Eventi

L’uso della funzione alfa nella costruzione analitica

1/07/09

Alfredo Lombardozzi (chair)

Marina Parisi, Lucilla Ruberti (relatori)

Lawrence Brown, Lia Pistiner
de Cortinas (discussant)

                               

Attraverso un
lavoro teorico-clinico, intendiamo 
focalizzare l’attenzione sull’uso della funzione alfa nella costruzione
analitica e su come si possa attivare un pensiero che dia luogo nel tempo ad un
processo di trasformazione.

Ci occuperemo
prevalentemente della possibilità di estendere l’operatività nell’analisi dai
pensieri pensati ai pensieri non pensati (attinenti agli aspetti sensoriali,
emozionali e somatici della mente), per dare inizio ad un lavoro di produzione
simbolica. Per l’analista si tratta di essere maggiormente in contatto con il
proprio inconscio e più capace di utilizzarlo per comprendere e dare senso alle
emozioni del paziente. Le vicissitudini del paziente potranno, così, essere
ripensate e rinarrate nella relazione analitica, integrando quelle esperienze
che non erano state rappresentate. Il paziente potrà, così, ripensare la
propria storia, in una nuova costruzione, che prende forma nel qui ed ora della
seduta in una relazione dialogica (Corrao. F., 1991).

Questa nuova
costruzione implica una messa in campo della funzione alfa soprattutto in quei
pazienti con gravi disturbi della personalità, che presentano alterazioni del
pensiero e della simbolizzazione. Al giorno d’oggi, l’analista, nella sua
pratica clinica, si trova a dover favorire l’uso adeguato della funzione alfa,
valorizzare la sua capacità di revêrie e facilitare la comunicazione inconscia.

Per mostrare
come ciò avvenga ci soffermeremo sul lavoro mentale dell’analista che deve
porsi in un vertice al contempo conscio e inconscio, in modo tale da permettere
al paziente di poter sognare l’esperienza e ricordarla, ma in un nuovo
contesto. Questa modalità di lavorare con il paziente è particolarmente
preziosa oggi dal momento che ci si confronta oltre che con anfosce di
separazione, anche con problemi di 
integrazione.

Per approfondire questi temi ci ispireremo ad autori italiani che, in
questi ultimi trent’anni, hanno rielaborato in modo originale il pensiero di
Bion.

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