Report a cura di Mariamalia Battaglia e Carla Rigoni
L’Associazione ARCADIA (Associazione per la Ricerca Clinica Applicata ai Disturbi dell’Infanzia e dell’ Adolescenza che opera a Padova ed è composta da psicoanalisti, neuropsichiatri, psicologi e pediatri) in collaborazione con l’ ASVEGRA (Associazione Veneta per la Ricerca e la Formazione in Psicoterapia di Gruppo e Analisi Istituzionale consociata alla COIRAG ) ha organizzato nei giorni 15 e 16 maggio 2015 un incontro, articolato in due diversi momenti seminariali, con il professor Eduard Klain. La duplice iniziativa si è svolta a Padova, nel suggestivo ambiente della Scuola della Carità.
Nella prima giornata Irenea Olivotto, presidente dell’Associazione Arcadia e psicoanalista SPI, ha aperto i lavori presentando i relatori e i contenuti dell’incontro.
Eduard Klain è psichiatra, analista di gruppo, psicoanalista IPA con funzioni di training; ha contribuito alla fondazione della Società Psicoanalitica Croata, di cui è stato presidente. Attualmente è Presidente dell’Istituto Croato per l’analisi di gruppo e membro onorario dell’American Psychoanalytical Academy.
Professore Ordinario di Psicologia Medica presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Zagabria, ha diretto il reparto di Psicoterapia della Clinica di Psicologia Medica, realizzando la possibilità di svolgere, all’interno dell’ospedale universitario Rebro, nell’ambito quindi del Sistema Sanitario Nazionale, psicoterapie ad orientamento psicoanalitico.
Irenea Olivotto ha esposto come i temi affrontati nei due seminari dal titolo rispettivamente “Oltre il linguaggio dell’odio” e “Riconciliazione e perdono”, rappresentino un approfondimento del pensiero e del lavoro psicoanalitico di Klain sui traumi correlati alla guerra, in una prospettiva individuale, gruppale e sociale, ponendosi in continuità con una precedente iniziativa “Oltre la guerra – distruttività e riconciliazione”, organizzata sempre congiuntamente dalle due Associazioni nel 2002.
Da quegli anni, a breve distanza dalla fine della guerra della ex Jugoslavia, Klain ha ulteriormente sviluppato la sua analisi teorica e arricchito la sua esperienza clinica sui temi odio-distruttività-riconciliazione in contesti di guerra o di conflitti interetnici, analizzando in particolare le diverse espressioni dell’aggressività, dagli aspetti più concreti e reali agli aspetti intrapsichici.
Eduard Klain ha introdotto l’argomento del linguaggio dell’odio definendolo una “proiezione verbalizzata dell’aggressività distruttiva del nemico, da sempre presente nella società umana”. Ha affrontato questo tema con precisi riferimenti a fatti della storia recente del conflitto balcanico, declinandolo in un’ottica psicoanalitica e focalizzandosi sul significato inconscio degli eventi traumatici e sulle possibili conseguenze della sua trasmissione transgenerazionale e intergenerazionale.
Secondo Klain nella manifestazione e generalizzazione del linguaggio dell’odio giocano un ruolo determinante sia l’ identificazione con il grande gruppo, sia il “narcisismo delle piccole differenze” con i pregiudizi correlati e da lui definiti “maligni” quando provochino reazioni distruttive.
Nella conclusione della sua brillante relazione, Klain ha infine esposto le sue riflessioni sulle possibili forme di aiuto volte a limitare la diffusione del linguaggio dell’odio e a prevenire la sua riattivazione in chi abbia vissuto queste situazioni.
Andrea Braun, psicoanalista SPI e socia di ARCADIA, ha ripreso alcuni punti dei concetti esposti dal relatore, rielaborando il significato del richiamo esplicito a fatti accaduti molti anni prima, per sottolineare come per l’inconscio lo scorrere del tempo possa essere poco rilevante. Si è poi soffermata sugli aspetti della trasmissione generazionale del trauma, arricchendoli d’interessanti riferimenti al lavoro di Evelyne Kestemberg.
Il contributo di Angelo Silvestri, psichiatra, attuale presidente di ASVEGRA, partendo dalla riflessione su un fatto accaduto recentemente nella nostra città e che ha coinvolto una scuola primaria e un centro territoriale, ha sottolineato come le dinamiche di gruppo possano costituire una spinta al benessere e alla crescita personale degli individui o, al contrario, una potenziale fonte di sofferenza e traumatismo qualora prevalgano meccanismi inconsci di rinuncia alle proprie peculiarità e bisogni. Ha inoltre evidenziato come, nella sua esperienza, queste due polarità possano coesistere all’interno del dispositivo terapeutico del piccolo gruppo e minarne l’equilibrio o facilitarne la strutturazione in senso positivo.
Il sabato i lavori sono proseguiti con la relazione del Professor Klain sul tema “Riconciliazione e perdono” e con un ampliamento della discussione ad una prospettiva giuridica e teologica attraverso i contributi del giurista Silvio Riondato e del padre gesuita Guido Bertagna. La mattinata si è conclusa dando spazio ad aspetti più clinici, con la tavola rotonda cui hanno partecipato lo psichiatra Andrea Dallaporta per l’ASVEGRA e Stefano Pasquato, pediatra e socio dell’ARCADIA.
Luglio 2015
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