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11 Giugno 2016 ROMA Aver cura di chi cura. Presentazione del Metodo Balint

5/07/16

Report a cura di Domenico Timpano

L’11 giugno 2016 si è svolta presso la sede romana dell’ENPAM, in via Torino 38, la giornata di studio “Aver cura di chi cura”, organizzata dal Nodo Group e dalla Società Romana Balint Analitica, sul tema del metodo dei Gruppi Balint per la manutenzione del ruolo curante. L’evento è stato patrocinato da numerose organizzazioni e istituzioni: Ministero della Salute, Ordine dei Medici di Roma, Ordine degli Psicologi del Lazio, FIMMG (Federazione Medici di medicina generale), SIMG e CSeRMeG, SPI, COIRAG, la Società Italiana di Medicina Psicosomatica, ENPAM, ENPAP, e sponsorizzato dall’Editore Fioriti, che ha pubblicato una nuova edizione del libro di Balint “Medico Paziente e Malattia”. 
Introduzione e saluti. Andrea Pistone, psicologo, psicoterapeuta, membro del direttivo del Nodo group, sottolinea l’importanza di recuperare  nella pratica medica contemporanea, in cui la tecnologia e la burocrazia a volte appiattiscono la relazione medico-paziente,  il contributo fondamentale dei fattori emozionali. Felice D. Torricelli, presidente dell’ENPAP, evidenzia l’accresciuta solitudine di chi esercita oggi una professione di aiuto e la necessità di costruire reti di contatto, sia con i gruppi di appartenenza che tra i professionisti  stessi, che siano in grado di supportare il carico emozionale che grava sui singoli operatori. Marco Longo, presidente COIRAG e psicoanalista SPI, richiama l’ampiezza di utilizzo dei gruppi nelle cure di ogni genere e la loro collaudata efficacia nelle più svariate situazioni, dalla prevenzione del disagio emozionale all’emergenza sociale. Maria Assunta Giannini, psicoanalista SPI, Dirigente UOS Formazione ed ECM – INMP, riporta l’interesse del Ministero della Salute nei confronti dei problemi inerenti lo stress lavoro correlato e del ruolo svolto dall’ascolto psicologico nel mitigarne l’impatto.

Presentazione del metodo Balint. Mario Perini, direttore scientifico del Nodo group, psichiatra e psicoanalista SPI, presenta il metodo dei gruppi Balint, tracciandone la storia e gli sviluppi fino ai giorni nostri, in cui è possibile applicarlo estesamente a tutte le professioni di aiuto, non solo dunque  medici, psicologi, psichiatri, assistenti sociali, ecc., ma anche manager, avvocati e consulenti di vario genere. Le caratteristiche dei Gruppi Balint, infatti, consentono di sviluppare la personalità professionale dell’operatore in un orizzonte più ampio e più libero di quanto non consenta la sola preparazione tecnica. In particolare, consentono di condividere e sostenere più efficacemente il peso del ruolo curante, di affinare le proprie competenze psicologiche, migliorare la soddisfazione lavorativa, ridurre lo stress occupazionale ed evitare il burn-out.

Carmela Barbaro, direttore della SRBA (Scuola Romana Balint Analitica), mette in risalto l’efficacia del metodo Balint anche nel produrre micro-modificazioni dell’Io professionale che si rivelano utili nella gestione della relazione medico-paziente e che attingono alle dinamiche transfert-controtransfert che il gruppo Balint , con una modalità sua propria, è in grado di elaborare. Sottolinea al riguardo l’importanza che il gruppo Balint venga condotto con modalità analitiche, che sia in grado, cioè, di considerare appropriatamente il contributo delle dinamiche inconsce del gruppo.

Gruppi Balint Dimostrazione – Fishbowl. Vengono condotti due gruppi Balint dimostrativi secondo la tecnica della configurazione ad acquario (fishbowl), cioè con il gruppo al centro di una cerchia di osservatori esterni. I gruppi durano un’ora e mezza e successivamente una discussione tra tutti i presenti ne elabora ulteriormente i risultati. Si discute in particolare del ruolo delle coppie dei conduttori, di come hanno interagito e di quale beneficio abbia riportato il membro del gruppo che ha esposto il caso clinico. 

La nuova edizione del volume di Balint “Medico, Paziente e Malattia” viene presentato da Mario Perini su materiale di Francesco Benincasa, il quale non ha potuto presenziare. Il volume contiene l’introduzione alla nuova edizione italiana di Antonino Minervino e l’introduzione all’edizione originale del 2000 scritta dal John A. Balint, figlio di Michael.

Domenico Timpano, medico di medicina generale, psicoanalista SPI e conduttore di gruppi Balint, parla della “speciale atmosfera psicologica della medicina generale”. Alcune caratteristiche della medicina generale rendono questo contesto idoneo a trasformarsi in un setting per il trattamento della ‘fase iniziale non organizzata’  dei problemi di salute. Tali caratteristiche, altamente specifiche della medicina di base, difficilmente possono essere esportate altrove e trattate da altri specialisti della salute mentale. Gli effetti collaterali del medico come ‘farmaco’ vengono considerati sia dal versante di un insufficiente utilizzo dei fattori emozionali della relazione medico-paziente sia dal versante di un loro uso incauto ed eccessivo.

Una tavola rotonda coordinata da Antonino Minervino, psichiatra, psicoterapeuta, vicepresidente SIMP, con la partecipazione di Maria Assunta Giannini, di Giovanna Montinari, di Mario Carli e Mario Perini conclude la giornata. Maria Assunta Giannini, focalizzando l’attenzione sull’aiuto alle popolazioni migranti, ribadisce l’importanza dei mediatori transculturali nell’articolazione delle cure destinate a persone culturalmente e linguisticamente diverse, osservando che attualmente le organizzazioni sanitarie sono eccessivamente medico-centriche. Giovanna Montinari, psicoanalista SPI e Consigliere Ordine Psicologi Regione Lazio, sottolinea il ruolo delle cooperative come luogo di incontro tra la gruppalità, le organizzazioni e la parità ed evidenzia quanto sia importante in questi contesti prendersi cura degli psicologi. Mario Carli, medico di medicina generale, conduttore di gruppi Balint presidente AMIGB, riporta l’impatto sulla propria esperienza di medico della scoperta che le sue emozioni fossero parte della relazione col paziente e solleva tra i partecipanti una dibattito su quanto, per poter utilizzare adeguatamente le proprie emozioni nella relazione medico-paziente, sia indispensabile un’analisi personale oppure  la partecipazione a un gruppo Balint.

Giugno 2016

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