Sigmund Freud
Il disagio nella civiltà
Gli uomini hanno raggiunto nel dominio delle forze della natura risultati tali che potrebbero facilmente sterminarsi a vicenda, e da lì viene buona parte della loro attuale inquietudine, della loro infelicità, del senso d’angoscia.
A cura di: Alberto Luchetti
Traduzione di Virginio B. Sala
Testo originale a fronte
Nuova traduzione
Casa editrice: Feltrinelli
Anno: 2021
A questo testo epocale Freud affida la propria concezione della realtà sociale, la propria filosofia politica, che vede l’evolversi e l’articolarsi della civiltà come un processo di erosione della felicità e della libertà individuale.
Le richieste e le regole del vivere comune si sforzano infatti di arginare l’insopprimibile aggressività individuale, senza però mai arrivare ad annullarla del tutto. Ed è su questo equilibrio teso e precario che si gioca, secondo Freud, il futuro dell’umanità. Una visione che nel 1930, anno di pubblicazione del Disagio della civiltà, si faceva sentire con una nettezza inedita e inquietante, ma che colpisce oggi per la sua capacità di tradurre le turbolenze che ancora percorrono la società contemporanea.
(Tratto dalla quarta di copertina)
L’AUTORE Sigmund Freud (1856-1939), neurologo e fondatore della psicoanalisi, intraprese dal 1897 un lavoro di autoanalisi che lo condusse, nel 1900, alla pubblicazione dell’Interpretazione dei sogni. Dai primi del Novecento iniziò a raccogliere e pubblicare i suoi casi clinici, tra cui Il piccolo Hans e L’uomo dei lupi (Feltrinelli Ue). Intorno al 1915 tentò di sistematizzare la propria elaborazione teorica nei saggi di Metapsicologia, per poi approdare, negli anni venti, a una profonda revisione con Al di là del principio di piacere e L’Io e l’Es.
IL CURATORE Alberto Luchetti, psichiatra e psicoanalista, è membro del Consiglio scientifico della Fondation Jean Laplanche – Institut de France. È stato direttore della “Rivista di Psicoanalisi”. Ha tradotto e curato l’edizione italiana di libri psicoanalitici di diversi autori francesi, tra cui Piera Aulagnier e Jean Laplanche, e di alcune opere di Freud (Tre saggi sulla teoria sessuale e Sul sogno).