Gabriele Nissim (2011)
La bontà insensata. Il segreto degli uomini giusti.
Oscar Mondadori, Milano, pp. 264
Si apre con una poesia di Borges intitolata “I giusti” il libro di Gabriele Nissim. I giusti di Borges sono persone qualunque che amano le cose della vita e che fanno con amore quello che fanno. Un uomo che coltiva il suo giardino, un tipografo che compone questa pagina anche se non gli piace, qualcuno che accarezza un animale che dorme, chi preferisce che abbiano ragione gli altri: “Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo” (Borges,1229). Gesù avrebbe forse detto “i poveri di spirito”. Secondo il Talmud, per ogni generazione ci sono trentasei Giusti dai quali dipende la salvezza del mondo: svolgono lavori umili e vengono dimenticati.
Dopo la seconda guerra mondiale il termine “Giusto fra le Nazioni” è usato per indicare coloro che, mettendo a rischio la propria vita, hanno salvato anche un solo ebreo dalla Shoah. Nel1962, una commissione guidata dalla Suprema Corte Israeliana ha ricevuto l’incarico di conferire il titolo onorifico di “Giusto tra le Nazioni”. La Commissione – di trentacinque membri – è formata da personalità pubbliche volontarie, professionisti e storici, molti dei quali sono essi stessi dei sopravvissuti. La Commissione è presieduta da un ex giudice della Corte Suprema: Moshe Landau (dal 1962 al 1970), Moshe Bejski (dal 1970 al 1995), Jakov Maltz (dal 1995).Per svolgere il proprio compito la Commissione segue criteri meticolosi ricercando documentazione e testimonianze che possano avvalorare il coraggio e il rischio che i “salvatori”hanno affrontato per salvare gli ebrei dallaShoah.
Moshe Bejski (1921-2007), che ha dedicato la propria vita alla causa dei Giusti, si era salvato dallo sterminio grazie all’iscrizione nella Schindler list. Ha creato il Giardino dei Giusti a Gerusalemme dove ogni Giusto veniva ricordato piantando un albero di pruno mentre oggi, non essendoci più spazio, il nome dei Giusti viene scolpito in una lapide di marmo. Gabriele Nissim, storico, giornalista e scrittore, presidente di “Gariwo, La Foresta dei Giusti”, ha proposto l’apertura di Giardini dei Giusti in tutto il mondo. Molti Giardini sono sorti anche in Italia: a Milano, sede di Gariwo, a Firenze, a Catania, a Padova e in altre città.
Ampliando l’accezione di Giusto fra le Nazioni, Gabriele Nissim considera Giusto chi ha salvato la vita di un altro uomo dalle persecuzioni e dal genocidio: degli ebrei, degli armeni, dei ruandesi, del Terrore stalinista…Non solo. E’ Giusto anche chi ha sostenuto la verità e i diritti umani e chi ha difeso la propria dignità mettendosi a rischio, non necessariamente di vita, dando prova di coraggio e di indipendenza morale, agendo secondo la propria coscienza e non secondo la volontà dominante.
Ai Giusti è dedicato il libro, raccolta di comuni e al tempo stesso straordinarie storie umane sottratte all’oblio, di gesti che non hanno cambiato il corso della Storia, che non hanno sconfitto il Male, ma che hanno testimoniato come la bontà sia sempre una scelta possibile e come possa fiorire persino là dove non si pensi. Perché anche questo è un tema del libro: l’enorme difficoltà di ciascuno a fare la giusta scelta di campo, a discernere ciò che è giusto non dopo che le cose sono accadute ma mentre accadono. Mentre le cose accadono tutto è più confuso, ambiguo, abbagliante. I protagonisti delle storie raccolte da Nissim non hanno sempre percorsi esemplari. E’ il caso per esempio di Giorgio Perlasca, fascista convinto e militante nella guerra di Spagna dalla parte di Franco, che si autonominò console di Ungheria per salvare con documenti falsi centinaia di ebrei. Oppure è il caso di Dimitar Pesev che, come vicepresidente del Parlamento bulgaro, il 19 novembre 1940 presiede la seduta del Parlamento che approva le leggi razziali ma che in seguito determina il rifiuto della Bulgaria a collaborare con i nazisti e a consegnare loro gli ebrei bulgari. Caso unico in tutta Europa: un governo filonazista blocca i treni destinati ad Auschwitz. Eppure, nella Bulgaria comunista, Pesev sarà imputato di antisemitismo e perseguitato.
Nei tempi più bui della Storia, quando il Male e l’oppressione imperversano, nessuno dei vivi resta immune da qualche macchia: lo sapeva Primo Levi e lo sapeva Vasilij Grossman, autore molto amato da Nissim: “E adesso proviamo dolore e angoscia: perché la vita è stata tanto atroce, forse per colpa mia e tua? Domanda crudele, insopportabile, che soltanto i morti possono rivolgere a chi è sopravvissuto. Ma i morti tacciono, non fanno domande” (Grossman, 1989, 37-38).
E tuttavia, anche in questi tempi, la bontà, la normale, “insensata” o “illogica” bontà di un uomo per un altro uomo, non scompare: “In quest’epoca di terrore e di follia, la bontà spicciola, granello radioattivo sbriciolato nella vita, non è scomparsa”. Si tratta, per Grossman come per Bejski e come per Nissim, della “bontà dell’uomo per l’altro uomo, una bontà senza testimoni, piccola, senza grandi teorie. La bontà illogica potremmo chiamarla. La bontà degli uomini al di là del bene religioso e sociale”. (Grossman, 1980, 388-390).
Alla ricerca della bontà che ha illuminato la Storia, del granello radioattivo che ci ha salvati; alla memoria del bene che sola può consentire il ritorno alla conciliazione e alla pace, dunque alla vita e alla speranza, Gabriele Nissim, come Moshe Bejski e come molti altri, dedica questo libro e tutto il suo impegno.
Vale davvero la pena di leggere l’uno e di conoscere l’altro: sempre, e ora più che mai, abbiamo bisogno di “ragionevoli” speranze.
Bibliografia
Borges J. (1981). “I giusti” in “La cifra”. In Borges, Tutte le opere, Mondadori, Milano, 1985, 1144-1259.
Grossmann V.(1980).Vita e destino. Milano, Adelphi, 2008.
Grossman V. (1989).La Madonnaa Treblinka. Milano, Medusa, 2007.
Rossi P. (2008). Speranze. Bologna, Il Mulino.
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