Un profondo legame unisce cinema e psicoanalisi, arti ‘gemelle’ non solo perché nate insieme sul finire dell’ 800, ma soprattutto perché ambedue si fondano sul rapporto fecondo tra l’immaginario e il setting. Quanto all’adolescenza, come i più recenti studi psicoanalitici mostrano, non è solo una età della vita, ma è una preziosa possibilità della mente di rigenerarsi nella creatività. Anche il cinema ha in sé qualcosa di adolescente: se fare cinema è proiettare emozioni chi meglio dei protagonisti adolescenti può dare forma e colore a questo bisogno universale? Cinema, adolescenza e psicoanalisi sono in oltre accomunati dalla speciale capacità –non sempre comoda- di sconvolgere i solidi dati di realtà, indicarci nuove strade e stupirci.
Questo libro è stato concepito da un gruppo di psicoterapeuti dell’Arpad con lo scopo di mostrare come la formazione psicoanalitica e la passione del cinema possano lavorare in buona sinergia per aiutare sia gli adulti (genitori, professori, educatori, psicologi…) sia i giovani nel difficile compito di conoscere se stessi e farsi conoscere. Un’ampia parte del libro è dedicata alla descrizione di esperienze cliniche che si avvalgono del cinema come di un strumento facilitatore; nella formazione (cineforum), nella prevenzione (focus group, gruppi-classe) e nei laboratori terapeutici, grazie alla proiezione di film in setting opportunamente costruiti, lo psicoterapeuta può offrire ai partecipanti la possibilità di meglio articolare emozioni e riflessioni, intimità e condivisione.
Paola Carbone è psichiatra e psicoanalista SPI – IPA.
Maurizio Cottone è psicologo, psicoterapeuta, membro ordinario ARPAD.
Massimo G. Eusebio è docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Urbino.