L’Annata Psicoanalitica Internazionale
N.10/2018
Presentazione
Il numero 10 si riferisce all’ International Journal of Psychoanalysis dell’anno 2016 e contiene articoli che sottolineano l’importanza di ripensare agli autori classici della psicoanalisi declinando le loro teorie secondo la clinica che li richiama e con una particolare attenzione alla propria interpretazione del loro pensiero. Gli autori scelti per questo fascicolo si sono coraggiosamente esposti nello svelare la loro applicazione di autori classici non solo nella clinica, ma anche in contesti originali per la psicoanalisi e affrontando temi “caldi” della società contemporanea.
INDICE
INTRODUZIONE DEI CURATORI 7
LE BRACCIA DELLE CHIMERE
Béatrice Ithier 11
SESSUALITÀ E SIGNIFICATO IN FREUD E MERLEAU-PONTY
Patricia Moya e Maria Elena Larrain 43
SUL TEMA DELL’OMOSESSUALITÀ: CHE COSA HA DETTO FREUD
Sara Flanders, François Ladame, Anders Carlsberg,
Petra Heymanns, Despina Nazin, Denny Panitz 67
COME PUÒ CONTRIBUIRE LA PSICOANALISI ALL’ATTUALE CRISI DEI PROFUGHI?
RELAZIONI PRELIMINARI DI STEP-BY-STEP: UN PROGETTO PSICOANALITICO PILOTA PER SOSTEGNO AI PROFUGHI IN UN ‘PRIMO CAMPO DI ACCOGLIENZA’
E INTERVENTI DI CRISI CON PROFUGHI TRAUMATIZZATI
Marianne Leuzinger-Bohleber, Costanze Rickmeyer, Mariam Tahiri, Nora Hettich, Tamara Fischmann 89
LA DISTRUZIONE RIPENSATA:
“L’USO DELL’OGGETTO E L’ENTRARE-IN-RAPPORTO ATTRAVERSO IDENTIFICAZIONI” DI WINNICOTT
Thomas H. Ogden 109
UNA LETTURA LIBERAMENTE FLUTTUANTE DELL’OPERA DI FREUD:
IL LAVORO DELLA METAFORA
Pascal Sauvayre e Monica Vegas 131
APPLICAZIONI CLINICHE DEL PENSIERO DI MATTE BLANCO
Michel Sanchez-Cardenas 161
ALLUCINAZIONI NEGATIVE, SOGNI E ALLUCINAZIONI: LA STRUTTURA INQUADRANTE E LE SUE RAPPRESENTAZIONI NEL SETTING ANALITICO
Rosine Jozef Perelberg 191
Introduzione dei Curatori
L’iniziativa de Le Annate è nata da un progetto di Jean-Michel Quinodoz. Secondo il Collega ginevrino, all’epoca editor per l’Europa dell’IJP, era necessario riconoscere che la lingua inglese è solo convenzionalmente la lingua della psicoanalisi. Nata a Vienna e inizialmente pensata/scritta in tedesco, la psicoanalisi ha infatti avuto nel tempo fortune e destini diversi in paesi e continenti in cui si utilizzano idiomi differenti.
Una prima pubblicazione de L’Annata Psicoanalitica Internazionale si ebbe nel 2003 in francese, e subito questa iniziativa venne accolta da Nino Ferro che si avvalse della collaborazione di Roberto Basile, Stefano Bolognini, Vincenzo Bonaminio, Anna Ferruta, Diana Norsa e in un secondo tempo di Giuseppina Antinucci. Iniziative analoghe si attivarono in Spagna, Portogallo, Germania, Russia, Turchia.
La formula è uguale per tutte le Annate: un gruppo di psicoanalisti si faceva promotore di scegliere alcuni articoli, tradurli in uno spirito di totale autonomia. Lo scopo era, e rimane, quello di diffondere una maggiore conoscenza del pensiero psicoanalitico, di interessare gli psicoanalisti al dibattito internazionale su temi di attualità, di ricerca e confronto con altre discipline, senza dimenticare la dimensione clinica, (attraverso ad esempio la rubrica: “L’analista al lavoro” che prevede un lavoro clinico seguito da due psicoanalisti che lo discutono).
L’iniziativa italiana ha incontrato diversi cambiamenti nel tempo, a partire dalla casa editrice, ora Giovanni Fioriti, e nella formazione della redazione: a Nino Ferro, direttore della rivista è subentrata Paola Golinelli e dal 2017 Giovanni Foresti. Capo redattore è stato per molto tempo Roberto Basile, poi Giovanni Foresti ed ora Diana Norsa.
Il primo volume, che ancora non si chiamava L’Annata ma “Psicoanalisi nel pluralismo delle lingue” fu pubblicato da Bollati Boringhieri nel 2004, e riportò una selezione degli articoli pubblicati nell’ International Journal of Psychoanalysis del 2002.
La selezione italiana ufficialmente riconosciuta come Annata Psicoanalitica Internazionale 1/2005 fu operata da Antonino Ferro e dai suoi collaboratori e presentò al lettore italiano un insieme di contributi apparsi sull’IJP nel 2003. L’Annata Psicoanalitica Internazionale 8/2016 è stato il primo volume presso l’editore Giovanni Fioriti e ha proposto una selezione di articoli pubblicati negli anni 2012/2013, mentre L’Annata Psicoanalitica Internazionale 9/2017 ha proposto una selezione degli articoli negli anni 2014/2015 dell’IJP.
Il lavoro di redazione e traduzione intende fornire un panorama ampio e articolato dei modelli psicoanalitici contemporanei, facilitando la riduzione di barriere culturali e linguistiche. In special modo dagli anni novanta, infatti, si sono determinate “elaborazioni locali” spesso originali ma relegate nell’ambito della cultura di provenienza e nella lingua di appartenenza, che non ne ha facilitato la diffusione.
Due parole sul problema della traduzione.
Le ricerche qualitative e i test psicologici, tanto più quelli che utilizzano materiale verbale (ad esempio i questionari sulla qualità di vita o sul dolore) perché siano somministrabili ad una popolazione diversa da quella in cui sono nati non possono essere semplicemente tradotti, ma devono essere validati. La validazione è un processo complesso di traduzione, ri-traduzione, somministrazione in un piccolo campione in cui sono rilevate difficoltà di comprensione, e poi la versione finale viene somministrata ad un ampio campione e deve risultare avere le stesse caratteristiche di validità del test nella lingua originale. Spesso la traduzione dei testi psicoanalitici richiede uno sforzo simile: la fedeltà al pensiero dell’autore deve sposarsi con l’attenzione al contesto in cui sono nati concetti psicoanalitici originali, ma anche con la conoscenza del contesto locale della lingua in cui sono tradotti, per evitare fraintendimenti o sovrapposizioni con concetti simili. Angela Mauss-Hanke, che è stata referente per le Annate nazionali dell’International Journal of Psychoanalysis prima della collega turca Nilüfer Erdem, ha osservato che, mentre il gioco degli scacchi può essere ben effettuato da un computer, non esiste ancora un programma di riconoscimento vocale o linguistico che possa tradurre efficacemente come un umano, e riprendendo le parole di una sua connazionale tedesca afferma che “la traduzione è un’attività primaria, che si colloca tra i bisogni fondamentali” degli esseri umani (A.Mauss-Hanke, 2015).
Pensiamo che la formula de L’Annata Psicoanalitica Internazionale in italiano sia ancora valida perché nonostante molti Colleghi ormai leggano l’International in inglese o partecipino ai congressi internazionali, molti altri hanno ancora difficoltà ad accedere all’inglese, e la lettura e la discussione di articoli nella propria lingua attiva una maggiore libertà di associazioni. Inoltre riteniamo che la preparazione dei fascicoli de L’Annata possa costituire un’occasione per un lavoro di riflessione attraverso gruppi di lettura e discussione dei numeri dell’International per poter suggerire gli articoli più interessanti, come materiale per i seminari di formazione o stimolo di riflessione teorico-clinica. Negli ultimi anni il comitato redazionale è stato aperto ai Candidati e questa attività si è dimostrata un eccellente campo di lavoro didattico sia per loro che per i senior che li hanno affiancati in questo compito. Nessuno conosce tanto a fondo un testo come un traduttore accurato e attento. Come ha scritto Ortega Y Gasset, la traduzione non mette capo a una versione in un’altra lingua dello stesso testo; piuttosto, essa è un genere a sé stante di lavoro intellettuale che non ricostituisce l’opera originale, ma rende necessario mettersi in cammino verso l’opera.
Il numero 10 si riferisce all’ International Journal of Psychoanalysis dell’anno 2016 e contiene articoli che sottolineano l’importanza di ripensare agli autori classici della psicoanalisi declinando le loro teorie secondo la clinica che li richiama e con una particolare attenzione alla propria interpretazione del loro pensiero. Gli autori scelti per questo fascicolo si sono coraggiosamente esposti nello svelare la loro applicazione di autori classici non solo nella clinica, ma anche in contesti originali per la psicoanalisi e affrontando temi “caldi” della società contemporanea.
In “Le braccia delle chimere” Béatrice Ithier confronta il concetto di “chimera” di Michel de M’Uzan con il “terzo analitico” di Thomas Ogden, ed apre ad alcune riflessioni personali sulla comunicazione da inconscio a inconscio come evento mentale co-costruito dalla coppia che ha analogie con lo scarabocchio (squiggle) winnicottiano.
“Sessualità e significato in Freud e Merleau-Ponty” di Patricia Moya e Maria Elena Larrain –ripropone due autori “classici” per eccellenza, approfondisce e mette in relazione le teorie riguardo alla sessualità, “forza vitale” freudiana, e il corpo, quale esperienza soggettiva di “contatto con il mondo” nella concezione di Merleau-Ponty.
“Sul tema dell’omosessualità: che cosa ha detto Freud” è un interessante e quanto mai attuale articolo a cura di un piccolo gruppo di lavoro internazionale costituito da Sara Flanders, Francois Ladame, Anders Carlsberg, Petra Heymanns, Despina Naziri e Denny Panitz che ha condotto un’indagine multicentrica sul pensiero freudiano sull’omosessualità.
“Come può contribuire la psicoanalisi all’attuale crisi dei profughi? Relazioni preliminari di STEP-BY-STEP: un progetto psicoanalitico pilota per il sostegno ai profughi in un “primo campo di accoglienza” e interventi di crisi con profughi traumatizzati” di Marianne Leuzinger-Bohleber et al. è un articolo ricordato più volte dai colleghi che collaborano con organizzazioni umanitarie o impegnati nel sociale quale esempio di lavoro analitico applicato all’emergenza dei rifugiati, tema che tocca da vicino la realtà italiana sia da un vertice sociale che politico.
“Riconcettualizzare la distruzione. “L’uso dell’oggetto e l’entrare-in-rapporto attraverso identificazioni” di Winnicott” di Thomas H. Ogden contestualizza la scrittura dell’articolo da parte dell’autore, Winnicott, e ci accompagna passo passo nella comprensione in compagnia di un lettore d’eccezione, Ogden, come avviene anche per un altro articolo, sempre di Winnicott, “La paura del crollo” (in T.H Ogden 2016.)
“Una lettura liberamente fluttuante dell’opera di Freud: il lavoro della metafora” di Pascal Sauvayre and Monica Vegas prende come esempio lo scritto del 1912 “Consigli al medico nel trattamento psicoanalitico” per parlarci di come gli autori, durante un corso sviluppato congiuntamente da candidati e membri di un istituto analitico, abbiano scoperto l’utilità dell’atteggiamento mentale liberamente fluttuante raccomandato da Freud anche riferito alla lettura dei suoi scritti.
In “Applicazioni cliniche del pensiero di Matte Blanco” Michel Sanchez-Cardenas illustra come egli si serva di questo autore nella sua attività clinica e in alcune delle sue interpretazioni.
In “Allucinazioni negative, sogni e allucinazioni: la struttura inquadrante e la sua rappresentazione nel setting analitico” Rosine Jozef Perelberg ci racconta in un dettagliato racconto clinico come all’analista siano corse in aiuto le teorizzazioni di André Green e Wilfred Bion nell’analisi di esperienze allucinatorie della paziente.
Buona lettura!
Giovanni Foresti, Diana Norsa e Laura Ravaioli
Bibliografia
A.Mauss-Hanke (2015) “Udire un significato è tradurre”. Considerazioni psicoanalitiche sulle possibilità e le limitazioni dei processi di traduzione nel lavoro letterario e clinico − e loro comparazione. Psiche, vol.2/2015, Il Mulino.
T.H Ogden (2016). Vite non vissute. Esperienze in psicoanalisi. Raffaello Cortina Ed.
Collana: Psicoanalisi
prezzo: € 26,00
Formato 16×24
Pubblicazione: Gennaio 2019 – ISBN: 978-88-98991-84-6
Target: medici, psichiatri, psicologi, psicoanalisti, psicopatologi, psicoterapeuti, operatori socio-sanitari, studenti universitari, pubblico colto