La Cura

Immondizia ambiente analità di F. Rocchetto 

30/09/24
Immondizia ambiente analità di F. Rocchetto  1

FRANCESCO DE GRANDI

Parole chiave: Psicoanalisi, Analità, Klein, Abraham, Freud

Immondizie, ambiente e analità

Un’ipotesi psicoanalitica semi-seria sulla difficoltà a prendersi cura dell’ambiente

Fabrizio Rocchetto

Il nostro studio, perciò, vuole essere anche una riflessione

sul dilagare del cinismo, che alimenta un atteggiamento di indifferenza

nei confronti dei diritti umani e della salvezza del nostro pianeta.

Christopher Bollas, 2018, 15

L’esperienza di escursioni al mare e in montagna espone inevitabilmente a rilevare un fenomeno drammaticamente diffuso non solo nelle aree urbane: l’incuria e lo scarso rispetto per l’ambiente – anche in luoghi naturalmente spettacolari – che si traduce nel trovare disseminati oggetti che dovrebbero essere smaltiti come rifiuti. Le cose più comuni sono le plastiche – bottigliette, bicchieri, involucri, sacchetti ecc. – e poi fazzoletti di carta e qualunque cosa di cui un possessore abbia avuto bisogno di liberarsi senza porsi alcun quesito sull’impatto che lo “spargimento” avrebbe avuto. Particolarmente diffuse sono le “cicche” delle sigarette: l’ambiente per moltissimi fumatori sembra essere un posacenere naturale su cui lasciare senza preoccupazione ciò che rimane di quello che hanno fumato. Capitolo a parte sono le discariche di materiali per le costruzioni –  calcinacci, sanitari, ecc. – molto diffuse nelle campagne, oppure elettrodomestici “esausti”: la fatica e forse il costo di smaltirli invita a cercare un luogo dove, non visti, si possono abbandonare, incuranti dell’impatto ambientale e del rispetto del prossimo. Il mare poi è purtroppo una pattumiera dove viene gettato qualunque scarto. Tutto questo è risaputo, come risaputa è la difficoltà degli amministratori e dei politici a risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti con criticità che in Italia variano enormemente rispetto alle aree geografiche. Ma perché gente comune – non antisociali o cosiddetti “vandali” – lascia i propri rifiuti ovunque? Un’ipotesi per comprendere questo fenomeno potrebbe nascere riflettendo sugli escrementi dei cani che alcuni loro possessori non raccolgono approfittando di orari e luoghi dove possono lasciarli senza essere visti. Che differenza c’è tra gli escrementi dei cani sui marciapiedi in città e gli oggetti abbandonati? Possono aiutare gli studi e l’esperienza clinica di psicoanalisi infantile (Freud, 1905, 1908; Abraham 1924; Klein, 1937; Fenichel 1945; Winnicott, 1965, 1971, 1984) e in particolare il tema dell’acquisizione del controllo sfinterico – una delle prime grandi conquiste nello sviluppo insieme alla deambulazione autonoma e alla capacità di interagire verbalmente – in particolare quello anale. Con encopresi si indica la perdita di feci quando è stata raggiunta la possibilità di controllarle. È un disturbo preoccupante che richiede una seria e approfondita valutazione clinica. Il bambino o la bambina che presenta il sintomo può non esserne consapevole oppure “perde” le feci intenzionalmente. Riuscire a riconoscere l’economia emotiva del sintomo – in assenza di patologie organiche come problemi sfinterici – può aiutare a risolverlo con sollievo anche per i/le piccoli/e pazienti. Nei bambini di età indicativamente tra i tre e i sei sette anni – ma anche oltre – il riferimento alla cacca e al gas che può uscire dal sedere è sempre motivo di ilarità. L’attore Roberto Benigni ha cantato nell’ “Inno al corpo sciolto” il piacere della liberazione dalle proprie feci e della loro evacuazione: “Poi tutto a un tratto si fa quello che ci pare […] La merda che mi scappa si sparga su di te”. La modalità con cui viene raggiunto attraverso l’aiuto dei genitori il controllo sfinterico anale può segnare negativamente – per esempio se caratterizzato da pesante severità – la struttura della personalità della bambina e del bambino. Nelle psicoterapie si può osservare come per alcuni piccoli pazienti lasciare le proprie feci nel vasino sia motivo di forte angoscia. L’ipotesi sui rifiuti lasciati ovunque – un altro luogo tipico è la sala del cinema – è che l’adulto come un bambino che ha vissuto “male” l’acquisizione del proprio controllo sfinterico eserciti una “vendetta” con un sentimento misto di compiacimento e impunità, in modo più o meno volontario: non getto la carta o la bottiglietta nel cestino come equivalente di “la faccio (la cacca) dove mi pare” “tanto non succede niente, nessuno me la farà pagare (come gli escrementi dei cani)”. Cosa fare? Purtroppo la via della sanzione pecuniaria agli adulti – tanto per stare sul tema di equivalenza feci=soldi – sembrerebbe essere una via obbligata per contenere chi “sporca” ma la strada privilegiata è sicuramente quella dell’educazione dall’infanzia fino all’età adulta, della sensibilizzazione affettiva al rispetto di sé stessi e degli altri, dell’ambiente, sottolineando l’importanza di dare l’esempio affinché i comportamenti “virtuosi” raggiungano caratteristiche automatiche e spontanee. Spiace rilevare che in alcuni paesi come il Giappone e in alcuni paesi in Europa l’obiettivo del rispetto per l’ambiente è stato raggiunto – quindi è possibile – a confronto della drammatica situazione in Italia. Naturalmente gli amministratori e i politici hanno il compito di offrire servizi per lo smaltimento dei rifiuti ecologici e compatibili con l’ambiente anche per togliere il facile alibi che si sporca perché i bidoni della spazzatura non ci sono o sono pieni.

Bibliografia

Abraham K. (1924): Breve studio sullo sviluppo della libido, vista in relazione ai disturbi psichici. In: Abraham K. (1965). Opere. Torino: Boringhieri, 1973.

Bollas C. (2018): L’età dello smarrimento. Raffaello Cortina, Milano, 2018.

Fenichel O. (1945): Trattato di psicoanalisi. Astrolabio, Roma, 1978.

Freud S. (1905): Tre saggi sulla teoria sessuale. Boringhieri, OSF 4, Torino, 1970,

Freud S. (1908): Carattere ed erotismo anale. Boringhieri, OSF 5, Torino, 1976,

Klein M. (1937): Amore, odio e riparazione. Astrolabio, Roma, 1978.

Winnicott D.W. (1965): Sviluppo affettivo e ambiente. Armano Editore, Roma, 1970.

Winnicott D.W. (1971): Gioco e realtà, Armando Editore, Roma, 2019.

Winnicott D.W. (1984): Il bambino deprivato. Milano: Raffaello Cortina, 1986.

Vedi anche:

La natura come ambiente e fattore di cura. Milano, 1° ottobre 2022

Chi ha letto questo articolo ha anche letto…

M. KLEIN - G. Spoto Fornari intervistata da A. Migliozzi

Leggi tutto

Quali sono le resistenze psichiche che ci impediscono di prendere coscienza dell’emergenza climatica, Gazzetta Ambiente, di C. Schinaia

Leggi tutto