Come la forma delle nuvole, l’aspetto di ogni giardino dipende da quanto gli sta attorno. Per avere un giardino che sia un luogo della mente e una architettura vegetale, che sia un racconto fatto di terra, acqua, pietre, piante, che sia la nostra stanza all’aperto e la nostra meta, che sia la nostra pace e la nostra memoria, che sia il teatro dei nostri eccessi, delle nostre indicibili ambizioni o dei nostri ricordi, bisogna saper vedere cose che a volte sono impalpabili e lievi come la brezza.
Francesca Marzotto Caotorta
Sabato 3 dicembre 2011 si è svolta a Pisa una giornata di studio dal titolo Luoghi della mente.
La giornata, organizzata da Marta Capuano direttore scientifico del Centro Studi per l’architettura e l’urbanistica Gilberto Guidi, si è svolta all’interno del ciclo ARCHITETTONICAmente, che sta diventando ormai un appuntamento che si attende con interesse, per la sua capacità di essere momento importante di confronto fra psicoanalisi e architettura.
Il successo di pubblico e di critica sempre più ampio che caratterizza la manifestazione, testimonia la capacità degli organizzatori dare a Pisa l’occasione di confrontarsi con personalità di spicco dell’architettura e della psicoanalisi.
La giornata si è aperta con un video della stessa Marta Capuano dal titolo Narcisismo architettonico.
In genere i suoi lavori preannunciano anche tematiche che saranno oggetto di studio per futuri convegni, e in questo caso sembra proprio che possa trattarsi di Architettura e potere.
Il video mette insieme trailer di film e immagini architettoniche, per lo più fotografie dell’autrice.
Oltre ad introdurre il tema che tanto la vede impegnata, delle possibili intersezioni tra architettura e psicoanalisi, suggerisce un accostamento con il cinema, arte che viene assimilata all’architettura.
Marta Capuano, per l’occasione, ha cercato di ripristinare un film del ’49 La fonte meravigliosa, che molto ha da dire sul narcisismo del personaggio protagonista, come a dimostrazione che le "archistar" sono sempre esistite.
Sullo sfondo c’è una critica al potere economico che toglie valore, uniformandole, a molte costruzioni contemporanee.
Il finale, molto evocativo, conduce, attraverso un brevissimo trailer di un altro film dello stesso regista visionario che apre il video, dentro fantasie di oggetti e costruzioni che animano il suo modo di guardare appassionatamente all’architettura, alle sue immagini, alla psicoanalisi.
È stata poi la volta dell’intervento di Italo Rota, architetto che molto ha lavorato in Francia negli anni ottanta per poi ritornare a Milano, città che ospita il suo ultimo lavoro: il Museo del Novecento.
Personaggio geniale e spesso al centro di polemiche,
Rota, con un intervento frizzante e pieno di suggestioni, si è soffermato su tre dimore molto speciali che hanno marcato negli anni la sua immaginazione: lo studio di S. Freud a Vienna, la casa progettata da L. Wittgenstein sempre a Vienna e la Maison de Verre di P.Chereau a Parigi, unite – brivido! – dall’ombra di Adolf Hitler.
Leit – motiv della sua esposizione la critica alla banalità che Rota ritiene, la vera piaga della nostra cultura.
Interessante senz’altro, per i pisani presenti e non solo, è stata la critica provocatoria alla rilevanza che si dà alla Torre di Pisa e all’impegno per restaurarla.
Sostiene Rota: "ogni volta che si restaura ci si allontana dall’essenza delle cose".
Alle sue spalle, oltre alle immagini delle case di cui ha parlato, si ammirava un modellino di casa Freud da lui costruito per l’occasione, in cui troneggiava il famoso lettino, che Rota ritiene la prima installazione del secolo.
Se l’intervento di Rota ha lasciato un uditorio stimolato, colpito, perfino scosso e contrariato, Fausto Petrella ha fatto aleggiare nella sala un senso di affettività e di memoria, molto apprezzato.
Nel suo intervento Problemi architettonici della psiche estesa ci ha raccontato del suo amore giovanile – poi proseguito nel tempo – per l’architettura, della rilevanza delle architetture manicomiali, e di come "molte porzioni della rete metaforica mobilitata dalla psicoanalisi riguardano le analogie dello psichico con case, città, corpo, arredi, paesaggi e spazi scenici".
Nella seconda sezione pomeridiana SOGNI FANTASIE INCUBI ARCHITETTONICI sono intervenuti l’architetto Alessandro Baldassari (Dove va l’architettura?) che ha affrontato alcuni "incubi architettonici" come la casa di Barbie o le villette a schiera, e Maurizio Iacono, filosofo,un po’ dissonante con l’attitudine visionaria di tutti i partecipanti.
Poi il Designer Giulio Iacchetti (La creatività non esiste), con i suoi oggetti e progetti, luoghi della creatività che coniugano immaginazione e utilità.
E con i suoi oggetti di design per la Coop ha mostrato anche come sia possibile utilizzare e fruire del bello anche a costi modici.
Forse non è un caso, che Iachetti sia stato insignito dal Presidente della Repubblica del Premio dei Premi per l’innovazione nell’ambito del design industriale .
L’architetto. Roberto Pasqualetti, direttore editoriale del giornale di Ark News, oltre a portare i saluti del sindaco si è diffuso sul costruito nella provincia di Pisa.
Valeria Egidi Morpurgo, invece, (Il compagno segreto- Riflessioni psicoanalitiche su "Genealogico" di Romano Ragazzi), ha mostrato quadri che evocano le generazioni , la storia della sua famiglia e dell’abitare.
A chiudere la giornata, l’artista Caterina Sbrana e il suo percorso artistico di pittrice con materiali inconsueti: la cenere e il succo d’erba.
Il passato, il presente e l’effimero di riproduzioni di pavimenti con la cenere del Vesuvio che si dissolve in pochi istanti e il colore fatto con succo d’erba con cui dipinge planimetrie di luoghi.
Insomma, la puntuale organizzazione e conduzione di Marta Capuano ci ha offerto, come si intuisce, una giornata ricca di spunti che attraversano le generazioni con uno sguardo al futuro.
Teresa Lorito
Febbraio 2012