La Psicoanalisi al tempo del Covid 19
Un gruppo di terapeuti al lavoro
A cura di: Riccardo Lombardi
Casa Editrice: Palombi
Anno: 2020
È per me un piacere presentare questo conciso volumetto che propone alcuni lavori clinici che si interfacciano con problemi e possibilità che si sono aperti nel corso dell’attuale pandemia da Coronavirus. I sei brevi capitoli scritti dai dottori Cristiana Cioffi, Alessio Testani, Gabriella Vaccher, Rosaria Lodovichi, Giovanna Pinto e Stefano Zengarini mostrano, in un modo molto variegato di stili e situazioni, i problemi, le difficoltà, le impasse e i nuovi orizzonti vitali, terapeutici e creativi che si sono incontrati durante la pandemia attuale.
Questa pandemia da COVID-19 non era prevista e ha trovato tutti impreparati, compresi gli psicoanalisti che si son trovati costretti a ripensare in breve tempo i parametri abituali di orientamento del proprio lavoro. È stata, e continua ad esserlo, una sfida difficile. Al tempo stesso è stata una occasione per rinnovare il carattere primario dell’approccio psicoanalitico a confrontarsi con crisi, dolori mentali, catastrofi: eventi che, non diversamente da gioie, successi e passioni, appartengono alla nostra vita reale. Freud fu ispirato dall’Edipo Re di Sofocle nel suo fondare la psicoanalisi: una tragedia che proprio nel confronto con la peste trova il trampolino e la forza motoria per andare a scoprire l’inconscio e i livelli di profondità che caratterizzano la mente umana. Come già aveva intuito Eschilo ancora prima di Sofocle: Pàthei Màthos, attraverso il dolore una assennata esperienza.
Sfogliando queste pagine il lettore incontrerà diverse finestre, offerte in modo personale dai singoli autori, per affacciarsi a guardare l’esperienza degli ultimi tempi. Non ci si aspetti di incontrare dotti ed elucubrati concetti psicoanalitici, sia perché pensiamo che i concetti essenziali della psicoanalisi siano semplici ed intuitivamente accessibili a tutti, sia perché l’interesse primario di queste pagine è rivolto a fotografare il divenire dell’esperienza e la scoperta di se stessi, del proprio mondo interno e relazionale, in un contesto peculiare come la pandemia.
Dopo le rivoluzionarie scoperte dell’inconscio e del funzionamento precoce basato sulle fantasie di Sigmund Freud e Melanie Klein, l’orizzonte psicoanalitico rischiava di trovarsi saturato dalla potenza delle sue stesse scoperte. A questo punto, appena oltre la metà del Novecento, Wilfred Bion ha rimescolato le carte e rilanciato il valore dell’esplorazione psicoanalitica, sottolineando la relazione tra psicoanalisi ed ‘esperienza’. L’ambito della conoscenza è infinito e insaturabile, perché si nutre quotidianamente del nostro essere al mondo e del nostro quotidiano fare esperienza. La psicoanalisi non va allora a esplorare un inconscio, inteso come deposito di oggetti nascosti, quanto piuttosto va ad aprirsi a uno sconosciuto che continuamente mette in gioco la partecipazione di coscienza e inconscio: mentre attiviamo i nostri strumenti coscienti orientati alla conoscenza, facciamo continuamente uso del nostro inconscio e lo rimodelliamo nel contatto con gli accadimenti che incontriamo.
Preferiamo parlare di psicoterapia psicoanalitica per usare un’accezione amplia, che include la psicoanalisi, considerata come il nostro strumento di elezione per la pratica clinica e per lo sviluppo di un pensare in presenza di emozioni.
Esiste una tendenza a incarcerare la psicoanalisi nelle strettoie di una ortodossia, che non sempre è sostenuta da un corrispettivo empirico e da una equivalenza pragmatica. La psicoterapia psicoanalitica può essere intesa come la forma di psicoanalisi che più è disposta a plasmarsi nell’interfaccia con la realtà, senza in nulla declinare al rigore che è richiesto a una scienza clinica. Si potrebbe forse dire che la psicoterapia psicoanalitica è la psicoanalisi del futuro, visto che ci aspettiamo che sarà poi il futuro a validare modalità di approccio attuali, anche quando esse possono apparire talvolta eterodosse rispetto a certi standard istituzionali, perché il nostro obbiettivo primario è restare in linea con la realtà e promuovere un cambiamento verso il futuro.
(Tratto dalla quarta di copertina)
Riccardo Lombardi, analista di training della Società Psicoanalitica Italiana, è autore di numerosi contributi sugli stati mentali primitivi, tra i quali Formless Infinity (London-New York 2015) e Metà prigioniero, metà alato (Torino 2016).
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