Abstracts delle
relazioni che saranno presentate da
M.Ammaniti e L.Solano
M. Ammaniti (Psychoanalyst,
Professor of Developmental Psychopathology, Rome)
Parental Intersubjectivity: From mind to brain
The presentation will focus on maternal transformation
during pregnancy and first years of life of the child, which will lead to the
attainment of maternal identity with a capacity of having the baby in mind and
care and protect him/her. Of course also the partner is involved in the
transformation process as it is evidenced in the coparental interactions
already during pregnancy.
At the same time there is also a wide change in the
brain structure with the activation of the maternal circuit, with a particular
role of mirror neuron system which contributes to maternal empathy and
intersubjectivity toward the child.
The research in this field has many implications for
preventive programs because it highlights the importance of the gestational
period and of the first months of life in order to support mothers and parents
so they can to prepare themselves to achieve the capacity to be in touch with
their baby, read the baby’s needs and respond in a sensitive and contingent
way.
Luigi Solano (membro ordinario SPI, Professore Associato di
Psicosomatica, Università Sapienza di Roma)
Through symptoms to subjects: the family physician and
the psychologist together in primary care
E’ ben noto che le
richieste che giungono al Medico di Base, per quanto in genere espresse in
forma di sintomi fisici, nascano molto spesso da problemi che necessitano di un
approccio olistico, biopsicosociale. La progressiva differenziazione tra
medicina e psicologia rende piuttosto problematica una collaborazione attuata
mediante invio allo psicologo, sia in termini di quali pazienti vengono inviati
che delle modalità di invio. L’accettazione della proposta da parte del
paziente appare comunque problematica, nel momento che il contatto con uno
psicologo, diversamente da quello con un medico, viene tuttora considerato
socialmente come pertinente solo ad una particolare categoria di persone, e
oggetto di forte stigmatizzazione.
Il lavoro riferisce una possibile
soluzione ai problemi sopra indicati in un’esperienza portata avanti dalla
Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute dell’Università di Roma
"Sapienza", mediante inserimento di uno psicologo nello studio del
Medico di Base, nel consueto orario di ambulatorio, in copresenza con il medico.
Questa pratica ha permesso di realizzare
un approccio olistico al disagio presentato, senza la necessità di una
richiesta specifica da parte del paziente. In un piccolo numero di casi, è
stato proposto ed attuato un approfondimento più formale con lo Psicologo in tempi
e spazi separati. I casi sono stati sempre discussi tra i due professionisti.
Finora l’esperienza, che dura da 11 anni, ha coinvolto 11 studi medici a Roma,
Orvieto e Rieti, e 13 psicologi specializzandi, per 3 anni ciascuno; ha
mostrato di essere del tutto fattibile, pur richiedendo un certo periodo di
"rodaggio " tra le due figure professionali. I pazienti hanno accolto
con molto favore la presenza dello psicologo e, come era da attendersi, questa
ha favorito la loro spontanea adozione di un approccio molto più ampio al
proprio disagio. In due casi in cui è
stato possible avere I dati, si èregistrato una sensibile diminuzione della
spesa farmaceutica, rispettivamente del 17 e del 14%. Verranno presentate diverse
vignette cliniche per illustrare come la costruzione di un senso ad un sintomo
possa evitare indagini fisiche inutili e costose, e facilitare una svolta
significativa nella vita di un paziente.