
Parole chiave: Scuola, Istituzione, Anna Freud, Psicoanalisi in Età Evolutiva
Presentazione sezione scuola:
Per la sezione Clinica: chi e cosa curiamo
Analisi e Istituzioni inerente al campo Scuola
La scuola, intesa come contesto istituzionale e organizzativo in cui è possibile individuare un bisogno di ordine psicologico, da anni ha dato luogo a diversi tentativi, non sempre riusciti, di creare rapporti di collegamento con esperti in campo psicologico e pedagogico, richiedendo supporto al proprio lavoro.
Se da una parte la Neuropsichiatria Infantile sembra aver intercettato questo bisogno ed essersi mossa nel campo degli interventi già da lungo tempo, la voce e la letteratura di riferimento in campo psicoanalitico appaiono invece paradossalmente di espressione assai modeste. Inserendo la voce “scuola” nella ricerca sul PEP, appaiono solo 7 articoli di autori italiani di cui nessuno sembra sviluppare nei contenuti una riflessione specifica su questo sistema pur fondamentale nella vita degli individui, prima in qualità di bambini e successivamente di genitori.
Le ragioni possono essere intercettate nella generale scarsità di psicoanalisti con formazione specifica B/A a fronte di una richiesta divenuta tuttavia sempre più importante e nella difficoltà di applicazione di un setting analitico tradizionale in ambito scolastico.
Nondimeno la psicoanalisi troverebbe un suo campo di applicazione quale modello sia nell’intervento diretto al bambino che nella supervisione degli operatori scolastici. Tant’è vero che la più antica e consolidata tradizione educativa dell’analisi infantile è sempre stata quella di organizzare e dirigere scuole basate sulla psicoanalisi, sia per bambini normotipici che per quelli con difficoltà. Sappiamo infatti che l’intersezione tra psicoanalisi ed educazione getta le sue radici già dai lavori pionieristici alla Heitzing School, fondata a Vienna nel periodo tra le due guerre da Anna Freud e Dorothy Tiffany Burlingham, che fu successivamente d’ispirazione per la più nota Hampstead Child Therapy Course and Clinic di Londra, primo grande centro psicoanalitico infantile per la ricerca osservativa, l’insegnamento e l’apprendimento. Di recente sono state approntate tecniche di cura d’ispirazione psicoanalitica, vicine allo spirito del lavoro di Anna Freud e Dorothy Burlingham con modelli tesi all’utilizzo della psicoanalisi, intesa più come atteggiamento mentale che come tecnica in senso classico, nel contesto dei gruppi scolastici.
Volendo tornare all’attualità, la richiesta non sembra riferirsi solo a bambini e ragazzi con disabilità tali da dover predisporre un progetto riabilitativo, l’attivazione di un sostegno e un lavoro sull’integrazione (come per esempio il bambino psicotico o con Disturbo dello spettro autistico o in presenza di un severo deficit motorio/intellettivo), ma anche a specifiche psicopatologie che si rendono manifeste nella loro declinazione sintomatologica e quindi diagnostica al momento della presa di contatto con le richieste della scuola (si pensi per esempio ai disturbi specifici di apprendimento, all’ADHD o ai più recenti fenomeni di fobia e ritiro). In questo senso si possono rintracciare difficoltà del bambino a scuola e difficoltà della scuola con i bambini. Le cause di questo disadattamento possono cioè essere la prima manifestazione di un disagio più complesso oppure essere ricondotte in senso sociologico allargato all’aspetto formale della scolarità (ritmo, sovraccarico numerico delle classi, progressione in funzione dell’età che non tiene conto delle disparità…) e al contenuto stesso dell’insegnamento (età e metodo d’insegnamento della lettura, formazione e motivazione degli insegnanti…).
Va considerato che una larga maggioranza di bambini e ragazzi arriva a consultazione dietro invio della scuola. Se da una parte è il bambino a innescare il processo di consulenza, dall’altra sono gli insegnanti coloro che più spesso la richiedono alla famiglia, trovandosi in difficoltà sul piano dell’azione e dell’intervento pratico, per quanto riguarda sia la relazione educativa, sia la relazione di insegnamento/apprendimento. L’intervento coinvolge quindi diversi livelli e la complessità viene riferita al gioco delle aspettative e dei bisogni che non solo riguardano la relazione tra l’allievo in difficoltà e il suo insegnante, ma anche tra le diverse figure adulte.
L’esortazione da parte della redazione è quindi rivolta all’avviare uno spazio di pensiero che contribuisca ad affrontare la complessità del quadro sia dal punto di vista delle dinamiche intercorrenti fra i diversi attori che istituzionale nelle sue dimensioni organizzative e affettive.
La referente di sezione
Roberta Di Nardo
Per inviare un contributo scrivi a: Roberta Di Nardo r.dinardo@libero