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26 gennaio 2014 CMP Giornata della Memoria, La prigione e la vita

24/01/14

A Terezin gli adulti presenti hanno funzionato come un holding che ha mantenuto viva la possibilità dei bambini di sentirsi non sopraffatti da un ambiente segnato da evidenti mancanze di futuro. Hanno tenuto un atteggiamento di adattamento ai bisogni del bambino e non all’ambiente, svolgendo una funzione che ne ha permesso la crescita psichica e la possibilità di esprimere la loro soggettività, anche in condizioni estreme. Gli adulti hanno tenuto viva la speranza non per una incapacità di valutazione realistica della situazione tragica, ma perché sono rimasti in contatto con il loro compito rispetto alle generazioni future di coltivare la continuità dell’essere nel tempo senza collaborare inconsciamente con il sistema di annientamento dei soggetti operato dal nazismo, sistema che non hanno fatto proprio né introiettato ed esercitato. Per continuare a svolgere in tale situazione una funzione di holding è necessaria una profonda identificazione interiorizzata con una funzione genitoriale adulta capace di non cadere in comportamenti reattivi o in identificazioni con l’aggressore. Richiede di possedere un mondo interno che fa spazio all’altro e alle generazioni future.

Proprio questa capacità psichica di holding che dà spazio all’altro ha creato le condizioni favorevoli perché questi bambini potessero sviluppare processi di soggettivazione, potessero cioè non essere annientati da una realtà drammatica sopraffacente. Non si sono sentiti schiacciati dalla pesantezza del trauma oggettivo, dal carro armato dell’organizzazione distruttiva che intendeva appiattirli  e renderli adattati. Hanno continuato a tenere viva e ad esprimere la loro individualità non nella forma della scissione  e del diniego, ma in quella di rappresentarla imprimendole i colori e le forme della loro personale soggettività nei disegni nelle poesie nelle storie.

E’ rappresentato il modo soggettivo di vivere la realtà di Terezin:

-l’impoverimento dell’adattamento inanimato: la stanza con  il tavolo, le sedie, i letti, ma anche un vaso di fiori, traccia lasciata dalle precedenti esperienze di vita

-la presenza interiore della famiglia riunita per il Seder

– il semplice piacere di vivere che danno i fiori, una palla, un cane

il misto di prigionia e vita di una finestra con le sbarre colorata

Uno degli aspetti struggenti di Terezin è costituto dalla testimonianza della forza della vita psichica, che , se mantiene la sua dimensione relazionale, dimostra la propria capacità di sopravvivenza, di indipendenza, di creatività, contro ogni imposizione autoritaria.

Tutta l’esperienza ci insegna che la relazione con l’altro e la fiducia negli aspetti creativi presenti nel cuore dell’essere umano sono una via fondamentale per non colludere con le forze distruttive interne ed esterne.

Concludo con i versi di Ilse Weber che contengono insieme, come la finestra disegnata da Erika, prigionia e libertà soggettiva, mura e volta del cielo stellata. Possiamo chiederci se è preferibile negare le esperienze drammatiche, allontanarsene col pensiero, cercare di negarle, cancellarle, rifugiandosi nel vuoto o nel delirio, oppure se è meglio rappresentarle, condividerle, ricordarle. Personalmente penso che sia migliore la seconda opzione: rappresentare il tragico intreccio di morte  e vita che può accadere di stare vivendo per condividerlo con l’altro che ci è vicino e  con una parte  comprensiva di noi stessi. Winnicott diceva:”Thinking is a mother substitute- a Sitter-in”.

Canto della sera

Luna dorata e stelle dorate

sopra la caserma.

Di tutta la grande terra

ci è rimasta solo la volta del cielo.

Luna dorata e stelle dorate

son lontane quelle che ho amate.

Quando la nostalgia mi assale,

troppo piccola è la volta del cielo

 

Culle non mie

*

Siedo accanto a culle non mie,

così spesso alla luce del tramonto:

piccolissime dita

si stringono fra le mie.

Occhi grandi di figli non miei

mi osservano

così limpidi, così fidenti

come solo un bimbo sa.

Intorno

a me

svanisce allora

la greve tristezza

e provo un tale amore

come se mio fosse quel bimbo.

Voi, care pupille,

su cui dolore ancora non ha inciso,

forse là lontano

anche mio figlio

qualcuno lo ama

————————–

ILSE WEBER  antologia di versi poetici da Theresienstadt

di Rita Baldoni 

Lo scrittore vivrà secondo una legge:

nessuno sia respinto nel nulla… si indaghi

sul nulla con l’unico intento di trovare

la strada per uscirne, e questa strada

la si mostri ad

ognuno…

(Elias Canetti,La missione dello scrittore Monaco di Baviera,1976)

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