Murale esterno realizzato presso il Liceo “G. Cesare – M. Valgimigli” di Rimini
Centro Adriatico di Psicoanalisi
Report a cura di Cinzia Carnevali e Laura Ravaioli
ADOLESCENTI E MIGRANTI. FORME VISIBILI E INVISIBILI DELLA SOGGETTIVITÀ E DELLA RELAZIONE ATTRAVERSO LA NARRAZIONE, IL DISEGNO E LA VOCE
L’edizione 2022/2023 ha coinvolto gli studenti ed i migranti in percorsi di rappresentazione di Sé e dell’Altro, simile e diverso da Sé, con l’aiuto della street art. Attraverso le narrazioni, il disegno e la voce, il progetto ha voluto costruire la relazione tra i vari partecipanti (migranti, studenti, insegnanti, e gli stessi operatori del progetto) osservando luci ed ombre attorno al rapporto con l’Altro. La sfida è stata trovare segni-disegni e parole per descrivere ciò che disumano, contro l’isolamento e la subalternità.
“Senza relazioni non esistono più segreti e sogni” ha detto un ragazzo migrante.
Le considerazioni intrapsichiche sono state arricchite dall’interazione con l’arte “alla sorgente dell’Immaginario la cui evoluzione è organica, logica, inevitabile come quella delle fiabe” (Vallino 1999). Lo spazio artistico è diventato occasione per accogliere nuove consapevolezze sul problema dell’ecologia, che ha permesso ai partecipanti di interrogarsi sull’imperialismo, sul colonialismo e sulle guerre creando personaggi intensi e consentendo nuove aperture di senso dell’inconscio soggettivo e collettivo.
Il progetto, approvato e finanziato nell’ambito del Piano di Zona per la Salute e il Benessere Sociale PAA 2022 del Comune di Rimini, ha avuto la co-partecipazione della Società Psicoanalitica Italiana, Centro Adriatico di Psicoanalisi, Società Italiana Psicodramma Analitico e delle associazioni sul territorio: Associazione Arcobaleno, Istituto di Scienze dell’Uomo, Cooperativa sociale Cento Fiori, CAD Società Cooperativa Sociale ONLUS.
Sulla base dell’esperienza acquisita nelle edizioni precedenti, ha previsto diverse fasi:
- incontri introduttivi di presentazione del progetto con le tre Scuole del territorio riminese
- incontri tra adolescenti delle cinque classi partecipanti con psicoanalisti-psicoterapeuti per presentare il percorso e per iniziare a stimolare riflessioni e narrazioni sul tema dell’incontro con sé e con l’altro
- incontri tra studenti e migranti condotti da operatrici e operatori dell’accoglienza per descrivere il panorama della protezione internazionale e dell’accoglienza in Italia e per favorire la conoscenza e l’incontro con persone con provenienza diversa
- laboratori nelle scuole condotti dallo street artist insieme a psicoanaliste e psicologhe con studenti e persone migranti, accompagnati in un’esperienza di narrazione e figurazione e coadiuvati nel disegno e nella costruzione di scene raccontate.
I laboratori sono stati finalizzati alla creazione di murales, sulle pareti esterne e interne agli Istituti Scolastici coinvolti, elaborati in modo collettivo. Riportiamo di seguito le foto dei lavori finali, con le rispettive descrizioni che raccontano lo sviluppo delle opere corali realizzate.
Descrizione: Siamo partiti da muri. Muri che raccontano storie tristi. Per questo abbiamo pensato di disegnare un muro sì, ma rotto. Perché così come le barriere sono create dagli esseri umani, allo stesso modo possono essere abbattute: a volte basta una matita. E quando crollano i muri, nuova luce può entrare: fatta di cibi, colori e strumenti che non conoscevamo o di cui ci eravamo dimenticati (noci di cola*, miglio, mortai). D’altronde la nostra natura come esseri viventi non è la staticità ma il movimento: ce lo insegna la lampuga, pesce migratorio, a cui non servono strumenti per spostarsi. Speriamo anche noi un giorno di essere così liberi.
Il disegno è stato realizzato dai ragazzi e ragazze della classe 2A dell’IPSSEOA “Severo Savioli” di Riccione insieme agli abitanti delle Cooperative CAD e Cento Fiori con il supporto artistico di Burla22
Descrizione: Il murale che abbiamo realizzato si ispira ad un’idea di una studentessa della 5S, L.D.B. L’incontro con le persone migranti svolto a scuola le ha infatti ricordato una sua esperienza personale di volontariato con una bambina proveniente dallo Zimbabwe: “il tempo che ho passato con lei mi ha fatto imparare tantissime cose meravigliose, grazie a lei ho imparato ad apprezzare le piccole cose e i momenti semplici, visto che per una persona che ha dovuto fare un viaggio lungo e pieno di difficoltà anche i momenti che diamo per scontati diventano speciali”. La bambina che nel disegno soffia le barchette sul mare è un’allegoria della speranza ma anche dell’incertezza, quella di partire senza sapere dove e se si arriverà. Le barchette di carta in acqua sono, inoltre, estremamente fragili e vogliono significare la condizione disumana dei viaggi che le persone nate in alcuni luoghi del mondo devono affrontare. Nel nostro immaginario, giocare con le barchette di carta è un’attività associata all’infanzia, un’infanzia che troppo spesso a molte persone viene negata. La realtà che abbiamo voluto rappresentare è sì dolorosa ma anche piena di speranza, quella di una vita più degna e decorosa dall’altra parte del mare. Infatti, le barchette nel nostro disegno resistono e, nonostante tutte le difficoltà, arrivano con bagagli di saperi, lingue e culture che vogliamo essere pronte e pronti ad ascoltare.
Il disegno è stato realizzato dai ragazzi e ragazze della classe 5S del Liceo artistico “A. Serpieri” di Rimini insieme agli abitanti delle Cooperative CAD e Cento Fiori con il supporto artistico di Burla22.
Descrizione: PIÙ MANI DI PIÙ UMANI Costruire qualcosa insieme ti fa maturare e ti fa comprendere meglio il punto di vista degli altri, ti apre la mente. Siamo partiti da una parete spoglia e grigia e le abbiamo voluto dare nuovi colori. Lo sfondo è verde, il colore della Terra e lo abbiamo scelto per ricordarci che la Terra è di tutti. I dettagli sono importanti: il dado rappresenta la fortuna del luogo in cui nasci e la sorte a cui ci si affida quando si decide di partire; le barchette la precarietà che accompagna nel viaggio, ma anche le fragilità umane; il serpente che in alcuni luoghi è denigrato, mentre in altri è sacro perché il suo corpo tocca l’intera terra. Le case sono il fulcro del disegno, perché ciascuno di noi ha bisogno di un luogo in cui sentirsi a casa. Tutti questi significati non sono dati oggettivi, ma sono nati da un confronto insieme. Il dipinto ha unito anime e culture. I tanti colori simboleggiano la vita e la nostra collaborazione ha generato proprio questo, vita. Dipingere insieme ha restituito a questo muro bellezza: la cosa più bella è che il disegno non è perfetto, le piccole imperfezioni sono di più mani che hanno creato un lavoro più umano. La tenerezza è rivoluzionaria.
Il disegno è stato realizzato dai ragazzi e ragazze delle classi 3B e 3F del Liceo “G. Cesare – M. Valgimigli” (indirizzo Scienze Umane) insieme agli abitanti delle Cooperative CAD e Cento Fiori con il supporto artistico di Burla22