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Identità polifonica al tempo della migrazione. Verso una “clinica della molteplicità” in psicoanalisi. A cura di Chiara Rosso

20/12/17

Titolo: Identità polifonica al tempo della migrazione

Verso una “clinica della molteplicità” in psicoanalisi

 

A cura di Chiara Rosso

Prefazione di F. Guignard

Casa Editrice: Alpes

Anno di pubblicazione: 2017

 

Il libro riunisce alcuni psicoanalisti di varie nazionalità ed un sociologo, invitandoli a formulare alcune riflessioni sulla dimensione dello straniero e dell’estraneità che viene così declinata dal livello intrapsichico a quello interpersonale e societario.

Nella Prima parte, lo psicoanalista francese René Roussillon dirige uno sguardo privilegiato sul romanzo “Lo straniero” di Albert Camus in cui la questione dello straniero viene indagata secondo diverse modalità artistiche; la psicoanalista svizzera Nathalie Zilkha, nota in Italia per i suoi scritti sull’adolescenza e la genitorialità, indaga alcune sfaccettature della soggettivazione dal vertice della vergogna. Ludovica Grassi conclude la sezione riflettendo sugli ‘affetti in transito’ tra cui la vergogna.

Nella Seconda parte, Maurizio Ambrosini, sociologo, riflette sulle trasformazioni che coinvolgono le famiglie di migranti in relazione alla diversa temporalità degli spostamenti; Massimiliano Sommantico considera un altro vertice della ‘famiglia a geometria variabile’ e cioè quello del fraterno nell’ambito dell’adozione internazionale; Daniele Biondo partendo dalla sua esperienza di direttore del Servizio per Adolescenti Migranti a Roma elabora la teoria per cui l’adolescente migrante possiede una duplice natura identitaria: egli appartiene al suo gruppo d’origine senza appartenervi e alla società ospitante senza farvi parte.

La Terza parte si apre con uno spaccato sulla situazione psicoanalitica in Libano che, malgrado le difficoltà, resta un luogo di dialogo privilegiato tra le comunità e riguardo alla psicoanalisi non si osservano le resistenze presenti negli altri paesi arabi: Maurice Khoury mostra come la psicoanalisi tragga origini da sorgenti talmudiche, islamiche e cristiane e si sia sviluppata in un contesto con una lunga tradizione di diversità e di pluralismo culturale; Marie Thérése Khair Badawi a proposito degli episodi di terrorismo in occidente e del loro impatto sull’equilibrio multiculturale e multiconfessionale della società libanese constata l’emergere di meccanismi di scissione e di proiezione in grado di attaccare il prezioso sentimento di appartenenza collettivo, facendo lievitare il ‘peso’ narcisistico delle piccole differenze. In chiusura del volume, Chiara Rosso approfondisce l’intreccio tra lingua e cultura nel tentativo di inquadrare il fenomeno della migrazione all’interno della nostra attuale realtà tecnologica e comunicativa. Ella si sofferma inoltre sulle diverse sfaccettature della dimensione plurilinguistica della cura, con particolare attenzione ai meccanismi psichici più sollecitati in ambito migratorio (scissione, dissociazione) e al setting inteso come il luogo del linguaggio secondo l’accezione di Green (1984).

 

Chiara Rosso Psichiatra, psicoanalista, membro ordinario della Società Italiana di Psicoanalisi e dell’IPA, membro della SEPEA. È psicoanalista di adulti e di adolescenti. Ha al suo attivo pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali su temi legati all’adolescenza e alle dinamiche migratorie. È coautrice con C. Carnevali di un capitolo del libro Adolescenza e violenza curato da A. M. Nicolò (Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 121-137, 2009).

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