La famiglia psicotica
Anna Maria Nicolò
Per lavorare con le coppie e le famiglie dobbiamo spostare il focus nell’intersezione tra l’intrapsichico e l’interpersonale, tra ciò che si vede nel mondo interno e ciò che si costruisce nel legame con l’altro. Anche per leggere il mondo interno di un soggetto non possiamo più considerare solo le proiezioni del soggetto, ma dobbiamo guardare alla risposta degli altri che ricevono tali proiezioni e ai cambiamenti causati da tali risposte. Esse hanno una genesi multifattoriale costituita da una fragilità biologica, una fragilità narcisistica di base, traumi pregressi che hanno caratterizzato i primi rapporti tra il bambino e il care taker, traumi scatenanti attuali e un funzionamento fantasmatico della famiglia. In queste situazioni l’oggetto esterno pesa sul processo di soggettivazione del bambino, e poi dell’adolescente, sulla costruzione della sua identità. Garcia Badaracco (1986) ha usato l’espressione di oggetto che fa impazzire . Esistono poi meccanismi di difesa individuali e difese inter e transpersonali, mediante le quali ci si difende dal dolore mentale traslocandolo o spostandolo in un altro. In queste famiglie il paziente funziona come il depositario (Bleger, 1967) o il portavoce (Kaës, 2007) dei conflitti negati e rifiutati dal altri membri della famiglia. Un caso clinico mostrerà la sorprendente coincidenza di contenuti inconsci nel sogno di un paziente e quelli di un membro della famiglia. Questi casi ci pongono la domanda se un’area extraterritoriale dell’inconscio esista e si trovi nell’altro, nella famiglia o nella coppia genitoriale.