Issroff racconta che nel corso di un dialogo con Pearl King – vedine il recente Time Present and Time Past. Selected Papers of Pearl King. London & New York: Karnac, 2005. Pp. 267, £ 25.00 – ha scoperto di essere considerata lei stessa una living history, essendo stata in stretto contatto sia con Bowlby che con Winnicott per molto tempo, ed avendo avuto modo di conoscere sia l’aspetto professionale che l’aspetto umano di entrambi.
Da tale considerazione, e dall’occasione della partecipazione ai convegni organizzati dall’International Attachment Network, è nata l’idea del volume che qui presentiamo. Il ruolo di entrambi gli eminenti psicoanalisti a cui il testo è dedicato è visto non solo sotto l’aspetto dei loro contributi alla psicoanalisi, ma anche in relazione all’importanza che il loro lavoro ha nel campo della storia delle idee e delle dinamiche sociali. I loro differenti approcci nel considerare l’essere umano, l’interazione, e lo sviluppo mentale e relazionale si intrecciano più e più volte in aree simili e sovrapponibili, non solo cliniche, ma anche relative ai campi della scienza, in senso lato, dell’arte e della cultura.
L’attenzione rivolta allo sviluppo dei bambini, al loro bisogno di cura qualitativa, costante e amorevole, ha avuto un impatto in diversi settori applicativi, da quello forense a quello delle comunità, dalla terapia infantile alla prevenzione, dalla diagnosi alla cura delle dinamiche familiari e del ruolo materno, sottolineando in specie gli effetti di fenomeni quali il lutto, la separazione e la perdita dell’ambiente di accudimento. Sulle applicazioni specifiche nell’area forense, vedi in particolare il contributo di Reeves: “Singing the Same Tune? Bowlby and Winnicott on Deprivation and Delinquency” (p. 71-100).
Sia Winnicott che Bowlby hanno sempre teso a portare le proprie idee verso il grande pubblico, soprattutto verso i genitori e gli insegnanti – ma vedi anche le conferenze tenute ad assistenti sociali, infermieri e operatrici delle nursey – scrivendo in maniera semplice e comprensibile, riportando osservazioni e notazioni sviluppate nella loro estesa pratica clinica e sociale.
Il contributo di Issroff è sostanzialmente di genere personale e aneddotico in una prima fase, e poi centrato sull’analisi delle somiglianze e delle differenze tra i due analisti, osservati nel loro modo di porsi clinicamente e di concettualizzare teoricamente.
Citando ampiamente le idee critiche espresse da Winnicott verso il lavoro di Bowlby, Issroff sottolinea quanto entrambi si siano sollecitati ed intellettualmente provocati sia indirettamente che direttamente, lasciando poi al lettore l’impegno di trovare una strada propria e personale per analizzare i punti di convergenza e di dissonanza.
Una Bibliografia di oltre quaranta pagine – arricchita inoltre da segnalazioni specifiche su percorsi di approfondimento – ed un ottimo indice analitico completano questo volume per molti versi unico nel suo genere.