Con questo primo numero si inaugura una nuova iniziativa editoriale che con scadenza annuale presenterà in traduzione italiana il meglio dei lavori pubblicati su Psychoanalytic Quarterly dell’anno precedente.
Psychoanalytic Quarterly è forse la più prestigiosa rivista di psicoanalisi americana che unisce e getta un ponte fra teorie classiche e nuove originali aperture.
È stata diretta per dieci anni da Owen Renik, forse il più creativo intersoggettivista americano e autore di numerosi articoli di rottura. Gli è subentrato in seguito Henry Smith, più tradizionalista ma anch’egli aperto al nuovo. La dirige invece attualmente Jay Greenberg, che con Stephen A. Mitchell ha firmato il classico “Le relazioni oggettuali nella teoria psicoanalitica”.
Membro del White Institute di New York, e prima di diventare il nuovo editor del Quarterly, Greenberg, era già stato editor per gli Stati Uniti dell’International Journal of Psychoanalysis, contribuendo significativamente al suo sviluppo.
Il titolo scelto per questa nuova pubblicazione è in ricordo della celebre antologia della letteratura americana curata da Elio Vittorini nel 1941, “Americana”: un libro che divenne un mito per come riuscì ad aprire nuovi e fertili orizzonti all’asfittica cultura italiana del periodo fascista facendo conoscere scrittori come Poe, Hawthorne, London, Steinbeck, Hemingway, Melville, O’Neill, Fitzgerald, Fante ecc. Non a caso venne sequestrato dalla censura di regime.
Questi gli autori presenti nel volume: Grace Caroline Barron, Michelle Flax, Dennis Haseley, James L. Fosshage, Lucy Lafarge, Theodore J. Jacobs, Stanley A. Leavy, Howard B. Levine, Marina Mirkin, Warren S. Poland, John Steiner, Adele Tutter.
La nuova collana si pone accanto a L’Annata psicoanalitica internazionale, sempre pubblicata da Borla, che ormai da anni propone in italiano i lavori più originali e interessanti dell’International Journal of Psychoanalysis. Crediamo che esse potranno rafforzarsi reciprocamente e produrre un effetto sinergico nel permettere a quanti non hanno sufficiente familiarità con la lingua inglese di sviluppare nuovi pensieri attraverso la conoscenza della letteratura psicoanalitica mondiale, e in particolare americana.
La psicoanalisi americana merita di essere apprezzata per i tanti efficaci concetti teorici che ha messo a punto, per esempio da ultimo quelli di enactment e di self-disclosure, e per i non pochi pensatori originali che annovera: da Ted Jacobs e Jay Greenberg, appunto, sino agli impareggiabili Thomas Ogden e James Grotstein. D’ora in poi avremo un nuovo canale per accedere prima possibile ai loro preziosi lavori.
Antonino Ferro – Giuseppe Civitarese