Il Colloquio “Des Arcs-Françoise Brette” nasce quasi vent’anni fa per iniziativa del Gruppo Psicoanalitico di Lione (SPP) e vede riunite le società francese, belga e svizzera di psicoanalisi. Françoise Brette, di Lione, è l’ideatrice di questo incontro “montano-scientifico” che coniuga felicemente la passione psicoanalitica con quella per la montagna. Il Colloquio ha una cadenza biennale con una media di circa 150 partecipanti (bisogna iscriversi per un limite numerico dovuto a ragioni logistiche) . Nel 2013 la SPI ha partecipato con un contributo su invito del coordinatore scientifico, René Roussillon (SPP). Per le prossime edizioni gli ideatori del Colloquio caldeggiano la presenza italiana sempre molto apprezzata.
Il colloquio si svolge presso “L’Hotel du Golf” il quale fa parte di un complesso di strutture ricettive della rinomata stazione sciistica in Savoia, Arc 1800, a 16 chilometri dal paesino di Bourg-Saint-Maurice (sono circa due ore di auto da Lione). Si tratta di una stazione sciistica costruita negli anni ’70 da un’équipe di architetti francesi nel rispetto di precisi canoni estetici ed ecologici. Gli edifici si sviluppano in lunghezza mimetizzandosi con la vegetazione ed uniscono un’alta funzionalità a qualità di sobrietà ed essenzialità. L’Hotel del Colloquio, dotato di wellness, buffet , ristoranti privati e di un’ area congressuale molto ampia ed articolata, presenta per accedere alle camere (240) un sistema di lunghi piani inclinati che azzerano la presenza di scale. Per chi viaggia con mezzi propri è di regola lasciare l’auto (e dimenticarsela per la durata del soggiorno!) nel gigantesco parcheggio interrato ai piedi del complesso alberghiero. Dopo essersi riforniti ai negozi / centri di noleggio per l’equipaggiamento tecnico-sciistico siti all’interno dell’Hotel, si può accedere direttamente alle piste da sci varcando alcune vetrate scorrevoli. Agli occhi di chi scrive, sembrava di essere catapultati nello scenario di un film alla “James Bond” della prima ora!
L’originalità di questo evento scientifico è da ricercarsi sia nella sapiente “regia” del convegno dove gli organizzatori raggiungono l’intento di valorizzare al meglio i contributi scientifici mettendo in “risonanza” i diversi pensieri psicoanalitici che nella fortunata ubicazione del Colloquio. Tre presentazioni cliniche vengono ripartite nella giornata del sabato e la mattina di domenica. Le interazione tra il relatore e la sala costituiscono il fulcro dell’incontro scientifico in quanto la programmazione stabilisce che si dedichi una ventina di minuti alla presentazione del caso clinico ed un’ora e mezzo alla discussione di gruppo . L’intrecciarsi tra pensieri condivisi e libere associazioni crea un clima favorevole allo scambio, chiunque può intervenire senza sentirsi intimidito dalle varie “personalità “ o “pietre miliari” del mondo psicoanalitico presenti in sala.
La vista mozzafiato che dalle vetrate dell’albergo si schiude sul massiccio del monte Bianco e la dimensione vacanziera che scaturisce dalla partecipazione comune agli aspetti conviviali (i diversi buffet dell’albergo rappresentano l’eccellenza della cucina savoiarda) o a quelli sportivi (escursioni sciistiche e non organizzate dallo stesso comitato scientifico) conferiscono all’insieme di questa esperienza un sapore del tutto particolare. Del resto, a detta degli organizzatori, il raccoglimento montano sembra stemperare le dinamiche conflittuali e rivalitarie che inevitabilmente attraversano ogni gruppo scientifico: in questa occasione tali dinamiche appaiono piuttosto incanalarsi nel flusso di una arricchente tensione dialettica.
Il tema del Colloquio di quest’anno è stato “Il Fraterno nella Cura” . Nella brochure di presentazione del Convegno, Roussillon scrive: “ La questione del fraterno rappresenta la ‘cenerentola’della teoria psicoanalitica originaria. Il fraterno è stato preso in considerazione solo secondariamente in quanto la problematica del padre si è rivelata fondamentale rispetto a quella dei fratelli, i figli del padre. Probabilmente ciò è da mettere in relazione anche con la posizione complessa, forse addirittura traumatica, che il tema del fraterno occupa nella storia personale di Freud (pensiamo alla morte di Julius)”.
Le riflessioni emerse tra i membri del comitato scientifico nel corso dei lavori (oltre a Roussillon, coordinatore, ricordo la presenza di: Julien Ben Simon, Dominique Reydellet, Sidney Cohen, e André Carel) mettono in luce come la dimensione del fraterno si apra su quella dei pari toccando tra l’altro la problematica della sessualità infantile. Per Freud, la morte di Julius ha condensato il tema del pensiero omicida e della morte reale. Del resto, all’età di 41 anni, Freud intravede la teorizzazione del complesso edipico proprio mentre riaffiorano i sentimenti di gelosia nei confronti del fratellino minore Julius, morto ad un anno di età. Ksensée (2008, in : Sommantico M., Il Fraterno-Teoria, Clinica ed Esplorazioni Culturali, 2012) sottolinea infatti quanto il rimosso freudiano giochi un ruolo importante nella scoperta del Complesso di Edipo. Rimosso e “rimorso”dunque come ancora possiamo leggere nella lettera di Freud a Fliess del 1987:” La sua morte(di Julius) ha lasciato in me il germe del rimorso” . Freud non ha mai pienamente sviluppato la problematica fraterna pur avendola introdotta a più riprese. Sia in Totem e tabù (1912) che ne L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi (1934-38) vi è il tentativo di controllare la pulsione distruttiva nella sua dimensione fratricida. In Totem e Tabù l’orda dei fratelli uccide il padre; il pentimento tardivo e l’incorporazione della figura paterna trovano la loro espressione nel Totem che diventa oggetto di timore reverenziale. Ma l’uccisione del padre, precisa Roussillon, non rappresenta una soluzione poiché l’orda dei fratelli è attraversata da movimenti fratricidi e dal desiderio di soppiantare il padre. L’invidia tra fratelli prende qui il sopravvento sulla solidarietà. Tuttavia nella successiva formulazione del mito dell’orda primitiva, quale viene descritta in Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921), il ruolo dei fratelli è attenuato dalla figura del Dichter (poeta) e rappresentato solamente attraverso l’espressione “di piccoli animali” che accompagnano l’eroe nel suo exploit, offrendogli fratellanza e sostegno narcisistico. Nello scritto del 1916, I Delinquenti per senso di colpa( in: Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico (il tema del fraterno si intreccia a quello del masochismo e della coazione a ripetere: Il bambino crudele diventa l’adulto che tenta di espiare il senso di colpa attraverso il masochismo e la punizione. A proposito della coazione a ripetere inoltre, Roussillon ne tratteggia le connessioni con invidia e lutto. Egli infatti sottolinea come l’invidia possa ostacolare il processo del lutto relativo alla perdita dell’oggetto , in quanto essa attacca ciò che non è ancora stato simbolizzato nel divenire del lutto innescando così la coazione a ripetere. In Costruzioni nell’ analisi del 1937 infine, sarà la costruzione più che l’interpretazione ad occupare un posto centrale mentre il tema del fraterno sfuma verso una dimensione parentale.
Conclusasi la fase teorico introduttiva del Colloquio, iniziano le presentazioni cliniche a cui seguono le riflessioni dei discussant e gli interventi dei colleghi in sala. E’ curioso notare come i tre contributi pur nella loro diversità appaiono casualmente accomunati da un filo conduttore che attraversa le tematiche del lutto e della coazione a ripetere. Nel primo lavoro, Yves Jeannenot (SPP) sottolinea come il fratello deceduto del suo paziente rappresenti lo schermo su cui si proietta la catastrofe famigliare. Il paziente esprime il diniego della separazione collocandosi come il depositario di aspetti scissi, aspetti attorno ai quali si coagula dunque l’ impossibilità di elaborare i lutti occorsi nel passato da parte dei membri della famiglia. Il percorso analitico evidenzia le tappe affrontate nel difficile cammino della separazione. A questo riguardo Roussillon interviene sui concetti di separazione e di separatezza rimarcando come “chi si incontra ‘confuso’ in qualche modo, non potrà separarsi ma solo ‘strapparsi’ dall’altro portando con sé pezzi altrui e perdendone dei propri”.
Il paziente del secondo contributo (Chiara Rosso, SPI) presenta il sintomo di uno “stallo esistenziale” che blocca il fluire della sua vita quotidiana. Tale sintomo esprime da parte del paziente la ricerca di una autenticità che incrini lo spessore di una cortina familiare intessuta di dinieghi ed ammantata da una ‘rispettabilità ostentata’ . Anche in questa situazione clinica, gli eventi luttuosi della famiglia, imbrigliati nel diniego, gettano un’ ombra paralizzante su più di una generazione. La discussione del caso si concentra sulla temporalità e l’attesa . Certuni pensano che il paziente subisca una sorta di “sequestro temporale” che si configura anche come un’ area di non-legame. Quest’area, che si ripropone nel campo analitico, sussumerebbe le assenze dell’oggetto primario e forse gli eccessivi tempi morti della relazione infantile del paziente con una madre depressa.
Nel caso clinico della domenica infine Héléne Suarez-Labat(SPP) riflette su di un paziente che presenta evidenti aspetti scissionali. La bella esposizione della collega rende particolarmente vividi alcuni frammenti della personalità del paziente, ad esempio la sua parte coccodrillo o quella clochard . Attraverso la ricomposizione dei vari frammenti , quali “tasselli” di un ipotetico mosaico, si rintracciano i vissuti dolorosi esperiti dal paziente. La discussione di questo caso offre inoltre l’occasione di riflettere sulla tecnica psicoanalitica, che nella cura esposta da Suarez-Labat comporta il passaggio dalla posizione vis à vis (per alcuni anni) a quella sul divano. Nella sala, un intervento di Paul Israel (SPP) mette efficacemente in luce le implicazioni transfero e controtransferali di questa modificazione tecnica.
Al termine dei lavori il comitato scientifico tira le fila delle due giornate mettendo in relazione i tre lavori e i commenti dei partecipanti. Si anticipa il tema del prossimo incontro “CORPO LEGAME E TRANSFERT NARCISISTICO NELLA CURA” che avrà luogo tra marzo e aprile del 2015 in data ancora da definirsi.
giugno 2013