Carmelo Conforto, Luca Trabucco (2014)
Nati prematuri
Tracce psichiche negli adulti e cura psicoanalitica
FrancoAngeli
La nascita pretermine espone in modo particolare alle turbolenze connesse al formarsi della mente a fronte di un’esperienza somato-psichica così intensa e potenzialmente pericolosa tanto per il neonato, quanto per la madre. Il discorso degli autori evolve senza mai tralasciare, in filigrana, la portata dell’integrazione tra le scoperte neuroscientifiche e la teoria e pratica psicoanalitica, dove è necessario lavorare in una “camera iperbarica”, situazione dove è possibile pensare insieme la traccia lasciata dalla nascita prematura, i sentimenti connessi al cambiare un proprio stato senza sentirne la necessità e senza poterne ammortizzare la portata catastrofica grazie a un ambiente accogliente.
Il percorso analitico si propone quindi come una nuova nascita, un nuovo venire al mondo che è un atto che si rinnova continuamente, in funzione della capacità dell’oggetto di far venire il mondo a sé in modo tollerabile. Nella narrazione dei casi clinici gli autori sono permeati dall’immagine di una sorta di spazio/camera iperbarica per emozioni, necessaria perché le emozioni, appunto, divengano gradualmente digeribili, passino da un livello di pressione ad un altro, non distruggano il soggetto che le sperimenta, né l’oggetto che le deve contenere.
In questo punto viene ad articolarsi l’esperienza relativa a pazienti che sono stati bambini nati pretermine, con la universale Hilflosigkeit umana. Sembra così delinearsi, nel contatto col paziente prematuro, o con le aree “premature” di ogni paziente, la necessità di una funzione dell’oggetto che si potrebbe definire “del saper attendere”: uno spazio di attesa non stimolante, ma rispettoso degli spazi privati della mente entro cui silenziosamente il lavoro del sogno compie la sua opera di trasformazione.
Carmelo Conforto. Psichiatra, già prof. Ord. di psichiatria all’Università di Genova, Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana (SPI) e dell’International Psychoanalytic Association (IPA). Direttore scientifico della rivista Il Vaso di Pandora. Ha curato la pubblicazione di cinque libri di argomento psichiatrico e psicoanalitico, tra cui Il giudice Schreber e altre storie, Piccin, Padova, 1990; Comunità, Bollati Boringhieri, Torino, 1999; Lavorare in psichiatria, Bollati Boringhieri, Torino, 2005.
Luca Trabucco. Psichiatra, Membro Ordinario della SPI e dell’IPA, segretario scientifico dell’International Association for Art and Psychology, ha pubblicato su: Rivista di Psicoanalisi, Gli Argonauti, Psychomedia; e, in volume, “I colori stavano urlando”. Morte tempo memoria: il fregio della vita di E. Munch, in: A.V., Tra vita e arte: follia e morte in E. Munch (2008); “C. Claudel: percorsi di individuazione tra creatività e catastrofe”, in: A.V., Camille Claudel: scultore (2012); e, con F. De Nicola, Il Deserto di Buzzati. Il tempo l’attesa il sogno (2013) tutti pubblicati da Nicomp, Firenze.