BASILEA 2013
Basilea è una piccola città del nord con un grande fiume, il Reno, che scorre placido dividendo in due la città, acqua verdissima, scintillante con il sole, sfumata in mille colori sotto il cielo cupo. Il Reno attraversa una discreta parte dell’Europa continentale, del resto la rete fluviale europea è costituita da grandi e piccoli corsi d’acqua che spesso nascono nella stessa zona per poi andare verso luoghi lontanissimi, talvolta si incontrano e confluiscono ad un certo punto del loro percorso, oppure si ritrovano soltanto alla fine, quando sono in prossimità del mare. Descrivono così una geografia dei luoghi diversa da quella a cui siamo abituati. I confini non sono quelli nazionali che conosciamo, alle volte stabiliti a tavolino da trattati e convenzioni, ma sono quelli legati alle caratteristiche dei territori, con i loro elementi di continuità e di diversità.
I Congressi Europei sono organizzati nello stesso modo. Gli incontri possono avvenire in qualunque punto e stabiliscono un’altra geografia. Le lingue utilizzate sono e non sono quelle che si dichiarano all’origine, inglese francese tedesco, si può stentare a riconoscerle, perché continuamente contaminate le une dalle altre, è così che acquistano la loro efficacia, permettono di comunicare e tolgono a tutti molte ansie perché chi le usa sa che anche gli altri le stanno usando come te. Non tutto funziona perfettamente, a volte i lavori risultano pesanti e le discussioni appaiono più simili a passerelle che a confronti sul tema, ma la possibilità di scegliere secondo i propri interessi e le proprie curiosità è ampia e l’offerta è di alta qualità.
Basilea ha rispettato questi canoni. In questa occasione il mio personale interesse si è rivolto al lavoro dei gruppi, ho scelto di partecipare ad un gruppo clinico ed a un gruppo di discussione sulla scrittura psicoanalitica (in particolare per lavori da sottoporre all’International J. of Psychoanalysis… dato che non si sa mai… se mi venisse voglia di scrivere….). La ricchezza del materiale presentato e della discussione nel gruppo clinico sono stati un ulteriore elemento di pregio, di un metodo di lavoro sempre più convincente, valido ed utile. Tra le presentazioni che ho seguito vi segnalo quella di Luc Michel sul lavoro di gruppo dei Working Party, molto chiara e che mette bene a fuoco alcune delle problematiche della ricerca in psicoanalisi e del lavorare in gruppo. Trovate la relazione pubblicata sul sito FEP. La discussione che è seguita a questo lavoro, in sede congressuale, è stata ricca ed emotivamente coinvolgente, a testimonianza di una passione, verso questo nostro lavoro, che sembra non conoscere crisi.Il prossimo anno ci ritroveremo a Torino…….la geografia cambia….. passeremo alle Alpi…….
Antonella Sessarego