F. CLEMENTE
Parole chiave: Psicoanalisi, Disforia di Genere, Puberty Blocker
12 Gennaio 2023
Alla cortese attenzione del Ministro della Salute
Ill.mo Ministro prof. Orazio Schillaci,
L’ esecutivo della Società Psicoanalitica Italiana esprime grande preoccupazione per l’uso di farmaci
finalizzato a produrre un arresto dello sviluppo puberale in ragazzi di entrambi i sessi a cui è stata
diagnosticata una “disforia di genere”, cioè il non riconoscersi nel proprio sesso biologico.
Vanno seriamente considerate le controindicazioni a questo trattamento:
- La diagnosi di “disforia di genere” in età prepuberale è basata sulle affermazioni dei soggetti
interessati e non può essere oggetto di un’attenta valutazione finché lo sviluppo dell’identità
sessuale è ancora in corso. - Solo una parte minoritaria dei ragazzi che dichiarano di non identificarsi con il loro sesso
conferma questa posizione nell’adolescenza, dopo la pubertà. - Sospendere o prevenire lo sviluppo psicosessuale di un soggetto, in attesa della maturazione di
una sua definizione identitaria stabile, è in contraddizione con il fatto che questo sviluppo è un
fattore centrale del processo della definizione. - Anche nei casi in cui la dichiarata “disforia di genere” in età prepuberale si confermi in
adolescenza, l’arresto dello sviluppo non può sfociare in un corpo diverso, sotto il profilo
sessuale, da quello originario. Lo sviluppo sessuale del proprio corpo anche quando contraddice
un opposto orientamento interno consente un appagamento erotico che un corpo “bloccato” o
manipolato non offre.
La sperimentazione in atto elude un’attenta valutazione scientifica accompagnata da un’approfondita
riflessione sullo sviluppo psichico e suscita forti perplessità.
È importante avviare sulla questione dei ragazzi con problematiche di genere una rigorosa discussione
scientifica a cui la Società Psicoanalitica Italiana darà il suo contributo volentieri.
A nome dell’esecutivo della Società Psicoanalitica Italiana
Il presidente
Sarantis Thanopulos