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“Lavarone dai convegni ai libri” recensione di A. Fusilli De Camillis e S. Nicasi

8/01/24
"Lavarone dai convegni ai libri" recensione di A. Fusilli De Camillis e S. Nicasi

Parole chiave: #Le frontiere della psicoanalisi, #Premio Gradiva, #Lavarone

Gradiva e le frontiere della psicoanalisi (2022) e In gioco con la psicoanalisi (2023)

a cura di Daniela Federici ed Elisabetta Marchiori (Edizione Fondazione Museo storico del Trentino)

recensione di Alessia Fusilli De Camillis e Stefania Nicasi

“Lavarone dai convegni ai libri”

Il fatto di tornare

Ogni anno, verso la fine di giugno, psicoanalisti, neuroscienziati, clinici, filosofi, storici e letterati si incontrano a Lavarone in occasione del tradizionale appuntamento al convegno Le frontiere della psicoanalisi, per confrontarsi intorno alle articolazioni della psicoanalisi nella clinica contemporanea e nelle sue relazioni con la cultura e con la società.

Daniela Federici ed Elisabetta Marchiori, anime del Comitato Scientifico del Centro Studi Gradiva insieme a Simona Argentieri, Alberto Schön, Manuela Trinci e Geni Valle, hanno magistralmente curato due volumi che sono traccia viva di questi incontri.

Il volume del 2022, Gradiva e le frontiere della psicoanalisi. Confronti e prospettive interdisciplinari, raccoglie i contributi che hanno animato due convegni: La psicoanalisi oggi: tradizione ed evoluzione (2018) e La noia (2019).

Il volume del 2023, In gioco con la psicoanalisi, raccoglie le relazioni presentate nelle edizioni 2021, Intermezzo, e 2022, In gioco, oltre che una serie di contributi inediti proposti negli anni precedenti.

Raggiungere Lavarone, tornare a Lavarone, significa percepire una qualità immersiva dell’esperienza che, come ricorda Daniela Federici soffermandosi sulla differenza fra spazio e luogo, può rimandare al discorso di Walter Benjamin sulla dialettica raccoglimento-distrazione (in Federici e Marchiori, 2023, 20). Una qualità immersiva di raccoglimento favorita dallo scenario lacustre dell’Alpe Cimbra, ma anche una qualità emersiva di dialogo e di rapporto. Una parentesi evasiva da quel lavoro in miniera che è proprio della stanza d’analisi e insieme una spinta eversiva a scompigliare le carte, a stressare le fondamenta allargando i confini.

Fil rouge di Lavarone sembra essere proprio l’attenzione all’evoluzione della psicoanalisi fra tradizione e aperture. In questo laboratorio è importante il fatto di tornare, per usare un’idea di Simona Argentieri (in Federici e Marchiori, 2022, 25), intendendo il tornare sia su un piano concreto, rinnovando il ritrovarsi all’appuntamento, sia su un piano epistemico, rivisitando una psicoanalisi che sia stata interrogata criticamente attraverso contaminazioni feconde.

In questo albergo dopo il 1900 e fino al 1923 trascorreva spesso le vacanze estive e qui scrisse nel 1906 il saggio sulla Gradiva Sigmund Freud, scopritore del mondo interiore profondo. Nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa lo ricordano gli psicoanalisti italiani riuniti a convegno su questi altopiani e lui cari”: così recita la targa commemorativa posta nel 1979 dalla Società Psicoanalitica Italiana sulla facciata dello storico Hotel Du Lac, dove Freud amava soggiornare.

L’Associazione culturale Centro Studi Gradiva nasce nel 1992 per iniziativa del Comune di Lavarone e l’Azienda per la promozione turistica degli Altopiani di Folgaria, Lavarone e Luserna, con l’intento di sviluppare una tradizione di incontri scientifici intrapresa nel 1990 con il primo dei congressi dedicati a Sigmund Freud. Tradizione che si è consolidata nel corso degli anni e che prende vita nell’appuntamento annuale con Le frontiere della psicoanalisi. Obiettivo del convegno è l’allestimento di uno spazio che favorisca il dialogo fra i relatori e fra i relatori e il pubblico, pubblico numeroso, colto, curioso, vivace. Un dialogo il più possibile libero incoraggiato dall’atmosfera certamente seria ma non solenne, non paludata, non accademica.

Però tutto questo ancora non rende l’idea! La verità è che a Lavarone ci si diverte, ci si conosce meglio, si incontrano persone interessanti, scrittori, intellettuali e poeti in carne e ossa, si sta a tavola insieme, si va al cinema la sera e sul lago la mattina presto, quando l’aria è più fresca e l’acqua più azzurra. Insolito contrasto fra la verticalità alpina e l’orizzontalità dei legami che spontaneamente si stringono fra i partecipanti.

A conclusione dei lavori, con una piccola, affettuosa cerimonia, viene consegnato all’Autore il Premio Gradiva per il miglior libro di psicoanalisi italiana uscito nell’anno.

E poi, dietro le quinte, si muove come un gatto Alberto Schön: intelligenza, gentilezza e umorismo ebraico sono assicurati.

Passaggi e dichiarazioni alle frontiere

Confini e frontiere, identità e alterità. In psicoanalisi come in altre discipline il lavoro di soggettivazione o di costruzione dell’individualità origina da processi sia di separazione sia di interazione e rapporto con l’altro.

Negli incontri di Lavarone il dialogo scientifico intende porsi alle frontiere e muoversi lungo il confine come luogo liminale di separazione e di incontro-rapporto con l’altro da sé. Porsi alle frontiere nel senso di praticare un principio epistemologico di apertura tra la psicoanalisi e le altre discipline, una postura ecologica che disinneschi gli arroccamenti difensivi, ma che al tempo stesso rispetti i profili distintivi degli altri saperi senza cedere a un eccesso di disinvoltura: “Questo è uno dei problemi dell’ampliamento dei confini della psicoanalisi contemporanea – dice Anna Ferruta al convegno di Lavarone del 2018 – non è valida la formula anything goes, come pure non è valida la ripetizione di canoni irrigiditi” (in Federici e Marchiori, 2022, 45).

Pensando al titolo del volume che è sintesi delle edizioni 2021 e 2022 dei Convegni, Intermezzo e In gioco, potremmo chiederci se mettersi In gioco con la psicoanalisi non possa voler dire proprio tenere accesa la domanda, che Daniela Federici (in Federici e Marchiori, 2023, 19) ricorda essere una parte fondante del nostro mandato. Tenere accesa la domanda su un orizzonte di ricerca di verità e di senso vitale personale e su un orizzonte di ricerca e coltivazione della varietà.

La psicoanalisi oggi e La noia, edizioni 2018 e 2019 del convegno, così come Intermezzo e In gioco, edizioni 2021 e 2022, propongono diversi spunti di coltivazione: dall’evoluzione della psicoanalisi nella sue relazioni con altre aree della cultura per Stefano Bolognini, agli ampliamenti nella teoria e nella clinica per Anna Ferruta; dall’euforia e malinconia della modernità per Sandra Teroni, e dalle figure della violenza giovanile per Diomira Petrelli al senso del possibile per Paolo Jedlowski; dal desiderio vuoto come psicopatologia dell’attuale per Benedetta Guerrini Degl’Innocenti, al perché i bambini si annoiano per Maria Luisa Algini; dalla noia nel mondo degli animali per Giorgio Vallortigara, e nella vita di scuola per Mariapia Veladiano, alla noia nei suoi rapporti con la creatività per Pino Petruzzelli; dalla dialettica tra landscape come scena naturale del paesaggio e mindscape come sua scena psichica per Vittorio Lingiardi, al processo evolutivo come spazio di imperfezione o di bricolage per Telmo Pievani; dal mormorio poetico del mondo e l’uso della poesia per Bruno Tognolini, alle riflessioni sul dispositivo del gioco nei suoi rapporti con il mondo sociale, l’arte, la creatività e la dipendenza per Marina D’Amato, Marcello F. Turno, Rossana Buono e Carlo D’Amicis; dall’esperienza artistica come patologia e come cura per Simona Argentieri, al miraggio della solitudine del mondo adolescente per Teresa Iole Carratelli; dalla tensione tra silenzio di vita e silenzio di morte per Marco Francesconi e Daniela Scotto di Fasano.

In questo mondo variegato Elisabetta Marchiori spalanca ogni anno la finestra sul cinema, peculiare oggetto evocativo: dal racconto per immagini su origini e attualità della psicoanalisi all’esperienza della noia; dalla relazione tra cinema e tempo alla capacità di sperimentare il gioco e all’amicizia come generatore di possibilità.

Dopo la fortunata edizione 2023 Sonno e sogni perduti, non ci rimane che aspettare l’anno che verrà con Rispetto e risonanza.

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