
Enigma di un pomeriggio d’autunno De Chirico 1910
Parole chiave: psicoanalisi sociale, istituzioni, salute mentale, setting istituzionale, funzionamento psichico gruppale
QUALCHE ANNOTAZIONE SU PSICOANALISI SOCIALE, ISTITUZIONI E SALUTE MENTALE
L’interesse di S. Freud per le tematiche sociali e culturali della sua epoca è ampiamente testimoniato da alcuni testi fondamentali (Totem e tabù 1913, Considerazioni attuali sulla guerra e la morte 1915, Psicologia delle Masse e Analisi dell’Io 1921, Disagio della civiltà 1929, Perché la guerra 1932); interesse riconfermato dalla prima generazione di psicoanalisti italiani, basti pensare all’impegno politico di N. Perrotti, a L. Nissim Momigliano che lavorò per Olivetti, a E. Gaddini che operò nella pediatria ospedaliera e ai molti psicoanalisti italiani della prima generazione che hanno lavorato negli ospedali psichiatrici (cito E. Weiss, D. De Martis, F. Petrella, G. C. Zapparoli, G. Sacerdoti, G. Carloni consapevole di fare torto a molti). Anche prima della riforma del 1978 gli psicoanalisti hanno lavorato nei Centri di Igiene Mentale e nei Servizi di Neuropsichiatria che si andarono ad organizzare nelle diverse Province italiane (G. Hautmann, F. Pozzi e tanti altri). Servizi che poi si sono evoluti nei Dipartimenti di Salute Mentale delle AUSL dove molti psicoanalisti della seconda e terza generazione hanno lavorato e molti vi lavorano tutt’ora. Tanti colleghi inoltre sono impegnati nei Consultori familiari, nei servizi Sociali, negli Istituti di detenzione, nel Privato Sociale gestendo Comunità terapeutiche, Cooperative per il re-inserimento lavorativo ecc; altri psicoanalisti si sono spesi e si spendono nei Tribunali (come il compianto M. Mastella); ci sono inoltre esperienze di psicoanalisti nei Servizi di Psicologia ospedalieri e universitari che si occupano di diversi campi clinici complessi (che vanno dalla neonatologia, alla pediatria, ai trapianti d’organo e a molto altro).
Si può considerare sociale anche la funzione degli psicoanalisti universitari rispetto alla formazione dei futuri professionisti (tra gli psicoanalisti di prima generazione F. Corrao) come la funzione di tutti gli psicoanalisti che si sono impegnati nella traduzione e diffusione del corpus freudiano (in primis C. Musatti), nella sistematizzazione della teoria e della tecnica psicoanalitica (a partire dal Trattato di Psicoanalisi di C. Musatti e poi del Trattato di Psicoanalisi a cura di A. A. Semi) e di tutti quelli che hanno contribuito a diffondere la teoria, il metodo e la tecnica psicoanalitica anche traducendo gli scritti degli Autori esteri (G. Carloni, S. Manfredi Turillazzi e tanti altri) e divulgando testi fondamentali per la psicoanalisi dell’infanzia-adolescenza e dei gruppi (F. Corrao, C. Neri solo per menzionarne qualcuno).
Una funzione sociale hanno pure svolto e svolgono gli psicoanalisti che in questi primi 100 anni di psicoanalisi in Italia si sono impegnati nelle Istituzioni psicoanalitiche nazionali e internazionali e quelli interessati a studiare e a ricostruire la storia del movimento psicoanalitico italiano, storia che irrora la memoria delle generazioni di psicoanalisti che hanno contribuito a costruirla e funge da radice identitaria per le nuove generazioni.
Gli psicoanalisti si sono occupati della lettura di svariati fenomeni sociali: della guerra (F. Fornari), delle ricadute sociali e psicologiche delle violenze perpetrate dalle dittature, del traumatismo diffuso nei campi profughi, dei cambiamenti climatici, dei rischi ambientali, della violenza di genere e di molte altre tematiche dal forte impatto culturale e sociale.
Siamo responsabili di questa importante eredità così come lo siamo delle scelte che facciamo che ricadranno sugli analisti attualmente in formazione e su quelli delle generazioni che verranno per cui è nostra responsabilità mantenere e trasmettere lo spirito generativo dei maestri che hanno contribuito a mantenere un’attenzione per la società, per i cambiamenti culturali, l’evolversi dei costumi e il mutamento dei valori.
In questa fase storica, molti dei valori umani fondamentali, che credevamo conquistati per sempre, sono stati ampiamente violati, assistiamo impotenti agli scenari di guerra dove avvengono violazioni dell’umanità di ogni ordine e grado, alle condizioni di povertà estrema che coinvolgono ampie fasce della popolazione mondiale, alla povertà ingravescente delle fasce non solo più deboli della popolazione italiana, ma anche del “ceto medio”, ai fenomeni migratori accompagnati da ogni tipo di violenza praticata da singoli, da gruppi organizzati non sufficientemente contrastati dalle normative dei singoli Stati, al variegato, quanto drammatico fenomeno dell’abbandono scolastico, all’aumento esponenziale della sofferenza psichica e dei comportamenti devianti nelle fasce di popolazione più giovane e non ultimo al dilagante fenomeno della violenza verso chi svolge funzioni di cura (pressocché quotidiani sono gli episodi di violenza verso insegnanti e personale sanitario).
Come psicoanalisti possiamo porgere attenzione anche ai tanti fenomeni positivi e con valenza riparativa presenti nella nostra società, pensiamo alle diverse reti di Volontariato organizzato e spontaneo, ai tanti professionisti che quotidianamente si spendono con passione per prendersi cura di altri: insegnanti in ogni ordine e grado di scuola, professionisti della sanità, operatori dei contesti sociali ed educativi ecc, veri anticorpi rispetto alla solitudine, alla violenza, all’isolamento affettivo, all’impoverimento culturale e all’emarginazione sociale.
Molti sono gli psicoanalisti interessati alle diverse espressioni artistiche dall’arte figurativa, al cinema, alla letteratura che si adoperano per mantenere viva la relazione tra psicoanalisi e cultura con un legame ricco e germinativo per tutte le interfacce coinvolte.
Gli strumenti psicoanalitici utilizzati oltre la stanza di analisi sono stati ampiamente testati come utili per una lettura dei fenomeni sociali e culturali con cui ci confrontiamo, per prendersi cura della funzione curante dei professionisti che si occupano di altri. L’utilità è connessa al poter facilitare e mantenere la competenza nel continuare a pensare alla singolarità di ciascuna delle persone di cui ci prendiamo cura e al contempo di prendersi cura, in qualche modo, dell’organizzazione in cui si opera; pensare nel senso di poter assumere vertici di osservazione multipli a fronte del rischio di posizioni stereotipe.
Pensiero come funzione di eros, vis desiderantea fronte di una quantità di elementi di tanatos che concorrono a minare la funzione di cura che ciascun professionista svolge, col rischio di compromettere il funzionamento dell’Istituzione nel suo complesso.
Il riverbero di meccanismi difensivi primitivi con il malfunzionamento delle dinamiche e della comunicazione nel gruppo istituzionale si sommano con la pressione dei bisogni sempre crescenti che i professionisti sono chiamati a fronteggiare e concorrono ad aumentare il rischio che si venga a creare un disagio importante per gli stessi curanti, gli strumenti e gli interventi psicoanalitici risultano utili anche in questo campo.
Per i fenomeni più complessi e intrisi di dolore che si incontrano nell’Istituzione viene in soccorso la dimensione gruppale del funzionamento psichico per poter fronteggiare e, quando possibile, elaborare e trasformare gli elementi più traumatici; nei Servizi della Salute Mentale, nei Servizi per le Dipendenze, nei Consultori, nei Servizi di Psicologia Universitari, nei Servizi gestiti dal Privato Sociale, nelle Case di Cura accreditate si fa esperienza di come sia essenziale un apparato gruppale con un assetto analitico per pensare alla prevenzione del disagio e alla cura dei pazienti più gravi (G. Berticeroni, L. Boccanegra, A. Correale, A. Ferruta, L. Rinaldi, G. C. Zapparoli).
Gli scenari istituzionali sono l’alveo naturale dove giungono gli individui e le famiglie che si confrontano con il disagio sempre più profondo e mutevole, il connubio tra competenze psicologiche, psichiatriche e psicoanalitiche può avvenire con differenti modalità organizzative, quando si realizza un’integrazione vi è la possibilità di fare esperienza di una reciproca fertilizzazione rispetto alle competenze e al poter affinare l’osservazione da più vertici, da cui può derivare una proficua integrazione nelle cure erogate, tra i sistemi curanti, tra l’individuo e il suo nucleo familiare (Zapparoli 2009: concetto dell’integrazione funzionale).
I Servizi per la Salute Mentale e le Istituzioni in genere rappresentano un campo di ricerca sul disagio psicologico e psichiatrico di persone in ogni fase del ciclo di vita, per il riconoscimento e l’elaborazione delle potenti correnti transferali e controtransferali che si attivano nell’incontro tra il paziente e il suo nucleo familiare con il singolo professionista e con il gruppo di curanti nel suo complesso quando si inizia il difficile match tra bisogni sempre più complessi e stratificati e risorse disponibili.
I Servizi per la Salute Mentale, i Consultori, le Istituzioni nel loro complesso sonoanche un campo di incontro intergenerazionale per i professionisti con differenti percorsi formativi e di differenti generazioni (per es. medico o psicologo all’inizio dell’esperienza professionale che possono lavorare fianco a fianco con infermieri, educatori già esperti ecc) e rappresentano un campo di incontro-formazione anche tra i candidati-tirocinanti dell’INT, gli psicoanalisti e gli altri professionisti che lavorano nell’istituzione.
Lo psicoanalista che lavora a vario titolo nelle Istituzioni svolge un ruolo importante tanto per il Servizio in cui opera, tanto per la Società Psicoanalitica con un impegno personale notevole per coniugare la matrice clinica e l’identità psicoanalitica e per la necessità quotidiana di “mantenere in equilibrio setting interno ed esterno e (di) saper ricorrere all’intelligenza analitica, riuscendo a connettere i punti cardine della professionalità con l’ambito specifico istituzionale nel quale opera…” (Rizzitelli e Al Psiche 2, 2024).
Le Istituzioni rappresentano un laboratorio per la ricerca e un campo potenzialmente fertili che necessitano di molte cure, è interesse dell’intera redazione di SPIWEB garantire e promuovere, in questa sezione, spazi per le testimonianze, le ricerche, i dibattitti degli psicoanalisti impegnati nei Servizi della Salute Mentale e nelle diverse Istituzioni del nostro Paese per cui attendiamo i vostri contributi.
Maria Moscara moscaramaria@gmail.com