La questione è se sia possibile curare i pazienti che ci raggiungono con la loro sofferenza, mettendoli in gruppo e applicando il metodo psicoanalitico tradizionale.
Allora c’è da capire di che tipo di gruppo stiamo discutendo e quali adattamenti pensiamo di attuare nel metodo psicoanalitico. Il Gruppo è quello che si costituisce secondo l’assioma che l’insieme è superiore alla somma delle parti che costituiscono l’insieme, che apparentemente appartiene alla psicologia della gestalt, ma in verità è molto più antico e intanto si ritrova in Aristotele nella cui Metafisica, Libro H 1045 a 9-10, troviamo: “…il cui intero è qualcosa di più delle parti”.
E Platone nella Repubblica aveva scritto: “ Il Logos è fare Uno del Molteplice.” Per quanto ci riguarda, Bion, preoccupato che la personalità di un membro possa prevalere sul gruppo, comincia a descrivere concetti gruppali, quali: Mentalità di gruppo, Cultura di gruppo, Gruppo di lavoro e gli stessi Assunti di base. In sostanza riteniamo che in Psicoanalisi di gruppo il Gruppo sia un ente psicologico autonomo rispetto alla psicologia degli individui che lo compongono.
Per quanto riguarda il metodo psicoanalitico applicato al gruppo, a cominciare dalle regole fondamentali delle libere associazioni e dell’astinenza, ci sono molte conferme e poche variazioni. Riguardo alle libere associazioni si conferma che sia il lavoro principale che si svolge tra i pazienti di un gruppo, con la piccola variazione che anche l’analista, in certe particolari situazioni, può esercitare le libere associazioni, quando ad esempio l’analista di gruppo può rilanciare, come diceva Corrao, con una propria libera associazione, la costruzione interrotta del sogno di gruppo. Infatti a partire dal sogno raccontato da un membro il gruppo, attraverso le associazioni dei partecipanti, può fare diventare quel sogno il sogno di tutto il gruppo, ma ci possono essere delle situazioni in cui la costruzione si può interrompere e le associazioni dell’analista, che riprende qualche associazione dei partecipanti, possono invece rilanciarla. Sogno di gruppo che deriva comunque dalla trasformazione in pensieri del sogno degli elementi gamma, che a loro volta sono trasformazioni delle sensazioni inconsce del gruppo, secondo una teorizzazione di Corrao della funzione gamma propria dei gruppi.
Per quanto riguarda la regola dell’astinenza si conferma il dover essere rispettata da parte dell’analista, tanto più che sia invece una risorsa per i pazienti che utilizzano l’assoluta mancanza di astinenza per compiere la funzione psicoterapica al posto dell’analista, che può quindi dedicarsi a svolgere la funzione analitica.
Tutto questo comunque, da una parte non basta a poter parlare di psicoanalisi di gruppo, dall’altra costituisce la base di una ricerca che vuole arrivare a dimostrare l’esistenza di una psicoanalisi gruppale.
Se si parla di psicoanalisi non si può fare a meno di parlare del suo oggetto e cioè dell’Inconscio e del metodo per raggiungere la parte dell’Inconscio conoscibile, così da attivare la cura del gruppo. Infatti se si parla del gruppo come lo abbiamo descritto si deve parlare di Inconscio del gruppo, di come dimostrarne l’esistenza, del suo raggiungimento, e degli effetti che si hanno nella cura psicoanalitica di gruppo.
D’altra parte se esiste un Inconscio di gruppo diverso dall’Inconscio di ogni paziente bisogna dire che questo Inconscio di gruppo appartiene ad una struttura psichica di gruppo autonoma dalla psiche individuale. Questa psiche di gruppo ha una struttura propria simile a quella della psiche di ogni individuo, quindi ha un Inconscio, un Conscio, un Preconscio. Ha tutte le funzioni di una Psiche, la più importante delle quali è stata messa in luce da F. Corrao ed è la funzione gamma, la quale esercita per il gruppo lo stesso compito che svolge la funzione alfa per l’individuo, cioè trasformare le sensazioni ed emozioni inconsce del gruppo in pensieri di gruppo. La psiche di gruppo fa sì che il gruppo possieda le difese anche inconsce, necessarie a sopravvivere. Difese inconsce e irrazionali sono gli Assunti di base ipotizzati da Bion. Egli descrive il piccolo gruppo psicoanalitico strutturato con un Gruppo di Lavoro che con razionalità vuole condurre il gruppo ad un’esistenza quieta senza angoscia e conflitti e una componente irrazionale angosciata dalla temuta frammentazione del gruppo, per cui si organizza spontaneamente in Assunti «come se». 1) Come se il gruppo si riunisse per Dipendere da qualcuno o qualcosa che lo salvasse dalla distruzione. 2) Come se il gruppo si riunisse per Attaccare un pericolo o Fuggire da un pericolo che lo minacciasse di annientamento. 3) Come se il gruppo si riunisse per assistere ad un Accoppiamento tra due componenti del gruppo e sostenesse, in vita e nella tradizione, la speranza che quell’accoppiamento producesse un salvatore dal timore di estinzione del gruppo. Durante la mia ricerca sulla psicoanalisi di gruppo ho proposto l’esistenza di un quarto Assunto di base. 4) Come se il gruppo si riunisse per mantenere un segreto che dovrebbe garantire la sopravvivenza del gruppo attraverso una diffusa Omertà.
Sulla base di questo impianto teorico ho effettuato una ricerca clinica più che trentennale che ha finito col produrre una tecnica capace di esercitare una modalità specifica di cura della psicoanalisi di gruppo.
Intanto il setting è in parte diverso dal setting dell’analisi individuale. Dopo aver effettuata la selezione ad opera dell’analista che ha deciso di costruire un gruppo psicoanalitico, selezione basata soprattutto sulla diagnosi della gruppalità interna del candidato al gruppo e all’immaginazione dell’analista nel riuscire a vedere e in che modo il paziente all’interno del gruppo, si dà avvio all’analisi del gruppo. Il gruppo che si forma è un piccolo gruppo composto da non più di una decina di persone e non meno di tre persone, che si riuniscono due volte alla settimana per un’ora e trenta ogni seduta. Il piccolo gruppo psicoanalitico a fini terapeutici è un gruppo aperto nel senso che entrano a far parte del gruppo persone nuove che abbiano superata la selezione dell’analista e la prova della non conoscenza da parte di tutti i partecipanti del gruppo preesistenti. Infatti una regola fondamentale della pratica psicoanalitica di gruppo è quella della non conoscenza pregressa con alcun partecipante e che non si dovranno, per il tempo in cui si è nel gruppo, frequentare gli altri partecipanti; ed è aperto nel senso che chi ha concluso la propria analisi di gruppo ed elaborato l’uscita con il gruppo, ne esce. Queste regole saranno diverse se si costruirà un gruppo in una istituzione. L’attività dei pazienti nel gruppo consiste nel mettersi in cerchio e comunicare solo verbalmente i propri pensieri a tutti, secondo la regola delle libere associazioni. Chi prende la parola è il leader di quel momento, secondo la concezione per cui il leader ha bisogno di comunicare perché è il più carico o ricco di angoscia, paura, gioia, speranza, energia. Inevitabilmente il leader che prende la parola intende instaurare nel gruppo una cultura vicina ai propri interessi emozionali, e naturalmente ci sarà chi cercherà di opporsi al potere del leader. Comunque non bisogna confondere, né da parte del conduttore, né da parte del gruppo, il leader con il conduttore, perché automaticamente il gruppo si cristallizzerà nell’assunto di dipendenza.
È interessante studiare tutti i modi con cui la psicoanalisi di gruppo cura sia il gruppo che i partecipanti. Il metodo di cura è sempre quello della psicoanalisi, cioè quello di rintracciare i derivati dell’inconscio di gruppo per raggiungerlo e interpretarlo, perché ci sia il Conscio al posto dell’Inconscio.
Ne deriverà una cura della psiche di gruppo in tutta la sua complessità, condizione unica di cura per ogni individuo. La psicoanalisi di gruppo quindi cura la gruppalità interna ad ogni individuo e la gruppalità che si realizza praticamente in ogni gruppo. Questo significa prendersi cura del rapporto degli individui con il gruppo interno attraverso il gruppo psicoanalitico, condizione che inevitabilmente migliorerà il rapporto dell’individuo con tutti i gruppi reali della propria vita. Il modo con cui l’analista di gruppo può scoprire i gruppi malati dei pazienti del gruppo è quello di seguire, evidenziare i gruppi assenti dei partecipanti, rendendoli presenti nel gruppo terapeutico che si sta facendo. I gruppi assenti sono i gruppi che ognuno di noi si porta dentro in tutti i gruppi reali in cui ci tocca vivere; sono di tre tipi: il gruppo che è assente soltanto momentaneamente, il gruppo che si è perso, il gruppo che non c’è mai stato nella realtà dell’individuo, ma nel desiderio e nel sogno sì.
Spesso le persone soffrono perché hanno un gruppo interno, di qualsiasi tipo, malato e tuttavia nascosto a se stessi e agli altri, senza avere la consapevolezza che i propri sintomi appartengono alla sfera gruppale. E tuttavia da ciò si intravede la cura per l’individuo. Un altro modo con cui l’analisi di gruppo cura l’individuo è quella di fargli fare l’esperienza formativa di alcuni fenomeni mitici di gruppo, cioè di andata all’inferno e ritorno. Può capitare durante la vita del gruppo che questi manifesti la parte psicotica della sua personalità per dirla con Bion, cioè i partecipanti cominciano a delirare, prima uno e poi gli altri, anche con micro-allucinazioni. L’aspetto interessante di questo fenomeno, se l’analista non si spaventa e razionalizza, è che spontaneamente il gruppo, nel breve tempo della seduta, smette di delirare e si sente più sano e più forte; accade come se il gruppo abbia avuto il bisogno di vivere la propria componente psicotica senza danno, quindi con un’esperienza arricchente.
La stessa esperienza potrebbe vivere ogni partecipante se il gruppo sviluppasse una emozione collettiva particolarmente intensa. Che se l’analista non si spaventasse si attenuerebbe spontaneamente rendendo possibile un vissuto di perdita, per qualche tempo, dei propri confini, della propria identità, per recuperarla successivamente più arricchita e più forte. In questi casi l’analista vigila che tutto si svolga positivamente e nel caso dovesse accadere che qualcuno avesse difficoltà a rientrare in se stesso, basterebbe una interpretazione individuale a facilitare il recupero. In questo caso l’interpretazione individuale è doverosa in deroga alla sana consuetudine di interpretare il gruppo o fare una interpretazione individuale attenuata, cioè interpretare un individuo se però è chiaramente, in quel caso, rappresentante di tutto il gruppo.
Una ulteriore possibilità di cura di un gruppo da parte della psicoanalisi di gruppo è data dalla realizzazione dell’immunità di gregge, che non è uno slogan ma una ricerca scientifica seria e antica che usa anche modelli matematici allo scopo di realizzare un gruppo unito e completo di tutti gli aspetti del gruppo anche contraddittori, ma che non conducono mai a discriminazioni, aggressioni ed espulsioni. Al contrario il gruppo si compatta proteggendo i diversi e reagendo unito contro le minacce di qualsiasi tipo.
Infine la psicoanalisi di gruppo cura l’individuo che sta in gruppo attraverso un metodo squisitamente psicoanalitico. Un partecipante parla esprimendo, anche emotivamente, una posizione forte e decisa circa i rapporti con una persona vicina ed importante. Ad esempio il paziente parla della moglie in termini entusiastici oppure spregevoli, il gruppo riesce a mettersi in contatto con l’inconscio di chi parla e riesce a capire l’altra parte, nascosta perché inconscia, del rapporto emotivo con la moglie; cioè può percepire l’odio che si nasconde dietro l’esaltazione positiva, o al contrario può percepire l’amore negato dietro il disprezzo e l’odio verso la moglie. Questa operazione consente, più di qualsiasi interpretazione, al paziente che manifesta certezze, di recuperare verità inconsce che sono sicuramente di grande aiuto terapeutico.
DOTT. RICCARDO ROMANO