Paolo Virno
Torino, Bollati Boringhieri, 98 pp.
La differenza tra l’animale e l’uomo in termini evolutivi viene spesso sintetizzata nella formula secondo la quale il primo adatta il suo corpo mentre il secondo trasforma l’ambiente in funzione dei suoi bisogni. La dinamica che sostiene una simile strategia di sopravvivenza sottende molteplici aspetti della natura umana nella trasformazione politica, nella creazione artistica e nella scoperta scientifica ed è stata studiata dalle prospettive filosofiche più disparate.
Questa lunga tradizione valorizza il testo di Virno che si propone di comprendere la logica del cambiamento in un’originale prospettiva che cortocircuita la riflessione freudiana con quella aristotelica. In questo modo viene tracciata una precisa corrispondenza tra i diversi tipi di arguzia individuati da Freud e le Confutazioni sofistiche che permette di vedere il paralogismo sotto una nuova luce. Fuori dagli angusti limiti dell’errore e dell’argomentazione contraffatta esso si manifesta come matrice del ragionamento possibile e soprattutto innovativo. Il percorso teorico dell’autore incrocia la riflessione di Wittgenstein, Schmitt, Arendt e Schumpeter mostrando l’importanza delle variazioni argomentative che aprono il circuito chiuso dell’esperienza e provocano la variazione di una forma di vita.