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“Coscienza e Intuizione” di M. Manica. Recensione a cura di V. Pietrantonio

15/11/21
"Coscienza e Intuizione. Psicoanalisi al tempo della pandemia

“Coscienza e Intuizione” di M. Manica

Coscienza e Intuizione. Psicoanalisi al tempo della pandemia

di Mauro Manica

Coscienza e Intuizione. Psicoanalisi al tempo della pandemia

di Mauro Manica

(Alpes, 2021)

Recensione a cura di Violet Pietrantonio

Moleskine di uno psicoanalista contemporaneo

Breve e intenso come un episodio di una serie televisiva, questo ultimo volume pubblicato da Mauro Manica sembra in sé nuovo capitolo di un’opera omnia in corso di stesura, di cui circa ogni anno ci ritroviamo a poter leggere una o più nuove puntate.

Un testo che sembra un sogno di metapsicologia contemporanea allargata di uno psicoanalista impegnato da molti anni in un assiduo lavoro di condivisione e pubblicazione della sua continua ricerca sul senso e la funzione terapeutica della psicoanalisi, come scienza del funzionamento della mente e come  cura della sofferenza mentale.

Scorrendo le pagine del libro, in una lettura che si rivela allo stesso tempo agile e sorprendente, ci ritroviamo ad ascoltare assorti il racconto del passaggio dalla visione freudiana dello sviluppo intrapsichico della mente all’ipotesi della matrice intersoggettiva dello sviluppo della mente proposta da Bion nel secolo scorso, con i concetti di rêverie e funzione α. Si è trattato, e tuttora si tratta, di una vera e propria rivoluzione copernicana nel pensiero psicoanalitico del ‘900, una rivoluzione che impregna tanto la metapsicologia che la clinica di nuove implicazioni e potenzialità. Cambia il modello della mente e contemporaneamente cambiano il modello della cura e il metodo psicoanalitico, in quel salto, concettualizzato solo in anni recentissimi (Eshel 2017; Ogden 2019), da una dimensione epistemologica  a una dimensione ontologica della psicoanalisi, introdotto nel 1900 dalle idee dell’ultimo Bion e di Winnicott.

Oggetto di questo lavoro è proprio l’esplorazione dei nuovi sentieri analitici che si aprono da quest’ipotesi di una matrice intersoggettiva dello sviluppo della mente: un lavoro in cui Manica si trova a descrivere e a dare figurabilità analitica, con semplici illustrazioni cliniche, a concetti criptici dell’ultima teorizzazione Bioniana come O, capacità negativa e at-one-ment, che di questa psicoanalisi ontologica sono struttura metapsicologica portante; ma è anche chiave ontologica che in penna a Manica, sembra farsi sonda di rivisitazione creativa di antichi concetti: una rivisitazione che, dinanzi all’attenzione stupita del lettore, sembra epifanizzarsi nell’hic et nunc come ri-significazione e ri-creazione.

Guidati dal filo narrativo di questo psychoanalyst-teller, ci sembra di assistere in diretta alla trasformazione di un concetto classico come coscienza, che, osservato dalla prospettiva intersoggettiva, ci viene mostrato nella sua essenza semantica di co-scienza, un conoscere, sapere insieme in K che in O diviene poi la co-scienza onirica del poter sognare insieme, anche in analisi, un’esperienza emotiva. E non possiamo che ammirare e gioire con entusiasmo della capacità creativa di concezione teorica di chi scrive, ma anche della generosa trasmissione fenomenologica dei processi di pensiero che possono portare alla generazione di nuovi concetti.

Una tensione a una scrittura psicoanalitica che è appassionata ritessitura creativa della teoria e della clinica, in cui il lettore si sente coinvolto in un’esperienza di scoperta e ridefinizione di postulati e corollari, caratterizza tanto questo testo quanto l’intera produzione di Mauro Manica. Un pensare, scrivere e pubblicare che attraversa anche l’oggi appena vissuto dell’esperienza pandemica, in cui ci viene mostrato come concetti come O e capacità negativa permettano di dare un senso psicoanalitico profondo al cambiamento di setting che abbiamo dovuto praticare, nel transito per lo sconosciuto terrifico dell’ignoto (O) che l’emergenza sanitaria ci ha chiesto di vivere con i nostri pazienti. Un unisono analitico in un vortice di paure e incertezze che schermi e telefoni ci hanno permesso di sperimentare, rivelandosi nell’esperienza di Manica dei veri ciclotroni  di trasformazione α, piuttosto che schermi β di ostruzione del processo psicoanalitico.

L’ultimo capitolo, dedicato all’intuizione, è nello stesso tempo Moma e Louvre di metapsicologia e pratica psicoanalitica. Entriamo in un dedalo avvincente di intuizioni che s’intrecciano tra storia e attualità del pensiero psicoanalitico, in cui Manica ci accompagna, da una parte riprendendo in vivo quella che può essere la centralità dell’intuizione nel processo psicoanalitico oggi, dall’altra indicandoci inseminazioni transgenerazionali di pensieri e intuizioni che hanno portato a illuminare la funzione essenziale che puo’ svolgere l’intuizione in una relazione mentale trasformativa: con la sua guida ci si palesa immanente il link tra la concettualizzazione bioniana di O e il testamento freudiano su quell’ombelico del sogno non intercettabile e comprensibile con lo strumento epistemologico dell’interpretazione, allora reso disponibile dalla metapsicologia alla psicoanalisi clinica. Un Freud che negli studi sulla telepatia rileva, intuisce, senza poterlo spiegare, il fenomeno della comunicazione inconscia tra due menti e un Bion che, qualche decennio dopo, quasi dando realizzazione al seme di questa intuizione, farà di questa comunicazione inconscia che può avvenire anche senza parole l’oggetto elettivo della sua indagine psicoanalitica, intuendo che per poterla intercettare e significare l’analista deve avvalersi di rêverie e intuizione come sonde e strumenti analitici…

Un libro che regalerei a chi è curioso di trasformazione in sogno e psicoanalisi post-bioniana nella stanza d’analisi, a chi si lambicca nei labirinti dell’enigma di O, senza riuscire ad intuirne e sognarne la valenza e la portata teorica e clinica, a chi ama sentire narrare la psicoanalisi da uno studioso e medico analista che riesce a trasmettere storia, senso, mito, etica e vitalità di una scienza e di un mestiere vissuti con il coraggio di un autentico esserci e l’intraprendenza di un’intrepida curiosità scientifica.

Bibliografia

Eshel O. (2017). From extension to revolutionary change in clinical psychoanalysis: the radical influence of Bion and Winnicott, Psychoanalytic Q., 86 (4): 753-790.

Ogden T. (2019). Ontological Psychoanalysis or “What Do You Want to Be When You Grow Up?” Psychoanalytic Q. 88 (4): 661-684.

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