L’autore tramite la metafora del  surfer e delle onde oceaniche introduce il concetto di Sè e di continuità del Sè.

“Il sè c’è sempre. Eccetto per alcuni stati estremi che richiedono intervento farmacologico, noi non perdiamo mai il senso di sè. Sviluppiamo tale senso di  sè dai primi anni di vita in poi, finchè non moriamo […] Al di là dei cambiamenti fisici e mentali noi sperimentiamo il senso di noi stessi come uno e sempre lo stesso sè  nel tempo” (pag. 58). Le pagine successive  sono dedicate alle riflessioni sulla sameness (stessità) e differenza nella costituzione del sè e del suo persistere nel tempo. E’ il paradosso temporale del sè, che esprime sameness e differenza nel suo fluire. A questo proposito l’analisi dei dati relativi all’attività spontanea cerebrale, correlata sia  alle strutture corticali della linea mediana (CMS) che ad alcune aree fuori dalle CMS, da preziose indicazioni sul lavoro svolto da queste regioni durante compiti Self-related. Di notevole rilievo sono le riflessioni finali sull’AA (Artificial Agent) e AI (Artificial Intelligence) in cui, dopo aver esplorato le principali teorie sulla coscienza (IIT e GWS) ed aver avanzato un suo modello  costruito  sulla struttura temporale cerebrale nel suo rapporto col mondo, l’autore pone la questione se queste dotazioni artificiali siano o meno equipaggiate con un Sè. E qualora la risposta fosse affermativa, quale Sè troveremmo negli AA?

Neuropsychoanalysis, è un libro  dedicato al punto di vista neuropsicoanalitico aggiornato con le recenti ricerche sul funzionamento cerebrale spontaneo e quindi sulla struttura spazio temporale del cervello. Il suo contenuto è quindi del tutto diverso rispetto al fondamento delle neuroscienze affettive introdotte da Panksepp nel lontano 1998. In 7 brevi capitoli l’autore rilegge alcuni  concetti base per la psicoanalisi e la neuropsicoanalisi, come il Sè ed il narcisimo; il trauma ed i meccanismi di difesa; l’inconscio;  il sogno, mentre due capitoli sono  dedicati alla mente computazionale ed alla clinica della schizofrenia e della depressione.

Northoff  fin dall’introduzione ci avvisa che rivedremo il “gap of contingency” che si è creato nella neuropsicologia per la difficoltà di passare da una visione statica della mente (Third person perspective) ad una dinamica (First person perspective). L’autore ci accompagna  lentamente in questo passaggio da una visione statica, modulare, della mente (e del cervello) ad una visione dinamica, temporospaziale delle mente (e del cervello). Lo fa rivedendo alcuni dei capisaldi della psicoanalisi e della neuropsicoanalisi. Il libro apre con il dibattito sul narcisismo: la gerarchia nidificata del cervello può dare informazioni utili sul narcisismo? Se introduciamo i livelli del Sè nidificati dall’interocezione, alla proprio-esterocezione fino al Sè mentale, possiamo seguire anche l’evoluzione dell’organizzazione narcisistica (come anche di altre strutture psicopatologiche qui descritte). Nei vari paragrafi considerazioni sull’organizzazione della memoria, sull’uso del transfert controtransfert, sulle libere associazioni, su concetti quindi squisitamente teorici, si alternano a considerazioni riguardanti la ricerca empirica  e la clinica.  Un esempio di ciò è il capitolo dedicato a trauma ed attaccamento in cui i vari modelli psicoanalitici e non, vengono usati per guidare il lettore in quella che possiamo chiamare la disorganizzazione (la rottura) dell’allineamento Sè-altro-mondo che ogni trauma porta con Sè. Parlando di trauma l’autore pone un’ampia riflessione sulle aree e regioni interessate (del cervello e del Sè) e sulle loro reciproche interazioni (meccanismi di difesa).  A pag 45 propone di considerare la dissociazione, all’interno di questo equilibrio fra stimoli intero/esterocettivi, come l’interruzione (comunque parziale, il trauma non è mai completamente “taken out”) della  struttura gerarchizzata e nidificata degli strati neurali del Sè (neural layers of the self). Al meccanismo dissociativo è dedicato il capitolo sulle difese introdotte come meccanismi del Sè per mantenere la sua stabilità e proteggersi da conflitti specifici ed aspecifici rispetto al mondo interno ed esterno. Sono quindi strumenti del Sè  per difendere e preservare la sua organizzazione intrinseca.

Essendo il libro una sintesi di concetti fondamentali, rivisti attraverso la struttura spazio-temporale del cervello e del Sè non potevano mancare un capitolo centrale dedicato al modello generativo della mente di Friston, ed uno conclusivo dedicato al “Project for a spatiotemporal neuroscience” di Northoff & Scalabrini (2021). Partendo dal “Progetto” di Freud (1895)  e passando per il “ (new) Project for a scientific psychology” (2021) di  Solms, l’autore introduce il lettore alle dinamiche fra mente computazionale (predictive mind) e mente gerarchizzata (nestedness),  in un dialogo intenso fra i due modelli,  per concludere spiegando cosa potrebbe essere una psicoterapia fondata sulle dinamiche spaziotemporali cerebrali.

Chi ha letto questo articolo ha anche letto…

Trauma, storia e memoria dall'ultimo Freud a noi. Riflessioni a partire dal Mosè. F. Barale 

Leggi tutto

Dissociazione (trauma)

Leggi tutto