Discussione Nicolino Rossi alla relazione di M. La Scala – L’offerta del limite nei pazienti borderline
Il seminario tenuto dal dott. La Scala aveva per titolo L’offerta del limite nel trattamento dei pazienti borderline; il relatore ha sviluppato il tema proposto, finalizzato ad una rilettura del disturbo borderline come una patologia del confine più che al confine, sia attraverso una precisa contestualizzazione teorica, che faceva riferimento in modo privilegiato, anche se non esclusivo, al contributo di A. Green sugli stati limite, sia attraverso il resoconto di un caso trattato per molto tempo, ed a più riprese, mostrandone le difficoltà incontrate e le trasformazioni intervenute durante il trattamento psicoanalitico. Il lavoro ha suscitato un grande interesse nei colleghi, sollecitati ad intervenire già durante la lettura del testo, avviando un vivo confronto, soprattutto sulla gestione del setting nel trattamento psicoanalitico di pazienti con un funzionamento emotivo di tipo borderline e sugli obiettivi e sui rischi con i quali un lavoro psicoanalitico deve fare i conti; non ultimo la possibile insorgenza di una condizione depressiva, quella che può essere celata dal funzionamento di tipo borderline e nei cui confronti questo può svolgere una funzione protettiva. Le diverse esperienze cliniche riferite dai partecipanti al gruppo concordavano sul fatto che nel paziente borderline, aldilà del particolare quadro sintomatologico dominante, la precarietà dei confini dell’Io, che lo rende scarsamente coeso ed allo stesso tempo rigido nel suo funzionamento, esige sia un setting flessibile, che eviti da un lato i pericoli di un rigore insostenibile per il paziente e dall’altro quelli di un eccessivo lassismo incapace di fornire esperienze di affidabilità e di contenimento, sia un atteggiamento dell’analista in grado di avvicinarsi al paziente in modo tale da evitargli l’ esplosione di intollerabili angosce di intrusione così come di catastrofici vissuti di abbandono.