Colloquio SPI – DPV (Deutsche Psychoanalytisce Vereinigung)
SVILUPPO E TRASFORMAZIONE DEI CONCETTI E DELLE TEORIE NELLA CLINICA
Bologna, 23 – 24 ottobre 2010
Si è tenuto a Bologna, il 24-25 Ottobre, il primo Colloquio tra la Società Psicoanalitica Italiana e la Società Psicoanalitica Tedesca (DPV). La DPV è, delle due Società tedesche, la più ampia, quella che raccoglie il maggior numero di soci (circa 1000 soci).
L’incontro era stato sollecitato dai colleghi tedeschi e contatti erano già intercorsi tra Gertraud Schlesinger Kipp e Paola Golinelli, all’epoca Segretario alle Relazioni Internazionali.
L’interesse mostrato dai tedeschi verso la psicoanalisi italiana è significativo per più di un motivo. Si tratta, innanzitutto, delle due società psicoanalitiche più numerose nel panorama europeo. Inoltre, entrambe le società condividono alcuni aspetti comuni dal punto di vista del percorso storico e scientifico compiuto fin qui. I nostri paesi, infatti, si sono aperti alla psicoanalisi dopo un lungo periodo di dittatura e dopo la 2° guerra mondiale, che ci avevano visti entrambi esclusi dal discorso psicoanalitico. Questo "destino" comune ha significato anche una maggior dipendenza dalle scuole psicoanalitiche affermate e riconosciute, prima di tutto la psicoanalisi britannica e quella francese. Il percorso di autonomizzazione e anche di elaborazione originale di una psicoanalisi importata ha accomunato l’esperienza di crescita nostra e dei colleghi tedeschi.
Su questo sfondo il desiderio di confrontarsi appare non solo comprensibile, ma anche molto interessante. Il Colloquio ha mostrato un aspetto originale rispetto ad altri colloqui di cui abbiamo esperienza, nel senso che si è svolto su un piano di evidente parità e di desiderio di discutere e confrontare le reciproche esperienze e gli esiti a cui ha dato luogo il rapporto con le "altre" psicoanalisi
Nella prima parte della mattinata di sabato Anna Nicolò ha intodotto la presentazione del lavoro di Walker (Enveloping – developing. The dialectics of unravelling and linking in psychoanalytic work) con una efficace inquadramento teorico del tema dell’incontro e dei cambiamento che si sono verificati nella tecnica e nella clinica psicoanalitiche, sottolineando anche le principali caratteristiche della psicoanalisi italiana.
Il secondo lavoro presentato nella mattinata di sabato è stato quello del nostro collega Michele Stufflesser (La funzione trasformativa del controtransfert). La sessione è stata presieduta da Gertraud Schlesinger Kipp, attuale rappresentante per la regione europea al Board dell’IPA.
Alle sessioni plenarie è seguita una animata discussione, proseguita nel pomeriggio nei piccoli gruppi. Il carattere appassionato della discussione, che ha coinvolto moltissimi partecipanti, è stato il segno più indicativo del desiderio di incontro e di confronto da parte delle due società. Non entro nel merito dei temi discussi, perché una rassegna documentata apparirà sulla Rivista di Psicoanalisi.
Nella sessione di domenica mattina, presieduta da Marta Badoni, Angelica Staehle ha presentato il lavoro psicoanalitico con una bambina in età di latenza (I am you and you are me – Working as a Double Fragments from the Analysis of a 9-Year-Old Handicapped Girl with autistic features).
Nella sessione di domenica mattina, presieduta da Marta Badoni, Angelica Staehle ha presentato un suo lavoro psicoanalitico con una bambina (I am you and you are me – Working as a Double Fragments from the Analysis of a 9-Year-Old Handicapped Girl with autistic features). Il lavoro della collega, insieme al dibattito che è seguito, ha confermato sia l’interesse della Società tedesca per la psicoanalisi dei bambini e degli adolescenti, alla quale viene riconosciuta pari dignità nel percorso di training ( è possibile presentare per uno dei due casi di associatura un lavoro con un bambino o con un adolescente), sia quanto in linea generale il lavoro con I bambini, così come con gli adolescenti, possa arricchire il pensiero psicoanalitico.
I lavori hanno condiviso una comune caratteristica, trattandosi di casi clinici che presentavano serie difficoltà nei processi di simbolizzazione. La patologia dei casi clinici presentati, sia pur con le debite differenze, si collocava nell’area dei disturbi della rappresentazione e della simbolizzazione. La discussione si è molto concentrata sia sulle caratteristiche della problematica clinica, sia sulla tecnica di intervento ed è stato possibile mettere a confronto modalità diverse di venire incontro a queste patologie.
Il clima delle sessioni di lavoro e dei momenti conviviali ha avuto una caratteristica di grande cordialità e di sincero interesse reciproco, riconosciuto anche dal Presidente della DPV, Martin Teising, che ha espresso la soddisfazione sua e dei partecipanti non solo per l’aspetto scientifico, ma anche per il clima cordiale e stimolante dell’incontro. Alle note positive va aggiunta una considerazione di rammarico, nel senso che la partecipazione dei colleghi tedeschi è stata numericamente maggiore della nostra a testimonianza del significato scientifico e istituzionale attribuito dalla DPV all’incontro.
A questo Colloquio seguirà il successivo incontro organizzato dai colleghi tedeschi a distanza probabilmente biennale.
Paola Marion
(Segretario alle Relazioni Internazionali)